L’Intelligenza Artificiale continua a spazzare nel settore immobiliare: è quasi ovunque nei contenuti. ChatGPT, generative AI e strumenti automatici promettono di ottimizzare la produttività e semplificare la comunicazione.
Fin qui, tutto bene. Ma c’è un problema crescente, che è sotto gli occhi di tutti: la qualità generale di questi contenuti sta crollando.
Sempre più spesso vediamo testi generici, scollegati dal contesto, pubblicati così come escono dal prompt, senza una minima revisione. È il classico “copia e incolla” che riempie i feed social e i siti con parole senz’anima, ripetitive e spesso inutili.
Il vero errore, però, non è l’uso dell’AI. L’errore è considerarla una stampante di contenuti, una macchina che scrive al posto nostro e che ci libera completamente dal pensiero. In realtà, l’AI dovrebbe essere uno strumento creativo, non un sostituto della nostra voce. E questo si
percepisce chiaramente nei contenuti: quelli più impersonali, più standardizzati, semplicemente… non funzionano. Non creano connessione, non portano valore, e soprattutto non convertono.
A confermare questa deriva, in questi giorni è arrivata una decisione importante da parte di YouTube. Dal 15 luglio 2025, la piattaforma ha ufficialmente introdotto nuove linee guida che penalizzano i contenuti generati in massa con l’AI. In particolare, verranno demonetizzati tutti quei video considerati “AI slop”: quiz automatici, slideshow con narrazione artificiale, video generici “top 10” senza valore aggiunto.
YouTube non vieta l’AI, ma chiede un contributo umano: revisione, storytelling, originalità.
È un segnale fortissimo. E dovrebbe farci riflettere anche nel nostro settore. Perché non basta pubblicare. Non basta automatizzare. Serve rielaborare, dare contesto, rimetterci del nostro. E nel mondo immobiliare, dove la relazione e la fiducia sono tutto, la nostra voce è ciò che fa la differenza.
Ecco perché credo che ogni agente moderno debba iniziare a usare l’AI con disciplina e consapevolezza. Non per scrivere al posto nostro, ma per aiutarci a pensare meglio, più in profondità, più velocemente. L’AI non è una scorciatoia. È una leva. E come ogni leva, funziona solo se sai dove applicarla.
Nel 2025, il problema non è la quantità di contenuti. È la qualità delle intenzioni con cui li crei.