Le rinnovabili superano le fossili, ma serve più potenza per gli obiettivi 2030

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Nei primi sei mesi dell’anno la produzione da fonti rinnovabili  è cresciuta del +27,3% rispetto al primo semestre 2023 e ha superato per la prima volta la produzione da fonti fossili, che ha registrato una flessione del 19% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una ancor più marcata riduzione della quota di produzione a carbone -77,3.

E sempre nei primi sei mesi del 2024 la richiesta di energia è stata coperta dalle fonti rinnovabili per il 43,8% (contro il 34,9% dei primi sei mesi del 2023). 

Per Terna, che ha prodotto i dati, si è trattato del record storico su base semestrale.

Quanti impianti di rinnovabili ci sono in Italia

Le imprese attive o potenzialmente attive nella filiera delle energie rinnovabili in Italia nel 2023 sono 37.655, contro le 33.257 dell’anno precedente, evidenziando un aumento del 13,2%. 

Il 74,4% lavora nel fotovoltaico ,il 37,1% nell’eolico, il  23,2% nelle bioenergie (ovvero biomasse e biogas), il 17,6% nell’idroelettrico, il 13,0% nel geotermoelettrico e 8,1% nel solare termico. 

I dati sono frutto dell’analisi di Fondazione Symbola, per cui, oltre un terzo di queste imprese ha la sede legale in Lombardia, Lazio e Campania.

La Lombardia domina con 6.035 imprese, corrispondenti al 16,0% del totale nazionale, seguita dal Lazio con 4.084 imprese e una percentuale del 10,8%. La Campania è al terzo posto con 3.490 imprese (9,3%), seguita dalla Sicilia con 3.018 (8,0%) e il Veneto molto vicino con 2.981 imprese (7,9%). Queste cinque regioni raccolgono insieme oltre la metà del totale delle imprese censite nella filiera (52,1%).

Quanto valgono le rinnovabili

Su 37.665 imprese, quasi 800 sono focalizzate nello sviluppo di tecnologie di punta, generano un fatturato di 12 miliardi di euro e occupano 37mila addetti. (Rapporto 100 Italian Renewable Energy Stories – Symbola – Enel, in collaborazione con Key – The energy transition expo).

Dai dati dei consumi e della produzione si evince che il 2023 e il 2024 siano anni d’oro per le rinnovabili, ma ogni luce ha delle ombre.

Le rinnovabili dipendono dai fattori atmosferici. L’idroelettrico produce molto con le piogge e il fotovoltaico con l’estate. ne deriva una situazione di mercato complessa, dove il prezzo poteva arrivare ad essere negativo, sprecando energia.

Con il TIDE, il nuovo Testo integrato del dispacciamento elettrico che entrerà in vigore il 1 gennaio 2025 si dovrebbe stabilire più equità, ma resta il nodo dei progetti in attesa di valutazione.

Oltre 1.300 progetti di grandi impianti bloccati

Nel rapporto del 2024 ‘Scacco matto alle rinnovabili’ di Legambiente emerge che sono 1.376 i progetti di grandi impianti in attesa di valutazione. 

A frenare una normativa del 2010 e lungaggini autorizzative soprattutto da parte  delle regioni, di presidenza del consiglio e ministero della cultura: 81 progetti in attesa di determina da parte di Palazzo Chigi, con pareri positivi da parte della Commissione Via (Commissione valutazione impatto ambientale)  e negativi da parte del Ministero della cultura.

Secondo l’analisi, in Italia sono stati registrati appena 5.677 MW totali di nuove installazioni ( dati di Terna), una crescita lenta se si considerano gli obiettivi climatici del 2030: 90 GW di nuove installazioni, pari quasi 13 GW di nuova potenza annuale dal 2024 al 2030. 

Preoccupa anche la scarsità dei grandi impianti realizzati nel 2023: infatti, secondo i dati di Elettricità Futura, dei 487 MW di eolico, l’85% degli impianti ha una taglia superiore ai 10 MW, ma dei 5.234 MW di fotovoltaico, il 38% degli impianti ha una potenza inferiore ai 12 kW, e il 78% è sotto il MW. 

Numeri troppo bassi, denuncia Legambiente, per affrontare la decarbonizzazione del sistema elettrico e dei sistemi produttivi del paese.  

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