Gli architetti di Milano propongono un nuovo modello di giuria per concorsi più trasparenti

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Un nuovo modello di giuria per i concorsi di progettazione, a maggior tutela dei professionisti. Dopo l’inchiesta sulla Beic e il dibattito animato sulla selezione dei giurati, la piattaforma concorsuale dell’Ordine degli architetti della provincia di MilanoConcorrimi, annuncia di essersi attivata per garantire ulteriore chiarezza e accessibilità nel rispetto della trasparenza.

Una nuova procedura che sarà introdotta a partire dal bando per il concorso internazionale per la riqualificazione urbanistica, architettonica e funzionale dello storico complesso dell’ex Manifattura Tabacchi di Torino da parte dell’Agenzia del Demanio, che punta a valorizzare l’immobile esistente con un nuovo polo culturale. Due le fasi competitive, con cui si mira ad acquisire una proposta di idea di riqualificazione dell’intero compendio che tenga conto delle migliori soluzioni distributive degli spazi e delle differenti amministrazioni.

“Concorrimi è riuscita anche questa volta a interpretare e sintetizzare le necessità e le richieste di diversi attori pubblici (Ministeri, Comune e Università) e farle atterrare in un bando di concorso molto complesso che darà il via al processo di trasformazione di un’area estremamente importate di Torino. Lo ha fatto tenendo conto della nota dell’Autorità Nazionale Anticorruzione di fine luglio, mettendo mano alla questione spinosa dell’incompatibilità tra giurati e partecipanti. Anac qualche mese fa, infatti, ha sancito che le giurie possono conoscere i nomi dei concorrenti. A seguito di questo parere, Concorrimi ha disposto che il progettista abbia il diritto di rimanere all’interno dell’atto concorsuale rispetto a un giurato che ne riconosca delle incompatibilità, garantendo, in primis, il diritto di partecipare al concorso del professionista”, spiega Stefano Rigoni consigliere dell’Ordine degli architetti di Milano.

Nella procedura, Concorrimi raccoglie, come sempre in maniera informatica e segreta, i nomi di tutti i partecipanti in ordine alfabetico, per poi passare la lista ai potenziali commissari di giuria, i quali, se ravviseranno delle incompatibilità, comunicheranno direttamente all’ente banditore la loro impossibilità a far parte della giuria.

Questo procedimento scaricherà completamente il partecipante da ogni tipo di onere, incombenza e responsabilità in merito al fatto di interpretare o meno la propria incompatibilità con un giurato, che peraltro all’atto della consegna del lavoro non conosce, e lascerà la responsabilità in capo alla giuria e all’ente banditore.

“Concorrimi – prosegue Rigoni – è la prima piattaforma in Italia che propone una soluzione per far fronte alla questione, dando seguito, con una procedura specifica, alla nota Anac di luglio. Siamo molto contenti e soddisfatti, rimane peraltro la consapevolezza che la battaglia culturale sulle giurie sia ancora lunga: siamo convinti che l’elemento decisivo rimanga la componente qualitativa della commissione”.

Per tutte le informazioni sul concorso.

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