Le stime del consenso prevedono una crescita degli utili per azione (EPS) dell’8,1% su base annua, alimentata in gran parte dai “Magnifici Sette” del settore tech, con il settore sanitario e altri titoli difensivi che rimangono invece più indietro. Nonostante le elevate valutazioni azionarie, gli analisti non hanno rivisto le previsioni significativamente al ribasso, suggerendo una moderata fiducia nel fatto che la forza del settore tecnologico possa compensare la debolezza degli altri settori. Il rischio di inflazione, tuttavia, rimane in primo piano: i prezzi nel settore dei servizi si sono dimostrati persistentemente elevati e i nuovi dazi potrebbero aggiungere dall’1% al 2% all’inflazione, riducendo al contempo la crescita del PIL.
Sfuggire ai trend
Storicamente, l’S&P 500 registra il suo periodo più forte nel quarto trimestre, con un rendimento totale medio del +5% dal 1985. Se questa tendenza si confermerà anche quest’anno resta da vedere. Finora nel 2025, l’indice ha sfidato i modelli stagionali, registrando una perdita nel primo trimestre e guadagni eccezionali nel secondo e nel terzo trimestre. Il ritorno a performance più “tipiche” nel quarto trimestre dipenderà probabilmente dalla prossima mossa della Federal Reserve, dalla resilienza degli utili aziendali e dalla durata dello shutdown negli Stati Uniti.
Quest’ultimo ha creato una sorta di “vuoto” nei dati economici, impedendo la pubblicazione di statistiche su occupazione e inflazione e complicando il percorso di allentamento della Federal Reserve. Le preoccupazioni legate al fatto che i lavoratori federali in congedo temporaneo forzato potrebbero non ricevere la retribuzione arretrata hanno portato ad avvertimenti su come una sospensione prolungata potrebbe indebolire la fiducia dei consumatori.
Le stime indicano che ogni settimana di shutdown potrebbe costare all’economia statunitense diversi miliardi di dollari in termini di produzione.
La Fed entra quindi nel periodo di blackout prima della riunione del 29 ottobre con dati in arrivo limitati, ma ci aspettiamo comunque fino a tre tagli dei tassi nei prossimi 12 mesi, a condizione che la stabilità dell’occupazione venga mantenuta.
Crescita degli utili tra correnti macroeconomiche contrastanti
Se le stime degli analisti sono corrette, il terzo trimestre segnerà il nono trimestre consecutivo di crescita positiva degli utili. In controtendenza rispetto alla norma, le stime trimestrali sugli utili sono state riviste al rialzo per la prima volta dalla fine del 2021. Questa anomalia suggerisce una maggiore fiducia nelle aziende, nonostante le incertezze geopolitiche e politiche.
Le previsioni di crescita dei ricavi del +6,3% e dei margini di profitto netto del +12,7% contribuiscono a delineare un quadro positivo della redditività aziendale.
Un elemento importante è anche il miglioramento del sentiment delle imprese: a inizio ottobre, 56 società hanno rilasciato guidance sugli utili positive, il numero più alto degli ultimi quattro anni. Tuttavia, corrisponde esattamente al numero di società che hanno fornito guidance negativa, evidenziando l’attuale mix di ottimismo e cautela.
Il settore dell’Information Technology si conferma in testa tra tutti i comparti dell’S&P 500, con una crescita degli utili stimata del +20,8%, a riflettere la continua solidità di software, semiconduttori e infrastrutture legate all’intelligenza artificiale (AI).
Anche i settori Utility (+16,0%) e Materiali (+13,7%) mostrano un solido slancio rispetto al trimestre precedente, sostenuti dalla crescente domanda di generazione di energia e di infrastrutture.
Al contrario, gli utili del settore energetico (-4,7%) e dei beni di prima necessità (-3,0%) sono sotto pressione a causa, rispettivamente, del calo dei prezzi delle materie prime e della domanda contenuta.
Con l’avanzare della stagione degli utili del terzo trimestre, diversi fattori macroeconomici potrebbero influenzare le prospettive di crescita dei risultati per il quarto trimestre e oltre.
Ad esempio, la deregulation ampliata sotto l’amministrazione Trump potrebbe continuare a ridurre i costi di compliance, in particolare nel settore finanziario, stimolando al contempo le attività di M&A.
Nel frattempo, sebbene le spese in conto capitale legate all’intelligenza artificiale (AI) continuino a crescere rapidamente, alcuni investitori cercano evidenze dei reali benefici di produttività e di un ritorno positivo sugli investimenti, il che potrebbe moderare il boom dei titoli tecnologici.
Inoltre, l’aumento dei costi dell’elettricità legato all’espansione dell’AI e dei data center potrebbe comprimere sia i margini aziendali sia i budget delle famiglie.
Nel complesso, sebbene il rapporto prezzo/utili (P/E) prospettico dell’S&P 500 pari a 22,9x resti ben al di sopra dei valori storici, la crescita costante degli utili e il miglioramento del contesto macroeconomico supportano una visione cautamente ottimistica sulle azioni statunitensi in vista della fine del 2025. Tuttavia, le prospettive divergenti tra e all’interno dei settori richiederanno un’attenzione particolare alla selettività negli investimenti.
A cura di Saira Malik, head of equities and fixed income & chief investment officer, Nuveen