Tecnologici, sostenibili, ben localizzati e belli da vivere: queste le caratteristiche degli uffici che saranno nel mirino degli investitori nel 2025.
Il 2024 ha lasciato una buona ereditĆ al comparto: solo nei primi 9 mesi del 2024 sono stati investiti in Italia 1,9 miliardi di euro in uffici, dato che conferma la sua tenuta, anche se gli investitori sono piĆ¹ selettivi rispetto al passato (fonte JLL).Ā
Lo conferma Mario Breglia nellāintervista a Requadro, dove sottolinea che in Italia sta accadendo quello che era giĆ successo anche negli altri paesi, ovvero il mercato degli uffici nuovi, con caratteristiche che rispondono agli Esg, pensati e strutturati per far lavorare meglio i dipendenti, sono molto richiesti e i loro canoni sono in crescita.Ā
Parallelamente, tutta lāofferta datata non trova domanda e ci si trova con un progressivo aumento del patrimonio di uffici vetusto, anni ā60, ā70 ormai anche anni ā80, immobili che stanno diventando dei vuoti urbani perchĆ© non sono piĆ¹ adeguati nĆ© alle richieste della domanda, nĆ© alle esigenze tecnologiche che hanno le aziende.Ā
Milano torna sotto i riflettori
Secondo il report di JLL, Milano ĆØ tornata ad essere la location piĆ¹ ricercata attraendo il 58% dei volumi totali con 19 transazioni, con la porzione uffici del deal di Kering in via Montenapoleone che ha trainato lāattivitĆ .Ā
Roma ha visto aumentare la propria quota di mercato, raggiungendo piĆ¹ di 400 milioni dallāinizio dellāanno grazie a tre deal di grandi dimensioni. Anche la dimensione media delle transazioni ha continuato a crescere, cosƬ come la presenza di capitali esteri, consolidando lāinversione di tendenza rispetto allo scorso anno: la moneta internazionale ha infatti caratterizzato il 57% dellāattivitĆ .Ā
Dopo la crescita dei rendimenti netti prime nel corso degli ultimi dodici mesi, che ha portato Milano al 4,25% e Roma al 4,75%, si attende quindi una possibile compressione nei prossimi mesi, complice una politica monetaria meno restrittiva.
Barbara Cominelli, ceo di JLL, ha infatti dichiarato in unāintervista a Requadro che: āDal punto di vista degli investimenti immobiliari, stimiamo investitori internazionali piĆ¹ attivi, focalizzati su settori primari come uffici di grado A, logistica e hotelā.
Bassa disponibilitĆ di uffici di qualitĆ
Nel 2024 lāassorbimento di uffici a Milano ha registrato circa 266.000 mq, un valore sostanzialmente in linea con la media dello stesso periodo nei 5 anni pre-covid (+2%). Questo assestamento porta con sĆ© una crescita nel numero di transazioni (+7%) rispetto allāanno precedente, a conferma dellāinteresse degli occupier verso spazi con tagli piĆ¹ ridotti ma di qualitĆ superiore, in grado A e con certificazioni Esg compliant.Ā
La disponibilitĆ rimane ancora molto bassa, specialmente nei submarket piĆ¹ centrali e per asset competitivi; questo ha portato i canoni prime a crescere ancora nel trimestre, e continua ad alimentare la domanda in aree meno centrali. Data lāalta competitivitĆ per gli asset prime nelle geografie piĆ¹ centrali, il take-up di grado A rimane in linea con la media degli ultimi cinque anni, al 69%.Ā
La pressione sul mercato verrĆ parzialmente alleviata con il completamento di 57 progetti, previsto entro il 2027, per un totale di 630.000 mq circa.
Lunga vita allo smart working
Il numero di lavoratori da remoto nel 2024 ĆØ sostanzialmente stabile: 3,55 milioni rispetto ai 3,58 milioni del 2023 (-0,8%). Lo smart working cresce nelle grandi imprese, dove coinvolge quasi 2 milioni di lavoratori (1,91 milioni, +1,6% sul 2023), vicino al picco della pandemia, con il 96% delle grandi organizzazioni che oggi hanno consolidato delle iniziative. Cala invece nelle Pmi, passando a 520mila lavoratori dai 570mila del 2023, e resta sostanzialmente stabile nelle microimprese (625mila nel 2024, 620mila nel 2023) e nella Pa (500mila nel 2024, 515mila nel 2023).
I dati sono frutto dell’osservatorio Smart working del PoliMi, che per ilĀ 2025 prevede una crescita del +5%, che porterebbe a toccare 3,75 milioni. A far evolvere le iniziative, in termini di persone coinvolte o di policy, saranno soprattutto le grandi imprese (35%) seguite dalle Pa (23%) e dal 9% delle Pmi.Ā
Tra chi ĆØ tornato in totale presenza dopo aver lavorato da remoto, solo il 19% lo ha fatto per scelta personale, perchĆ© non ha piĆ¹ la necessitĆ di lavorare da remoto o semplicemente preferisce socializzare con i colleghi in presenza, il 23% ha una nuova mansione non svolgibile da remoto, mentre per la grande maggioranza (58%) ĆØ stata una decisione presa dallāazienda.
Il 2025 si profila quindi come un anno in cui i lavoratori si divideranno tra smart working e uffici e dove lāinteresse degli investitori sarĆ concentrato su immobili di Grado A e ben localizzati. La scarsitĆ dellāofferta, mitigata dalla chiusura di diversi progetti in pipeline, potrĆ spingere il restyling di immobili giĆ esistenti in soluzioni performanti, tecnologicamente avanzate e capaci di rispondere ai paradigmi Esg.