Presentato a Milano il primo monastero buddhista tibetano in Italia

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Nella mattina di venerdì 7 marzo 2025, presso la Sala Castiglioni di Palazzo Bovara a Milano, si è tenuta la presentazione del primo monastero buddhista della tradizione tibetana in Italia – e il primo in Europa a essere edificato da zero, sulla roccia come nella tradizione architettonica tibetana – a cura della Fondazione Sangha Ets e l’Associazione Monastica Sangha Lhungtok Choekhorling: nascerà a Pomaia di Santa Luce, in provincia di Pisa.

Un’importante opera di riqualificazione, che unisce estetica, sostenibilità e funzionalità

Da circa quarant’anni il buddhismo tibetano riscuote in Italia il sincero interesse di molti praticanti e ricercatori occidentali. Grazie all’ispirazione del venerabile Ghesce Ciampa Ghiatso, sarà adesso possibile riunire una comunità di studenti e praticanti, sia laici che ordinati, e fornire ospitalità a circa cento fra monaci e monache presso il monastero che verrà realizzato a Pomaia di Santa Luce (Pi). Con una vista a perdita d’occhio sino al confine del mare, il sito in cui presto verranno avviati i lavori di edificazione del tempio, è una cava dismessa nelle immediate vicinanze del già presente Istituto Lama Tzong Khapa. Un’area segnata dal trauma ambientale dell’escavazione che verrà recuperata anche con la realizzazione di un Parco della contemplazione e della pace accessibile a tutti. Un’importante opera di riqualificazione ambientale che prevede una rete di sentieri con installazioni interreligiose e di educazione ambientale.

Il monastero è stato progettato con una struttura che unisce fedelmente estetica e spiritualità della tradizione tibetana con esigenze funzionali e architettoniche moderne. Si sviluppa su più livelli, ognuno con una destinazione d’uso specifica ed è stato progettato per accogliere al meglio la comunità monastica e gli ospiti. Dalla corte esterna, si giunge a un ampio portico che funge da collegamento con gli spazi interni e introduce alla sacralità dell’edificio. L’ambiente centrale, a doppia altezza, è dominato dall’altare principale, cuore pulsante delle attività rituali su cui si affaccia anche il ballatoio del primo piano. Il secondo piano, più riservato e aperto anche su una meravigliosa terrazza panoramica, è pensato per l’alloggio e la meditazione individuale, mentre il terzo e ultimo piano è a uso esclusivo di Sua Santità il Dalai Lama per ospitare il leader spirituale in visita presso il Monastero.

Il progetto risponderà anche a uno stile di architettura ecologica, sensibile sia alle tradizioni antiche sia al contesto paesaggistico, in perfetto dialogo con il territorio circostante, e seguirà un percorso di eco-sostenibilità volto ad assicurare un basso impatto ambientale, un elevato risparmio energetico e l’impiego di risorse energetiche naturali e pulite. L’utilizzo delle specie della flora mediterranea, tipiche della zona, e la creazione di un Parco della Contemplazione e della Pace con il miglioramento dell’antica sentieristica, consentiranno all’Associazione di contribuire attivamente al recupero di un’area martoriata, in origine espressione della ricca macchia mediterranea e del grande bosco di Santa Luce.

Nell’ottica di favorire un virtuoso dialogo interreligioso, il Monastero promuoverà l’incontro tra persone di fedi differenti per la diffusione nel mondo di un messaggio di pace universale. Il Monastero, punto di coesione e di riferimento per tutti coloro che intendono prendere i voti, permetterà di accedere a un curriculum di studi completo e approfondito sotto la guida di maestri qualificati della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana e avrà come guida Ghesce Thubten Chonyi, abate di Lhungtok Choekhorling, del Monastero e del Convento di Kopan in Nepal e membro del board della Fpmt (Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition), che conta oltre 160 centri e progetti sociali nel mondo.

Le parole dei protagonisti

La presentazione odierna ha visto un primo intervento sull’importanza spirituale del progetto, a cura del ven. Massimo Stordi, presidente dell’Associazione Sangha Lhungtok Choekhorling: “Da oltre 50 anni Pomaia è un punto di riferimento per il Buddhismo in Occidente, ma i primi monaci buddhisti della nostra tradizione in Italia si aggregarono proprio a Milano. Crediamo che iniziare a presentare il progetto a livello nazionale da questa città sia particolarmente significativo. L’incontro di questa mattina rappresenta per noi l’opportunità di rafforzare il dialogo interreligioso e, al contempo, raccontare il ruolo generativo e profondamente sociale delle comunità monastiche che scelgono la vita contemplativa al servizio degli altri. Il nostro progetto accoglie anche chi adotta un diverso stile di vita e ambisce a promuovere la diffusione di un messaggio di pace, armonia e benessere a vantaggio dell’intero Paese”.

L’architetto Gino Zavanella, capo progettista che, tra le opere più note, ha firmato il progetto dell’avveniristico Juventus Stadium, ha aggiunto: “Questo Monastero rappresenta un traguardo storico per il nostro Paese: un progetto di tale portata, infatti, non è solo un’opera architettonica, ma il risultato perfetto della contaminazione tra cultura, apertura spirituale e arricchimento dell’intera comunità e, al contempo, un punto di unione tra la tradizione buddhista e la cultura occidentale”.

La conferenza si è conclusa con gli interventi del dottor Filippo Scianna, presidente dell’Unione Buddhista Italiana, che ha illustrato la presenza dei Monasteri Buddhisti in Italia e dell’abate Ghesce Thubten Chonyi che ha affrontato il tema del valore sociale e culturale della vita contemplativa non fine a se stessa, bensì a servizio della collettività.

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