Con i nuovi Cam si premiano i progetti con le strutture portanti in legno

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Attraverso l’introduzione del Criterio 2.6.7, i nuovi Cam (Criteri minimi ambientali) rivolgono particolare attenzione ai materiali cosiddetti rinnovabili, stabilendo la definizione di un criterio premiante per i progetti dove le strutture portanti in legno costituiscano almeno il 20% della massa totale dei prodotti da costruzione.

Si tratta di un passo che pone le basi per una rivoluzione edile, soprattutto in un momento così complesso per il mercato.

Lo sottolinea la Federazione filiera legno, che con il suo bollettino ha rilevato che il settore delle opere in legno (a destinazione residenziale) ha registrato una prima frenata degli investimenti nel 2024, con un calo reale del -5,5%/-6% rispetto all’anno precedente; le stime derivanti dall’analisi del mercato edile all’interno del primo semestre indicano un’ulteriore contrazione per le realizzazioni private per il 2025 (-6%/-7%). In questo scenario, è facile comprendere come la spinta della pubblica amministrazione all’utilizzo di strutture in legno, grazie ai fondi del Pnrr, possa assumere un ruolo strategico per lo sviluppo e la tenuta della filiera del legno e non solo.

“Il Decreto recante i nuovi Criteri Ambientali Minimi rappresenta un importante riconoscimento per la nostra filiera”, spiega Angelo Luigi Marchetti, presidente Federazione filiera legno. “Vedere riconosciuto per la prima volta in Italia il valore del legno strutturale, attraverso la definizione di un Criterio Premiante dedicato ai materiali rinnovabili, non è solo un incentivo, ma la validazione di un modello costruttivo che è di riferimento in un ambito di sostenibilità. Questo nuovo Criterio declina così un elemento ecologico verso la creazione di un modello economico, sensibilizzando la Pubblica Amministrazione verso scelte che possono valore per il paesaggio forestale e per l’economia del Paese e che, di fatto, possono trasformare il settore edile da elemento emissivo a bacino di carbonio”.

Basti pensare che, secondo uno studio del Finnish Environment Institute (2020), se l’80 % delle nuove costruzioni in Europa venisse realizzato in legno, si potrebbero stoccare fino a 55 milioni ton di CO₂/anno entro il 2040 — quasi il 47 % delle emissioni annuali dell’industria edile Europea.

Se da un lato il prossimo decreto recante i nuovi Criteri ambientali minimi segna una direzione corretta, dall’altro evidenzia la necessità di accelerare sulla creazione di una strategia nazionale per l’intera filiera.
Secondo la Federazione Filiera Legno, per concretizzare appieno il potenziale dell’edilizia in legno in Italia è fondamentale proseguire nello sviluppo di un “sistema prodotto nazionale”. Il percorso deve necessariamente passare dalla condivisione di una Roadmap di medio periodo con tutti gli stakeholder e i decisori politici.
“II prossimo passo – ricorda Marchetti, Presidente Federazione Filiera Legno – sarà integrare in modo sinergico le politiche di sostenibilità. Infatti, all’interno di un quadro di cambiamenti climatici e di migrazione delle specie forestali, diviene indispensabile aumentare la produzione e l’uso di legno sostenibile di origine nazionale. Definire piantagioni specializzate per la definizione di assortimenti nazionali e utilizzare meglio l’attuale copertura forestale sono due azioni sinergiche al fine di promuovere uno sviluppo della nostra filiera resiliente e innovativo. In quest’ottica, la partnership tra governo, industria e stakeholder è fondamentale per realizzare una visione sostenibile del nostro abitare, della nostra industria e del nostro paesaggio”.

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