Trend e opportunità di uno standard universale delle comunicazioni ESG

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In tutto il mondo le aziende sono sotto pressione per la richiesta di maggiore trasparenza su rischi e opportunità in tema ESG (ambiente, società, governance) ma ci sono diversi standard per comunicare i dati ESG e questo può creare confusione e perdite di tempo. Tra framework, valutazioni e classifiche, certificazioni, aggregatori di dati, normative ci si può sentire sopraffatti; inoltre, dal momento che alle aziende è lasciata in gran parte libertà di decidere su quali standard basare i risultati, valutare e confrontare le performance ESG può diventare molto difficile per dipendenti, clienti e investitori.

Cercare una standardizzazione

In risposta a questa crescente stanchezza da report che le aziende, costrette a dare riscontro a tante agenzie, organizzazioni e istituzioni, devono affrontare, si sta cercando di stabilire uno standard unico che indichi cosa, dove e come riportare le informazioni ESG.

In teoria la soluzione al problema sembra semplice: un meccanismo universale di reporting ESG a cui tutti: le agenzie di valutazione, le classifiche, i framework accedano per trovare i dati rilevanti. In pratica è molto più complicato. Si continua a discutere se sia fattibile o comodo creare una soluzione di reporting universale, se comunicare i dati ESG debba essere obbligatorio e, se sì, come implementare l’obbligo. Ciò nonostante, i segnali del mercato indichino che c’è interesse a formare uno standard di reporting ESG universale.

A settembre 2020, cinque delle più grandi organizzazioni mondiali di reporting si sono riunite per formare il Comprehensive Reporting group, comunicando l’intento di lavorare verso un quadro di riferimento comune con un singolo set di standard di reporting globali. Il gruppo mette sul tavolo framework che si riferiscono o si basano sul protocollo GHG, tra cui Global Reporting Initiative (GRI), CDP, Standards Board (CDSB), International Integrated Reporting Council (IIRC) e Sustainability Accounting Standards Board (SASB).

L’obiettivo della collaborazione è ridurre il carico sia delle singole organizzazioni di reporting sia delle aziende, eliminando le comunicazioni ridondanti e sovrapposte, e migliorando l’accessibilità ai dati in modo che i portatori di interesse possano basare le loro decisioni su informazioni comparabili e consistenti.

Altri recenti punti di contatto tra le organizzazioni che si occupano di report ESG sono i seguenti:
• CDP ha inserito nei suoi questionari le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) nei suoi questionari sugli obiettivi climatici, e partecipa alla Science Based Target initiative (STBi). Dal 2022, CDP inserirà nei suoi questionari anche domande sulle comunicazioni aziendali relative agli impegni RE100.
• La Partnership for Carbon Accounting Financials (PCAF) e CDP stanno collaborando per aumentare la capacità delle istituzioni finanziarie di valutare e comunicare le emissioni finanziate, in linea con le raccomandazioni TCF
• SASB e IIRC si sono fuse per creare la Value Reporting Foundation
• IIRC si è unita al Corporate Reporting Dialogue Better Alignment Program, di cui fanno parte CDP, GRI, SASB e altri, che ha l’obiettivo di creare una forte collaborazione per allinearsi sui principi TCFD.
• Il World Economic Forum ha lanciato il progetto Measuring Stakeholder Capitalism Initiative per accelerare la convergenza tra i principali standard ESG
• Alla conferenza COP26, IFRS ha presentato un nuovo International Sustainability Standards Board (ISSB) per sviluppare una base globale comune e completa di standard per la comunicazione sulla sostenibilità. La formazione di questo comitato impegna anche CDSB e la Value Reporting Foundation al consolidamento in questo nuovo board.
• GRESB ha incorporato componenti di punteggio che si basano su varie certificazioni quali LEED, ENERGY STAR®, e BREEAM

