La casa rappresenta una leva cruciale per la transizione ecologica, soprattutto in considerazione della forte dipendenza dell’Italia dalle importazioni di fonti energetiche da paesi esteri, che coprono il 75% del fabbisogno energetico nazionale. Nonostante i progressi compiuti grazie ai bonus edilizi stanziati dal governo italiano tra il 2020 e il 2023, il quadro manutentivo degli immobili residenziali in Italia risulta ancora piuttosto obsoleto ed energivoro. È quanto emerge dall’analisi “Direttiva Epdb, un’opportunità di rilancio per il sistema Paese“, condotta da Nomisma per conto di Rockwool, leader mondiale nella realizzazione di prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia, che ha esaminato lo stato dell’arte del processo di efficientamento energetico del patrimonio residenziale italiano, responsabile del 25% dei consumi energetici totali del Paese.
Secondo i dati aggiornati a maggio 2024, il 54% delle abitazioni italiane appartiene alle classi energetiche con le performance peggiori (classi F e G). In particolare, nella zona climatica D, la percentuale di abitazioni con le prestazioni peggiori raggiunge il 65%, incidendo sui consumi energetici del settore residenziale. Oltre la metà dell’obiettivo fissato dalla Direttiva Case Green dell’Unione Europea per il settore residenziale (16%) è già stato conseguito grazie agli interventi di riqualificazione energetica favoriti dagli incentivi fiscali messi in atto dal 2020 al 2023 (Superbonus 110%, Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate). Tali interventi hanno consentito infatti di ottenere l’8,9% di risparmio energetico; rimane pertanto da conseguire un ulteriore risparmio del 7,1% dei consumi energetici entro il 2030.
Secondo i calcoli di Nomisma, grazie a un ulteriore investimento di 83,4 miliardi di euro in interventi di riqualificazione, sia completi che di sola sostituzione di impianti, si potrebbe raggiungere l’obiettivo Ue in 5 anni intervenendo su circa il 10% degli edifici residenziali. Per sostenere questi investimenti, eventualmente sarà indispensabile un mix di risorse pubbliche e private in modo da ridurre quanto più possibile l’impatto sulle casse dello Stato.
Sul totale degli 83,4 miliardi, si stima che la spesa media per unità immobiliare ammonterebbe a 24.846 euro, variando da 15.000 euro per un’abitazione in un grande condominio a 42 mila euro per un edificio unifamiliare. Gli interventi necessari per conseguire gli obiettivi della Direttiva permetteranno di ridurre le emissioni atmosferiche di 3,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, pari al 7% delle emissioni di CO2 dell’intero settore residenziale. Inoltre, si otterrebbe un risparmio medio del 36% in termini di bolletta energetica per unità immobiliare, con risparmi che variano da 390 euro l’anno per le case situate nelle zone climatiche più calde fino a 1.241 euro l’anno per le abitazioni nelle zone più fredde d’Italia.
«La Direttiva Case Green rappresenta per l’Italia un’opportunità di riqualificare parte del patrimonio residenziale nazionale, ancora oggi piuttosto obsoleto ed energivoro rispetto ad altre nazioni europee, utilizzando materiali sostenibili e già presenti in natura come la lana di roccia, che consente di ottenere ottimi risultati in termini di isolamento termico e acustico degli edifici nel lungo periodo, garantendo al contempo una sicurezza antincendio delle abitazioni – ha dichiarato Federico Castelli, amministratore delegato di Rockwool Italia -. Riteniamo che grazie a un buon mix di investimenti pubblici e privati, l’obiettivo di ridurre del 16% le emissioni entro il 2030, considerato che metà percorso è già stato fatto, sia perfettamente raggiungibile e sostenibile a livello di costi annui».
«Gli obiettivi della Direttiva Case Green rappresentano un’occasione non solo per riqualificare parte del patrimonio residenziale italiano e ridurre le emissioni atmosferiche, ma al contempo possono contribuire a dare un impulso a tutta la filiera delle costruzioni, dalle imprese di produzione e installazione di impianti alle aziende che realizzano interventi strutturali sull’involucro degli edifici, con conseguenti benefici economici anche per le casse dello stato, grazie alle entrate fiscali derivanti da tali investimenti – hanno dichiarato Johnny Marzialetti e Barbara Da Rin, senior project manager di Nomisma -. Inoltre, le famiglie che decidono di riqualificare la propria abitazione possono beneficiare da subito di un risparmio economico in termini di bolletta energetica, nonché di un apprezzamento di valore del proprio immobile che rappresenta una sorta di protezione rispetto alla svalutazione che investe gli edifici che non garantiscono le prestazioni energetiche richieste ormai sempre più spesso dalla domanda abitativa».