Un giardino d’inverno tra esistente e progetto

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L’idea di sviluppare per la sede Guardini a Volpiano, nella cintura torinese, un ampliamento ecosostenibile ha caratterizzato le scelte progettuali e il loro successivo sviluppo. La sfida è stata quella di realizzare un edificio capiente ma raccolto, riservato ma trasparente, “aulico” ma familiare, ecologicamente sostenibile ma che disponesse di un linguaggio architettonico proprio.

La vista esteriore esprime una forma rigorosa; l’interno, luminoso e aperto, è caratterizzato da una forte connessione tra le parti. “Il percorso progettuale – racconta l’architetto Paolo Alpe titolare dello studio Progetto Architettura che ha firmato l’intervento – nasce dalla verifica dell’impronta a terra, determinata dalle esigenze aziendali, in relazione con il prospetto principale. Una pianta rettangolare, parallela alla via di accesso, è stata collegata alla preesistenza attraverso un vuoto costruito: nasce la “cerniera-serra”, un giardino d’inverno. Gli studi di facciata sfociano in una forma compatta e regolare e l’affermazione di un volume solido, elementare, pone le basi per dare corpo all’idea di un elemento “pesante” sostenuto da esili ritti metallici al di sopra di un volume trasparente costituente la hall di ingresso. Il pieno che comprime il vuoto. Il vuoto che a sua volta rifluisce nell’interstizio a disposizione tra il costruito rifugiandosi nel giardino d’inverno”.

La necessità di realizzare un edificio di ricercato impatto visivo non trovava supporto nella volumetria a disposizione: lo slittamento orizzontale dei piani più alti, a destra e sinistra dell’asse simmetrico principale dell’impronta a terra, ha permesso di realizzare una quinta dietro la quale nascondere il volume abitabile. I pilotis dell’ingresso e le finestrature a nastro derivano direttamente dai dettami di Le Corbusier; la risposta progettuale disegna tagli orizzontali, ad altezze variabili, che percorrono gli interi fronti prospettici. L’immagine di riferimento è quella di un solido metallico, pieno, soggetto a fresature e l’utilizzo di serramenti scuri e di specchiature grigie enfatizza la percezione della profondità dei tagli.

L’edificio è stato concepito seguendo i parametri CasaClima: si climatizza passivamente con sistemi di cogenerazione (geotermia più solare fotovoltaico più pompa di calore), non è allacciato a nessuna rete gas e non ha emissioni. La costruzione dispone di uno strato isolante di 18 cm da sotto le fondamenta sino in copertura; il riscaldamento/raffrescamento è realizzato con pannelli radianti a soffitto. Tutto il sistema impiantistico è controllabile da remoto (foto Beppe Giardino).

di Danilo Premoli – Office Observer

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