Produzione industriale, un timido segno di recupero a gennaio non cancella 2 anni di declino

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A gennaio 2025, l’Istat ha rilevato un aumento congiunturale della produzione industriale del 3,2% rispetto a dicembre. Questo dato, superiore alle attese, rappresenta un segnale positivo nel breve termine, con incrementi che hanno interessato i beni strumentali (+4,1%), i beni intermedi (+4,0%) e i beni di consumo (+2,6%), mentre l’energia ha registrato un calo (-3,4%). Inoltre, nella media del trimestre novembre-gennaio 2025, il livello della produzione è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti.

Tuttavia, analizzando il trend su base annua e al netto degli effetti di calendario, emerge una realtà più preoccupante. A gennaio 2025, l’indice generale della produzione industriale è diminuito dello 0,6% rispetto a gennaio 2024. Questo calo segna il ventiquattresimo mese consecutivo di contrazione tendenziale della produzione industriale italiana, un periodo ininterrotto iniziato nel febbraio 2023. Nonostante la flessione di gennaio sia la più contenuta degli ultimi 24 mesi, essa conferma la persistenza di una fase di difficoltà per il settore.

Le flessioni più ampie su base annua si sono registrate nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,1%), nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-12,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-6,2%). In controtendenza, l’unico raggruppamento di industrie a segnare una crescita tendenziale è quello dei beni di consumo (+0,4%). Particolarmente dinamico è il settore farmaceutico, che ha registrato un incremento del 21,7%, seguito dall’industria del legno, della carta e stampa (+6,2%) e dalla fabbricazione di prodotti chimici (+4,3%). Si segnala anche una ripresa nel settore dei macchinari (+2,6% tra dicembre e gennaio) dopo un anno difficile legato all’attesa per Transizione 5.0.

Il contesto internazionale aggiunge ulteriori elementi di incertezza. L’industria nazionale guarda con apprensione alla situazione della Germania, suo primo mercato estero, che continua a inviare segnali misti. Se a gennaio la produzione tedesca ha registrato una ripresa, gli ordini industriali sono in calo, segnalando incertezza sulle prospettive future. La recessione tedesca nel corso del 2024 ha già costato quasi quattro miliardi di euro alle imprese italiane in termini di mancate esportazioni rispetto al 2023. Questa interdipendenza economica evidenzia come le difficoltà della Germania possano inevitabilmente coinvolgere e “trascinare” anche l’Italia, rendendo ancora più urgente un intervento strutturale per sostenere la produzione industriale nazionale nel lungo periodo.

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