Il premio Pritzker, considerato per il settore il Nobel dell’architettura è stato assegnato a Yvonne Farrell e Shelley McNamara, architetti irlandesi che fra le loro opere annoverano la progettazione della sede dell’Università Bocconi di via Roentgen a Milano.
Le progettiste sono state premiate per “il loro consistente contributo a un’architettura di qualità, capace di tenere ugualmente conto delle esigenze dei luoghi e delle persone” e il verdetto ricorda le parole con cui nel 2008 hanno descritto l’edificio milanese da loro progettato e inaugurato.
“Abbiamo voluto marcare una continuità tra il paesaggio cittadino e quello dell’Università. Abbiamo creato l’esterno in ceppo di Gré, una pietra tipica locale presente in molti palazzi milanesi, mentre il marciapiede di 90 metri che costeggia il plesso ricrea uno spazio pubblico che prosegue nell’edificio portando con sé la pavimentazione della città”.
Il “Nobel dell’architettura a due gocce rosa in un oceano blu
Il premio Pritzker nasce nel 1979 per volontà di Jay Pritzker e di sua moglie Cindy, è sostenuto dalla famiglia Pritzker e sponsorizzato dalla Hyatt Foundation. Farrell e McNamara sono due gocce rosa in un oceano blu, perché il riconoscimento è stato finora assegnato prevalentemente a professionisti maschi.
Tanto che nel discorso di accompagnamento alla consegna del premio, il presidente della giuria Stephen Breyer, giudice della corte suprema statunitense con vivo interesse per l’architettura ha sottolineato che Farrell e McNamara sono “pioniere in un campo che è stato tradizionalmente, ed è tuttora, dominato dagli uomini, rappresentano anche un faro per gli altri mentre forgiano il loro percorso professionale esemplare”.
Solo altre tre donne hanno ricevuto il premio prima di loro, Carme Pigem nel 2017 (con Ramón Vilalta e Rafael Aranda) e Kazuyo Sejima fondatrice dello studio SANAA che ha ricevuto il Pritzker 2010 insieme al collega Ryue Nishizawa. In questo caso Kazuyo Sejima e il suo studio sono altrettanto legati alla Bocconi perché loro è il progetto del nuovo campus urbano di via Bocconi 10 inaugurato a novembre del 2019.
Altro nome di spicco a ricevere il Pritker è stato quello di Zaha Hadid. Meglio, in questo caso si tratta del primo nome femminile di sempre a ricevere il prestigioso riconoscimento.
Zaha Hadid, nata a Baghdad e naturalizzata britannica è nota per la suggestione degli edifici che portano la sua firma, per la profonda ricerca e per la volontà di oltrepassare i limiti spaziali che ha accompagnato tutte le sue opere fino alla scomparsa, avvenuta nel 2016. Zaha Hadid è stata inoltre la prima donna a ricevere la medaglia d’oro del Royal Institute of British Architects.
Il curriculum di Yvonne Farrell e Shelley McNamara
Le vincitrici del Prizker 2020 vivono e lavorano a Dublino, dove si sono laureate alla Scuola di Architettura dell’University College e hanno fondato lo studio Grafton Architects nel 1977.
Nel 2002 lo studio ha partecipato alla Biennale Architettura di Venezia e nel 2012 nella stessa kermesse ha vinto il Leone d’Argento con il progetto del nuovo Campus UTEC dell’Università di Lima in Perù insieme all’opera di Paulo Mendes da Rocha.
Forti di lavorare da sempre in sodalizio, Farrell e McNamara sono particolarmente attive nella loro terra d’origine, l’Irlanda, dove hanno progettato e realizzato diverse scuole e università. Spiccano i Dunshaughlin Civic Offices, i negozi e gli uffici della Dublin City University e il Parson’s Building.
Numerosi i concorsi internazionali aggiudicati, tra cui la School of Economics of the University di Tolosa, Kingston University Town House, Institute Mines Telecom campus, Saclay, Parigi. Le architette sono state scelte per progettare la nuova facoltà della London School of Economics and Political Science a Holborn, Londra. Entrambe insegnano all’University College di Dublino dal 1976 e sono titolari della cattedra di architettura all’Accademia di Mendrisio.
Definite celebratrici dello spazio libero, le due progettiste sono state inoltre premiate per l’integrità dell’approccio seguito, che si esprime sia attraverso gli edifici che progettano sia nel modo in cui conducono il loro lavoro. Questo è quanto riportato nel verdetto, che comprende l’incessante impegno a favore dell’eccellenza in architettura e per l’atteggiamento responsabile verso l’ambiente. Segno che oltre all’abilità progettuale, il prestigioso Premio Pritzker considera meritevole di plauso anche il saldo orientamento all’attenzione ambientale.