Tassonomia Green europea: criteri ESG motore per un’economia sostenibile

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Nel quadro del Green Deal, l’Unione Europea sta lavorando a un sistema di classificazione per la finanza sostenibile, noto come “Tassonomia”. L’intenzione è creare una classificazione comune per le attività economiche sostenibili, così da sfruttare maggiormente il potenziale dei mercati finanziari per la transizione a un’economia decarbonizzata e più sostenibile. Questo insieme di regole riguarda principalmente il settore finanziario e quelli ad alta intensità di energia come l’edilizia, i trasporti, le utility, l’industria chimica e dell’acciaio. Ma che significato hanno per il mondo aziendale nel suo insieme? E queste norme saranno abbastanza forti da generare l’effetto voluto?

Gli esperti Schneider Electric hanno analizzato la nuova Tassonomia Green europea per comprenderne le implicazioni, e in questo articolo riportiamo il risultato della loro riflessione.

La finanza sostenibile

La finanza sostenibile è elemento essenziale dell’European Green Deal: un pacchetto di iniziative che vogliono trasformare l’Europa in un continente carbon neutral, a zero emissioni nette di gas serra, entro il 2050. Il piano ha l’obiettivo non solo di “disaccoppiare” la crescita economica e il consumo delle risorse, ma anche di non lasciare indietro nessuno, in nessun luogo. In quanto tale, il Green Deal è un approccio che unisce in un unico piano di azione climatica l’intera gamma dei requisiti ambientali, sociali e di governance, altrimenti detti ESG.

L’Unione Europea ha recentemente reso noti anche i concetti fondamentali di una tassonomia sociale, pensata per sostenere gli investimenti sociali, e di questo aspetto sarà necessario occuparsi perché ha delle implicazioni per le aziende e una relazione con le altre tassonomie, ma per il momento qui parleremo delle “E” di ESG, la tassonomia ambientale.

Per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici e ambientali del Green Deal, l’Unione Europea deve colmare un gap di investimenti annuale pari a circa 470 miliardi di euro. L’Ue si sta impegnando, inoltre, perché le considerazioni di tipo sociale e di governance diventino un elemento diffuso e comune di tutte le strategie di investimento. Le normative stabilite con le Tassonomie sono fondamentali per abilitare il Piano d’Azione per Finanziare la Crescita Sostenibile avviato nel 2018.

Cos’è la Tassonomia Green europea?

La Tassonomia Green è uno schema classificatorio per stabilire quali attività economiche sono considerate sostenibili per l’ambiente. La norma è stata pubblicata il 22 giugno 2020 ed è entrata in vigore il 12 luglio dello stesso anno. Definendo cosa è “green” o “sostenibile” la tassonomia europea crea un quadro di riferimento base e stabilisce delle soglie di prestazioni che dovrebbero aiutare a distinguere dal greenwashing ciò che è invece sostanza, quando si tratta di finanza sostenibile. Rendere più trasparenti e consistenti le informazioni sulla sostenibilità permette a investitori, aziende, policy maker di prendere decisioni basate su dati identificando le attività che contribuiscono in modo sostanziale agli obiettivi ambientali – e questo può aiutare a finanziare la transizione a un’economia più sostenibile.

La Tassonomia definisce sei obiettivi ambientali:
• mitigazione del cambiamento climatico;
• adattamento al cambiamento climatico;
• uso sostenibile e protezione dell’acqua e delle risorse marine;
• transizione a un’economia circolare;
• prevenzione e controllo dell’inquinamento;
• protezione e ricostruzione di ecosistemi e biodiversità.

Questi obiettivi ambientali si traducono in criteri TSC (Technical Screening Criteria) che saranno usati per valutare la sostenibilità di qualsiasi attività economica. Sulla nuova Piattaforma EU per la Finanza Sostenibile saranno pubblicati e rivisti frequentemente gli elenchi delle attività economiche e i criteri di valutazione, per fare sì che la tassonomia sia sempre in linea con i requisiti e le best practice più aggiornate.

Quali operatori sul mercato sono soggetti alla Tassonomia?

• Partecipanti ai mercati finanziari che offrono prodotti finanziari nell’Unione Europea – come previsto anche dalla normativa SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation)
• Grandi aziende cui è già richiesto di fornire report non finanziari secondo la direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive)

Che impatto avrà la Tassonomia EU su questi operatori?

In futuro, le organizzazioni soggette alla normativa dovranno dichiarare come e quanto le loro attività sono associate ad attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Le dichiarazioni dovranno far parte delle informazioni non finanziarie richieste dalla direttiva CSRD, che possono essere inserite nel bilancio annuale oppure in un report dedicato alla sostenibilità, se gli stati membri lo consentono. I cicli di reporting saranno quindi sincronizzati con il reporting annuale già esistente.

