La ripresa del settore turistico post pandemia ha registrato nuovi parametri imprescindibili e ha riposizionato gli elementi della catena dei valori rispetto ad un ordine cronologico di gradimento, nella scelta sia del luogo che della location dove spendere il proprio tempo.
Alberto Corti, responsabile settore turismo Confcommercio nazionale, racconta quanto sia diventato essenziale l’aspetto “esperienziale”, che, peraltro, ha permesso a luoghi meno noti e poco ricercati prima del Covid, di diventare attrattivi e richiesti. Angoli di Italia quasi sconosciuti sono diventati mete richieste proprio grazie a peculiarità che rispondono ad una domanda nuova o comunque più esigente e consapevole: luoghi più rilassanti e silenziosi, piccoli borghi ancora da scoprire, natura incontaminata e tradizioni ancora da narrare. Questo apre, ovviamente scenari di nuove opportunità anche per il mercato immobiliare, soprattutto nella micro ricettività.
Vivere un’esperienza è il mantra di chi si sposta per un viaggio o per una vacanza, per periodi lunghi o brevi che siano, di chi sceglie una seconda casa (che potrebbe anche diventare una “seconda prima casa” se, con lo smart working, i soggiorni di protraggono anche nelle giornate lavorative), di chi fa un investimento da mettere a reddito e vuole poter rivendere ai propri clienti un pacchetto, appunto, esperienziale ed essere così più attrattivo.
Imprescindibile la conoscenza del territorio, del contesto in cui ci si muove, ma anche l’uso di materiali evocativi che raccontino e ricordino il luogo e ne siano firma distintiva: dagli arredi, con forme e colori, ai tessuti, dai profumi ai prodotti tipici.
La narrazione diventa essenziale e permette una migliore valorizzazione del territorio e dell’immobile.