venerdì, Aprile 19, 2024

Lombardini22: “Ricostruire la nostra sede, un mattoncino alla volta”

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89.648 pezzi, 5,5 metri quadri e 2.000 ore di progettazione. Sono solo alcuni dei numeri che descrivono il progetto di Andrea Del Sordo, ingegnere per la sicurezza, che dal 2017 si è posto un obiettivo: realizzare il modello LEGO® di Lombardini22, gruppo leader nello scenario italiano dell’architettura e dell’ingegneria che ha sede sui Navigli.

Un sogno ambizioso sia in termini di tempo che di sviluppo, e che richiede ordine, precisione e creatività. Valori che Andrea Del Sordo ha imparato proprio giocando con i famosi mattoncini colorati e che applica ogni giorno nel suo lavoro. 
Il 9 giugno scorso quel sogno è diventato un diorama di 115 kg, esposto durante la design week per l’evento che festeggiava i 15 anni di Lombardini22.

Com’è nata l’idea di fare un modello LEGO® di Lombardini22?


Il progetto è nato un po’ per caso, come quasi tutte le cose. Stavo progettando un elemento riconducibile anche a Lombardini22 che mi serviva per un altro diorama e mi si è accesa una lampadina. Ho iniziato a impostarlo nel dicembre 2017, poi nel corso degli anni ci sono state tante modifiche della nostra sede a livello di spazi, acquisizione di nuove aree e ogni volta che finivo un pezzo ci dovevo rimettere mano perché cambiava qualcosa. Dovetti rivedere il modello per metterlo in scala il più possibile e soprattutto per realizzarlo in moduli, perché per costruire un oggetto così grande l’unico modo e farlo in moduli. Prima di tutto per semplicità di costruzione, perché è impossibile avere delle istruzioni di tutto il modello, poi per un discorso di tempi e infine per una questione di peso e trasporto. Se Lombardini22 un domani dovesse decidere di spostarlo e disassemblarlo, può separare i 29 moduli di cui è composto e portarlo tranquillamente altrove.


Che strumentazione tecnologica serve per poter realizzare un progetto di queste dimensioni?


Io ho usato due software: Lego Digital Designer, di LEGO®, per creare principalmente le strutture, mentre per i dettagli e gli arredi mi sono affidato a Stud.io. Da entrambi è possibile accedere alla libreria dei pezzi che rappresenta sia un elemento positivo che un limite. La cosa bella è che hai a disposizione tantissimi mattoncini semplici, e poi sta alla creatività dell’individuo costruire qualcosa che sia fedele alla realtà. L’aspetto diciamo negativo è che purtroppo ci sono tante cose che non sono realizzabili con i pezzi della libreria, come ad esempio gli elementi sinuosi e curvi, tipo la nostra rampa al numero 20. LEGO® nasce come un gioco molto spigoloso.
Come ci si muove all’interno della libreria? Ci immaginiamo uno spazio (virtuale) sconfinato in cui serve una mappa… o uno spiccato senso dell’orientamento

Io sono un AFOL (Adult Fan of LEGO®, ndr) collezionista, progetto da diversi anni e ho una vasta conoscenza della libreria. Quando entro in un ambiente riesco a immaginarmelo fatto con le componenti dei singoli pezzi di LEGO®, canaline, volte, rilevatori, estintori compresi. Ci vuole tanto tempo e passione.
Per realizzarlo ho sudato parecchio perché tra il tempo per progettarlo, quello per fare gli ordini, aspettare che arrivasse il materiale, creare le istruzioni di montaggio e realizzarlo ho stimato in tutto più di 2.000 ore di lavoro. 

Parliamo dei pezzi, che sono in totale 89.648, come te li sei procurati?
I fornitori principali sono stati ovviamente LEGO® con Pick a Brick, e Bricklink, una specie di Google per collezionisti e appassionati che vendono e comprano mattoncini, set e qualsiasi pezzo riconducibile a LEGO® in tutto il mondo. L’80 % è materiale nuovo, il restante 20 % è usato. Alcuni pezzi hanno già una storia, può essere che una porticina fino a qualche mese fa fosse nella cameretta di un bambino di 8 anni in Danimarca. Abbiamo acquistato solo in Europa per una questione di tempi e costi di spedizione.

Qual è stata la parte più complessa da realizzare?


Il modulo 1, con la facciata e l’ingresso, per me è il “modulo sacro” perché abbiamo tanti livelli diversi: il piano interrato, la strada, il primo piano e il sottotetto. Sono tutti sovrapposti e si può aprire per guardare all’interno. In ogni parte ci sono gli elementi che corrispondono alla realtà e aprendolo si può verificare. In tutto il modello ci sono più di 30 pannelli apribili, due di questi appartengono alla facciata stessa di Lombardini22.

Questa tua passione influisce in qualche modo sul tuo approccio al lavoro?


Credo molto nei valori della LEGO® che riconosco in Lombardini22: qualità, creatività, ordine, precisione. Penso che da un punto di vista organizzativo e gestionale siano utili in qualsiasi tipologia di lavoro, inoltre giocare con i pezzi aiuta a sviluppare la creatività e costruire un metodo. 
In questo modello ci sono 90 mila mattoncini in uno spazio molto limitato, se non avessi diviso bene i pezzi e non sapessi dove andare a cercarli sarebbe ben difficile riuscire a costruire qualcosa. Se non hai tutto sotto controllo è complicato realizzare un progetto. Sia perché perderesti un sacco di tempo a cercare le componenti, sia perché non avresti lo spazio adatto per farlo.

Come mai un modello fisico, ingombrante, in una fase in cui tutto sembra andare nel metaverso?


In Lombardini22 abbiamo tanta esperienza digitale e tanti investimenti in R&D sulla Digital Transformation, ma ci piace la fisicità dei nostri progetti, ci piace vivere l’esperienza della comunità nei nostri spazi. Quindi abbiamo un modello digitale dei nostri uffici, ma era fondamentale anche avere un modello fisico giocabile.

Cosa ne sarà di questo modello? 


Nel momento in cui consegno le chiavi a Lombardini22 mi auguro che ne faccia tesoro e se ne prenda cura, ma comunque ci sarà sempre il mio occhio a controllare.


Il modello LEGO® di Lombardini22 è esposto e visitabile presso la sede in via Lombardini22.

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