Il progetto di ristrutturazione della sede Engie in via Chiese a Milano, firmato da Park Associati, ripensa in modo completo un edificio costruito nei primi anni Ottanta, di scarsa qualità architettonica e datato dal punto di vista energetico e distributivo. L’intervento restituisce al tessuto urbano un immobile contemporaneo, congruo allo sviluppo dell’area Bicocca, resa recentemente più strategica dall’apertura della fermata della metropolitana.
Punto di primissimo piano del progetto è la plusvalenza nel funzionamento energetico di tutto l’immobile con l’obiettivo di raggiungere standard di eccellenza (Engie è attiva nella produzione e vendita di elettricità e gas). I progettisti hanno scelto di spostare il baricentro di connessione al tessuto urbano con un adeguamento volumetrico delle due reception al pianoterra; di mantenere l’importanza della zona a verde attualmente visibile anche da strada e di ripensare soprattutto la flessibilità degli spazi interni ad uffici nonché il sistema dei fronti, per adeguarli alle necessità attuali di risparmio energetico e di isolamento acustico.
La ricalibrata composizione dei volumi ha scomposto l’edificio, arrivando ad una configurazione molto più leggera ed articolata. Una nuova guardiola si pone in prua rispetto all’immobile e si lega in un sistema complesso di vetro trasparente e lamiera pressopiegata alla recinzione della proprietà dell’immobile stesso. Una pensilina in aggetto si sporge sul viale principale proteggendo gli ospiti.
La nuova facciata in doppio vetrocamera strutturato da terra a soffitto esaspera la trasparenza dell’involucro e permette piena connessione visiva tra ambienti lavorativi e ambiente esterno. Al disegno dei moduli vetrati si sovrappone un livello compositivo delineato da elementi orizzontali e verticali in alluminio anodizzato atti a frammentare le dimensione dell’edificio.
La nuova sede di Engie ha ottenuto la certificazione Leed Platinum (il grado più alto della certificazione), ha vinto il primo premio al Global Architecture & Design Award di Rethinking the Future nella categoria Office Building (Built) ed è finalista al European Union Mies van der Rohe Award 2019, riconoscimento assegnato ogni due anni ai lavori completati nel biennio precedente.
di Danilo Premoli – Office Observer