Dal 2022 in poi, i requisiti di disclosure della Tassonomia andranno gradualmente in vigore. I primi report sulle attività eligibili (“Taxonomy eligibility”) dovranno essere forniti nel corso del 2022 per le attività condotte nell’anno finanziario 2021 connesse ai criteri di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico. In questa fase, devono essere resi noti i dati sui tre parametri:
• la proporzione di fatturato derivata da prodotti o servizi associati con attività economiche che hanno le caratteristiche di sostenibilità ambientale;
• la proporzione della spesa in conto capitale (Capex);
• la proporzione dei costi operativi (Opex) connessi a beni o processi associati ad attività economiche che hanno le caratteristiche di sostenibilità ambientale.

Riguardo ai criteri degli altri obiettivi della Tassonomia – acque, economia circolare, prevenzione dell’inquinamento e biodiversità – si prevede che saranno applicati dal gennaio 2023, quando si sarà raggiunto un accordo su tutti i criteri.

Dal 2023, le aziende soggette alla direttiva CSRD dovranno iniziare a fare report sul loro “Allineamento alla Tassonomia”. Le istituzioni finanziarie dovranno iniziare a farlo dal 2024, quando i dati 2023 riportati sugli impegni non finanziari saranno stati raccolti.

Capire la differenza tra “eligibilità” e “allineamento” è cruciale. L’eligibilità ci dice che un’attività è classificata secondo le regole della Tassonomia. L’allineamento stabilisce la reale sostenibilità secondo tre livelli di valutazione: questo dato è la vera bussola per capire quanta parte delle attività di un’azienda è “green”.

Come si valuta ciò che è sostenibile nella Tassonomia?

Perché un’attività economica sia sostenibile per l’ambiente, deve rispettare i seguenti criteri:
• Dare dei livelli di garanzia minimi – ci sono standard minimi riconosciuti a livello internazionale su legislazioni relative a persone e lavoro, che devono essere rispettati nell’attività di business?
• Dare un contributo sostanziale – l’attività economica contribuisce in modo significativo a raggiungere uno dei sei obiettivi ambientali?
• Non fare danno significativo: questa attività economica danneggia uno degli altri cinque obiettivi ambientali?

Un’attività o un investimento sono considerati sostenibili nel contesto della tassonomia solo se rispetta tutti e tre gli elementi. Usando le proporzioni di CapEx e OpEx che rispondo a questi criteri, le organizzazioni possono riportare il loro livello di allineamento alla Tassonomia.

Come restare aggiornati rispetto alle normative della Tassonomia?

La tassonomia Eu è una pietra miliare che inizia un cambiamento di paradigma nel modo in cui si fa business e si pensa al successo economico. Il successo non si può basare più solo sui profitti e sull’aumento del valore per gli azionisti. Le aziende di successo del futuro contribuiranno ad aumentare il benessere di più gruppi di portatori di interesse allo stesso tempo.

Il terzo criterio della Tassonomia – che un’attività sostenibile non debba danneggiare nessuno degli altri cinque obiettivi – sarà particolarmente importante. Questa specifica richiede alle organizzazioni di pensare in modo olistico al loro impatto di sostenibilità; pensare alle esternalità negative, che finora sono state trascurate o tenute ai margini di molti programmi ESG delle grandi aziende.

A esempio, il recente divieto di uso di plastiche monouso come le cannucce o le posate ha portato alcune aziende ad adottare come alternativa “ecologica” le cannucce monouso in bambù. In alcuni casi, però, le pratiche di coltivazione della pianta e la produzione di queste cannucce, considerando anche la logistica della supply chain a essa associata, possono avere un’impronta di CO2e più alta di quelle associate ai prodotti di plastica – diminuendo quindi i risultati attesi dal divieto.

Questo esempio semplificato vuole indicare che siamo ancora davvero all’inizio di una “maratona” che dovremo completare per ottenere la transizione a un’economia a basse emissioni. C’è ancora tanto da imparare, ma la buona notizia è che siamo partiti.

Come si inserisce la Tassonomia nell’agenda europea per la finanza sostenibile?

E’ importante segnalare che la Tassonomia Green è solo un pezzo del puzzle dell’agenda sulla Finanza Sostenibile europea. L’Europa ha aperto la strada con le normative SFDR e la direttiva CSRD e stabilendo gli European Sustainabiliy Reporting Standards (ESRD) – e ci sono anche più di 20 altre proposte di nuove legislazioni che puntano a fare dell’Europa il primo continente “climate neutral”, delle quali sarà sicuramente necessario capire intrecci e correlazioni. Queste iniziative non risolveranno certamente tutti i problemi e strada facendo impareremo molte altre lezioni. Per imparare, le aziende dovranno continuare a migliorare negli anni e decenni a venire. Le aspettative sono alte, ma è giusto sperare che un giorno, con politiche istituzionali che supportano l’azione volontaria, il mondo aziendale si trasformerà e darà alla sostenibilità la stessa importanza che si dà al profitto.

di Jan Rošetzký, senior ESG consultant Schneider Electric

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