Abitare in volumi variabili

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Nell’immaginario europeo la torre residenziale urbana, a differenza delle torri ospitanti servizi, era associata agli agglomerati modernisti e popolari, quasi sempre periferici. Solo alcuni recenti interventi, a Milano ad esempio Porta Nuova, hanno introdotto la torre residenziale urbana nel catalogo delle tipologie che possono ospitare abitazioni “pregiate”.

Ma come creare una torre residenziale innovativa a un costo che non la posizioni nella categoria degli immobili di lusso? L’intervento a Milano di Maggiolina, firmato da Dontstop Architettura (Michele Brunello e Marco Brega) cerca questo obiettivo massimizzando le innovazioni progettuali, tecnologiche e processuali del progetto. Nel caso della torre, che presenta 15 piani residenziali, il concept architettonico proponeva una sovrapposizione di una serie di 16 plateu, quasi dei plan libre, dove articolare il perimetro in dialogo con il futuro abitante. La sagoma di ogni singolo piano può cambiare adattandosi alle esigenze degli interni senza intaccare l’immagine esterna dell’edificio.

Questa flessibilità distributiva è resa possibile dalle più avanzate tecnologie di costruzione, struttura in acciaio e tamponamenti a secco con sistema di impianti a soffitto, e da una progettazione integrata in BIM fin dalle prime fasi. La torre è una risposta ai desideri contemporanei quali spazi aperti, verde, personalizzazione degli interni, performance energetiche e massima sostenibilità dell’edificio, costi di costruzione e manutenzione accessibili.

Il masterplan dell’intervento che propone l’edifico del Garden, lungo quasi 75 metri e alto 40, pone in prima battuta un problema di scala urbana. Nel contesto di Maggiolina gli edifici del tessuto urbano adiacente presentano volumetrie simili, ma l’impatto generale sulla scala della città potrebbe risultare invasivo. Per limitare l’impatto volumetrico la prima strategia è stata quella di scomporre l’edifico in edifici più piccoli e sovrapporli a scacchiera, evitando così l’effetto muro e creando un prospetto variegato e movimentato. Lo sviluppo del progetto ha poi integrato le innovazioni processuali e tecnologiche che l’intervento mette in campo. Lo sviluppo architettonico è stato implementato dalla gestione del progetto in BIM rispondendo alle richieste contemporanee di massima flessibilità e personalizzazione degli interni, alla volontà di avere spazi aperti privati e pubblici, all’esigenza di accessibilità dei prezzi di costruzione e manutenzione.

La sintesi finale delle ricerche progettuali è stata quella di impostare delle doppie altezze nel prospetto che, sfalsate, potessero minimizzare l’impatto in altezza privilegiando lo sviluppo e la percezione orizzontale; questi volumi sono stati poi scavati per dare spazio alle logge. Le cornici che disegnano i volumi a doppia altezza rimangono invariate ma i tamponamenti verticali che chiudono l’edificio possono slittare in avanti o indietro rispondendo alle esigenze di personalizzazione degli spazi, dando un valore aggiunto all’immagine esterna che risulta variegata e vibrante all’interno di un perimetro con un disegno unitario e calibrato.

di Danilo Premoli – Office Observer

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