Apre a Ferrara lo Spazio Antonioni

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Spazio Antonioni nasce dalla volontà di rendere accessibili al grande pubblico e agli appassionati le testimonianze dell’opera di uno dei padri del cinema moderno conservate nell’Archivio Antonioni. Il regista stesso e sua moglie, Enrica Fico, hanno affidato al Comune di Ferrara un patrimonio di 47.000 unità che conta pellicole, appunti, sceneggiature originali, fotografie, manifesti, premi, disegni e dipinti di Antonioni, la sua biblioteca, la discoteca privata e l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso.

Il progetto, ideato da Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque française, su input di Vittorio Sgarbi e in sinergia con Enrica Fico Antonioni, è stato sviluppato dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto, ridisegnando completamente le funzioni e gli spazi del Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara. L’intento è quello di far nascere un museo vivo, un luogo di scoperta e di approfondimento dove le preziose testimonianze dell’opera del grande cineasta conservate nell’Archivio Antonioni possano entrare in dialogo con il lavoro di artisti, registi e intellettuali che l’hanno ispirata o che l’hanno ammirata.

Il progetto architettonico firmato da Alvisi Kirimoto in coordinamento con la progettazione esecutiva e direzione dei lavori del Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara, prevede un percorso espositivo chiaro, fluido e dinamico che ricorda uno dei piani sequenza di Antonioni. Al piano terra cinque setti monolitici scandiscono i capitoli del racconto per culminare nelle sale immersive dedicate ai film di Antonioni. Al progredire dell’esperienza corrisponde il climax cromatico in scala di grigi delle pareti che plasmano uno spazio astratto, richiamando le atmosfere ricercate dal regista nei suoi film.

I setti espositivi sono progettati per assolvere a funzioni diversificate, mettendo in dialogo pareti piene, dove appendere dipinti e manifesti, con monitor integrati e ampie vetrine per l’esposizione di oggetti, documenti e foto. Al primo piano, una “esplosione spaziale” innescata da pannelli che traslano e ruotano consente di modulare la grande sala, aperta e versatile, in base alle diverse necessità funzionali della programmazione museale.

È stato riservato uno spazio polivalente per rassegne, incontri, mostre, nello spirito del dialogo tra le arti, che affianca il percorso cronologico, scandito da sezioni che ripercorrono le stagioni del cinema di Antonioni. Quattro sale sono dedicate alla visione di sequenze dei film di Antonioni, capolavori del cinema del Novecento che continuano a interrogare la realtà del Terzo Millennio.

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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