Tornerà il 12 e 13 maggio 2026, a Riva del Garda, REbuild, l’appuntamento di riferimento per la community dell’ambiente costruito organizzato da Riva del Garda Fierecongressi. Con l’annuncio delle nuove date, viene pubblicato anche l’Outlook, la rivista digitale interattiva che raccoglie contenuti, dati e riflessioni emerse durante l’ultima edizione e che, inoltre, ospita il Manifesto per il futuro delle costruzioni: un documento strategico che intende tracciare una visione condivisa per l’evoluzione del settore edilizio e immobiliare italiano.
Concepita come una piattaforma editoriale aperta, Outlook nasce per dare continuità e profondità alle riflessioni e agli spunti emersi durante l’ultimo REbuild.
Attraverso una selezione ragionata di contributi, dati e testimonianze raccolte durante la due giorni del 2025 — che ha visto la partecipazione di oltre 80 relatori, 2 sessioni plenarie, 14 conferenze e 4 workshop tematici — Outlook restituisce una sintesi autorevole delle traiettorie di cambiamento che stanno ridisegnando l’ambiente costruito: dalla transizione ecologica alla trasformazione digitale, dalle questioni energetiche ai nuovi materiali, dall’industrializzazione dei processi all’evoluzione del mercato, all’impatto delle politiche europee sui settori delle costruzioni e dell’immobiliare.
“Outlook – spiega Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi – è un prodotto editoriale di grande qualità e spessore, nato per raccogliere e valorizzare il pensiero dei protagonisti del settore. È la sintesi più efficace di un lavoro collettivo che vogliamo rendere accessibile a tutta la community. Un patrimonio condiviso di visioni e competenze, utile per chiunque voglia contribuire alla definizione di un nuovo paradigma dell’abitare e del costruire”.
Il manifesto per il futuro delle costruzioni
Il manifesto — disponibile all’interno di Outlook sul sito rebuilditalia.it — è una roadmap operativa rivolta alle filiere e al Legislatore. Frutto di un processo di confronto che ha coinvolto i rappresentanti del Real Estate – imprese, professionisti, istituti di ricerca, produttori, investitori, sviluppatori – il documento propone una lettura sistemica delle trasformazioni in atto e individua linee d’azione per guidare la transizione del settore verso modelli più sostenibili, inclusivi e orientati all’innovazione.
A partire da metà ottobre, i contenuti del Manifesto saranno parte di un percorso di presentazioni e confronti con gli stakeholder del settore, che accompagneranno la community fino alla prossima edizione di REbuild. I prossimi appuntamenti del tour saranno: a Venezia, con il Green Building Conference & Expo 2025 (metà ottobre); a Budapest con RICS per il Built Environment European Summit 2025 (20-21 ottobre); a Milano in occasione di Renovation Days 2025 (a novembre); a Riva del Garda, a febbraio 2026, insieme a Hospitality (con ulteriori tappe a Trento, Milano e Roma in fase di definizione).
Il cuore del Manifesto è un messaggio chiaro rivolto al legislatore.
Perché, spiega Ezio Micelli, Presidente del Comitato Scientifico di REbuild e Professore ordinario all’Università IUAV di Venezia, “serve una politica per le costruzioni che supporti la transizione del settore, poiché il mercato da solo non può affrontarla. È necessaria una cornice di indirizzo pubblico che agisca a livello sistemico, guidando l’evoluzione intersettoriale delle filiere coinvolte per valorizzare il potenziale di innovazione e sostenibilità già esistente nella filiera edilizia”.
L’appello al legislatore
Il testo sottolinea infatti l’importanza di un intervento politico per valorizzare il potenziale del settore edilizio nel rispondere alle sfide ambientali e sociali. Pur essendo già ricco di competenze, il comparto necessita di una visione integrata, politiche pubbliche lungimiranti e norme coerenti.
La roadmap proposta auspica una nuova politica industriale che favorisca investimenti e il passaggio verso modelli produttivi più efficienti, come l’off-site, capace di abbattere i costi e rendere l’abitare più accessibile.
Affronta il tema della transizione: tecnologica, sociale, economica e demografica, che deve adattarsi ai bisogni specifici delle comunità e dei territori. Pone al centro delle politiche pubbliche il tema della casa, considerata un diritto primario e non solo un bene di mercato.
Attribuisce un ruolo chiave in questo percorso all’intelligenza artificiale, che può semplificare i processi e migliorare la qualità dei progetti, ossia la vivibilità degli spazi. Chiede, infine, l’introduzione di indicatori chiari per valutare l’impatto urbano e sociale delle trasformazioni.