Il rientro dei cervelli e le implicazioni sul mercato immobiliare

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Il regime del rientro dei cervelli, noto anche come regime degli impatriati, rappresenta una misura incentivante sul piano fiscale, volta ad attrarre in Italia lavoratori altamente qualificati che hanno scelto di rientrare nel Paese dopo un periodo di lavoro all’estero.

Questo regime offre la possibilità di applicare una tassazione agevolata su una parte del reddito generato in Italia, rappresentando un’opzione interessante per coloro che intendono ri-stabilirsi nel nostro Paese.

La normativa in vigore sino a tutto il 2023, prevedeva una serie di benefici fiscali per i lavoratori che decidevano di rientrare in Italia. In particolare, era possibile beneficiare di una tassazione agevolata per un periodo di 5 anni, durante il quale il reddito prodotto nel Paese era soggetto ad un’imposizione fiscale ridotta.

Una delle caratteristiche più interessanti della vecchia normativa era la possibilità di estendere la durata delle agevolazioni fiscali per ulteriori 5 anni, in presenza di determinate condizioni. Tra queste, l’acquisto di una prima casa rappresentava una delle opzioni più rilevanti. I beneficiari del regime potevano, quindi, godere di una tassazione agevolata per un massimo di 10 anni, a condizione che acquistassero una prima casa entro un determinato termine.

Ciò, com’è evidente e sebbene non esistano dati specifici, ha comprensibilmente incentivato, da un lato, la domanda di immobili ad uso residenziale e, dall’altro, un maggiore dinamismo degli investitori nel mercato immobiliare. Il tutto potenzialmente spingendo i prezzi verso l’alto.

A partire dal 1° gennaio 2024, è entrata in vigore una nuova normativa relativa al regime del rientro dei cervelli. La nuova disciplina ha apportato significative modifiche rispetto alla precedente, tra cui la soppressione della possibilità di estendere la durata delle agevolazioni fiscali per ulteriori 5 anni per coloro che, ad esempio, acquistassero la prima casa.

Pertanto, attualmente, la possibilità di estensione della durata delle agevolazioni fiscali è riservata esclusivamente a coloro che hanno già beneficiato del regime precedente, ovvero coloro che hanno trasferito la residenza anagrafica in Italia prima della fine del 2023.

Ciò significa che i nuovi beneficiari del regime non potranno più usufruire dell’estensione della durata delle agevolazioni fiscali, indipendentemente dalle condizioni che possano verificarsi.

Ma quali sono le implicazioni di questa inversione di tendenza?

Come detto, solo coloro che hanno già beneficiato del regime precedente possono continuare a usufruire delle agevolazioni fiscali secondo le condizioni previste dalla vecchia norma.

Di conseguenza, la soppressione della possibilità di estendere la durata delle agevolazioni di che trattasi, potrebbe ridurre l’attrattività del regime per alcuni lavoratori altamente qualificati e questo è un elemento di evidente importanza se solo si tiene conto del fatto che tra il 2021 e il 2023 il regime agevolato ha portato il rientro di 18.000 persone circa.

Ad esempio, si è comprensibilmente venuto ad interrompere il positivo impatto sull’aumento della domanda di abitazioni, sull’attività degli investitori e sulla crescita delle aree urbane, in un mercato immobiliare che forse – Milano a parte – mostra qualche segno di stanchezza.

In conclusione, il regime del rientro dei cervelli rappresenta tutt’ora un’opzione interessante per coloro che intendono rientrare in Italia e beneficiare di una tassazione agevolata.

Tuttavia, è fondamentale tenere conto delle modifiche apportate nel 2024 alla normativa in questione e monitorare l’evoluzione del mercato per comprenderne meglio gli effetti.

Con l’auspicio, in definitiva, che vengano reintrodotte le misure agevolative sulla prima casa.

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