Chiaroscuri per famiglie e imprese con il cambio fornitore in 24 ore

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Entro la fine del 2026 il cambio fornitore luce e gas dovrà avvenire in 24 ore; l’autorità sta lavorando alla nuova norma e, al netto di rinvii, dal prossimo anno il settore energetico recepirà una novità che potrebbe cambiare le abitudini di consumo e le dinamiche competitive del mercato.

In merito al possibile impatto sulle bollette italiane Facile.it ha formulato alcune ipotesi partendo da ciò che è successo nel mercato della telefonia mobile quando, nel 2012, a seguito dell’introduzione dello switch in 24 ore, il prezzo €/chiamata è crollato del 35% in soli dodici mesi.

“Difficile immaginare un beneficio analogo”, spiegano gli esperti di Facile.it “il mercato dell’energia ha caratteristiche completamente diverse da quello della telefonia e l’impatto sulle bollette sarà sicuramente inferiore e potrebbe attestarsi, nella migliore delle ipotesi, ad una riduzione delle bollette compresa tra il 10% e il 15%”.

Se così fosse, si tratterebbe di un beneficio comunque non trascurabile e quantificabile in un risparmio che, per una famiglia tipo*, potrebbe arrivare fino a 230 euro l’anno tra bollette luce e gas.

“Di contro» – continuano gli esperti della tech company – “non bisogna sottovalutare la portata di questa novità che, paradossalmente, potrebbe portare ad un aumento dei costi a carico delle società di vendita e, di conseguenza, ad un incremento delle tariffe”.

Le aziende energetiche saranno chiamate a rivedere radicalmente i propri sistemi informativi, flussi e processi di gestione per adeguarsi alle nuove tempistiche. Le operazioni connesse al cambio operatore sono numerose e non banali (ad es. la verifica del cliente, del suo merito creditizio, la presenza di bollette arretrate e insoluti ecc.) e il processo che oggi viene gestito, mediamente, in 45 giorni, dal 2026 dovrà essere compresso in poche ore, senza però incidere sulla qualità delle verifiche, fondamentali anche per contenere fenomeni come quello del turismo energetico e delle frodi ai danni delle compagnie che, con la nuova norma, potrebbero essere agevolati.

Senza considerare che, ragionevolmente, con le nuove regole il tasso di cambio fornitore aumenterà, fenomeno avvenuto ad esempio nel mercato della telefonia mobile quando, a seguito dell’introduzione dello switch rapido, si passò dal 14% al 35% in soli due anni.

Dal punto di vista delle aziende, questo nuovo scenario potrebbe quindi essere accompagnato da una significativa riduzione dei ricavi: si stima che fino a 7 miliardi di euro di fatturato potrebbero spostarsi tra operatori o essere messi a rischio a causa della maggiore mobilità e competizione indotta dallo switch rapido (fonte: EconomyMagazine). Rimane da capire come si potranno muovere i fornitori per non perdere quote di mercato evitando il rischio che la perdita di competitività si traduca in un aumento dei prezzi.

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