Anche il panorama normativo per la rendicontazione ESG si fa più movimentato

• La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), lanciata nel 2021 nell’UE, è una direttiva sulla rendicontazione non finanziaria che introduce requisiti di rendicontazione ancora più dettagliati per le grandi aziende, compreso l’obbligo per le aziende di etichettare digitalmente le informazioni riportate.
• Il regolamento UE sulla tassonomia verde, entrato in vigore nel 2020, introduce un sistema di classificazione e soglie di rendimento per stabilire quali attività economiche sono considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. Abbinata al regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile (SFDR), la tassonomia impone agli operatori dei mercati finanziari dell’UE e alle società tenute a fornire una rendicontazione non finanziaria ai sensi della CSRD di indicare come e in che misura le loro operazioni commerciali sono associate ad attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Le implicazioni dell’SFDR saranno di ampia portata, in quanto l’obbligo di conformità non riguarda solo le società con sede nell’UE, ma tutte le società di servizi finanziari che commercializzano prodotti nell’UE.
• Il Giappone e il Regno Unito stanno rendendo obbligatoria la rendicontazione TCFD per le grandi aziende, obbligandole a comunicare le emissioni di gas serra e altre informazioni relative al clima a partire dal 2022.
• Negli Stati Uniti, la Securities and Exchange Commission sta adottando una serie di misure per imporre la conformità ESG in risposta alla richiesta degli investitori di un’informativa più solida e trasparente in materia di clima e ambiente. Ciò include la formazione di una task force per identificare e affrontare gli errori di reporting ESG e una revisione delle informazioni relative al clima nei documenti delle società pubbliche. Tutti i segnali indicano che è solo una questione di tempo prima che negli Stati Uniti arrivi una regolamentazione in materia di rendicontazione ESG.

Lo scopo di segnalare queste intersezioni tra i quadri di rendicontazione e le normative emergenti è quello di sottolineare la quantità di lavoro che si sta svolgendo dietro le quinte per cercare di snellire il processo di rendicontazione ESG, sia per le organizzazioni di rendicontazione che per le società che lo divulgano. Si consiglia a tutte le aziende di seguire e tenersi aggiornate sulla tendenza alla standardizzazione del reporting ESG e sulla possibilità di regolamentazione. Le organizzazioni del settore immobiliare e degli investimenti immobiliari, in particolare, hanno un valore enorme che dipende dalle prestazioni ESG e dalla trasparenza dei dati.

Impatto per il settore real estate

La crescente attenzione della comunità degli investitori nei confronti dell’ESG per tutti i settori si intensifica per molti versi nel settore immobiliare. Secondo un sondaggio CBRE del 2021, il 60% degli investitori globali ha dichiarato di aver già adottato criteri ESG come parte delle proprie strategie di investimento. Questo per una buona ragione: gli edifici e gli immobili sono stati uno dei primi grandi asset a subire l’impatto diretto del cambiamento climatico.

L’aumento della frequenza e dell’imprevedibilità di fenomeni meteorologici estremi significa che gli edifici sono esposti a un rischio maggiore di danni causati da inondazioni, tempeste e incendi. Investire nella resilienza per evitare di incagliare gli asset attraverso l’analisi e la mitigazione dei rischi ESG, e quindi la divulgazione trasparente di tali rischi e azioni, è un modo chiaro in cui i proprietari e i gestori immobiliari possono dimostrare agli investitori di essere preparati per il futuro.

Anche il mondo intero guarderà al settore edilizio come a un attore chiave nella transizione a basse emissioni di carbonio. Poiché la costruzione e l’esercizio degli edifici sono responsabili di quasi il 40% delle emissioni annuali di CO2 a livello mondiale, il settore ha un ruolo cruciale da svolgere nella lotta contro gli effetti sociali e ambientali del cambiamento climatico e nella promozione delle emissioni nette a zero. Tenersi aggiornati sulle ultime tendenze in materia di divulgazione ESG garantirà alla vostra azienda di essere pronta a soddisfare le richieste degli stakeholder in continua evoluzione.

di Anna Pierce, associate director of sustainability per Schneider Electric

Questo testo è stato pubblicato la prima volta su GRESB Insights. Per leggere l’originale cliccare qui

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