Milano, da sempre faro di attrattività e motore economico, si trova di fronte a una sfida abitativa sempre più pressante. L’evento Abitare a Milano, nuove soluzioni per una città che cambia, svoltosi presso l’Hub Lombardini22 e promosso, al fianco della società di architettura, da idealista e da È.one abitarègenerativo, ha acceso i riflettori su come ripensare il futuro dell’abitare urbano, ponendo l’accento su relazioni, accessibilità e sostenibilità.
La rapida evoluzione socio-demografica di Milano ha creato nuove criticità. Come illustrato da Chiara Nogarotto, sociologa di È.one abitarègenerativo, la città, pur attrattiva, è anche fragile. Si assiste a una crescita dell’età media, una riduzione della dimensione delle famiglie e, preoccupantemente, la solitudine rischia di diventare la nuova normalità.
Dal punto di vista economico-finanziario, Giuseppe Esposito, senior real estate data analyst di idealista/data, ha evidenziato il crescente e allarmante divario tra redditi e costi abitativi. Per un giovane con uno stipendio medio, l’abitare a Milano non è più una libera scelta ma una “sfida concreta”, rendendo difficile trovare soluzioni dignitose e sostenibili.
Eppure, in questa sfida si cela una “grande opportunità: reinventare il modo in cui abitiamo”.
L’evento non ha infatti solo delineato le criticità, ma ha soprattutto proposto modelli sperimentali e soluzioni concrete che possono trasformare il panorama abitativo milanese:
• welfare aziendale come leva abitativa strategica: Fabio Di Nunno, direttore risorse umane di Lombardini22, ha sottolineato il ruolo cruciale del welfare aziendale non solo come strumento di supporto abitativo, ma anche come meccanismo per attrarre e trattenere i giovani talenti in città. Questo modello, denominato “welfare abitativo generativo”, prevede che le aziende possano coprire parte della spesa d’affitto. Si tratta di un investimento per le imprese che favorisce la stabilità e la produttività dei dipendenti, permettendo ai giovani collaboratori di trovare un luogo accogliente per avviare la propria esperienza milanese.
• Coabitazione intergenerazionale e abitare generativo: un’altra soluzione innovativa è la coabitazione intergenerazionale, un esempio concreto che risponde al bisogno di compagnia e sostegno da un lato, e alla ricerca di spazi accessibili e reti di appartenenza dall’altro. Questo modello crea valore sociale ed economico, ottimizzando l’utilizzo degli spazi abitativi. Società come È.one abitarègenerativo sono specializzate nello sviluppo di progetti abitativi innovativi che pongono al centro le relazioni umane, la reciprocità e la sostenibilità, trasformando l’abitare in un’esperienza generativa che integra casa, lavoro, cura, educazione e cultura per favorire la coesione sociale e il benessere collettivo. Il progetto “Generavivo” a Bergamo, che reinterpreta le corti lombarde per promuovere un abitare intergenerazionale e inclusivo, ne è un esempio tangibile.
• Attivazione territoriale e rigenerazione di spazi pubblici: il progetto Sottocasa per la rigenerazione del parco Baden-Powell offre un esempio di come lo spazio pubblico possa diventare una “casa comune”. Questa iniziativa promuove socialità, cura condivisa e un profondo senso di appartenenza, applicando in modo tangibile i principi ESG (Environmental, Social, Governance) al settore immobiliare. Riconvertire e rigenerare spazi esistenti, rendendoli accessibili e condivisi, rappresenta una strategia chiave per affrontare la scarsità di alloggi e promuovere un modello di sviluppo urbano più sostenibile e inclusivo.
Milano ha l’opportunità di non leggere i dati socio-demografici come una condanna, ma come una chiamata collettiva alla trasformazione. Attraverso questi modelli innovativi di coabitazione, supporto abitativo e rigenerazione urbana, il settore immobiliare, le aziende e la comunità possono collaborare per costruire una Milano più accogliente, resiliente e ricca di relazioni, superando le sfide dell’accesso alla casa e dell’isolamento sociale. È un percorso verso un futuro abitativo più equo e sostenibile per tutti.