Nel 2024, le perdite assicurate globali dovute a catastrofi naturali hanno raggiunto i 137 miliardi di dollari, a causa degli uragani Helene e Milton, delle forti tempeste convettive negli Stati Uniti, degli incendi boschivi e delle gravi inondazioni in tutto il mondo.
Il 2025 è iniziato con gli incendi boschivi a Los Angeles, che hanno causato perdite assicurate stimate in 40 miliardi di dollari. Sebbene queste perdite dovute a un rischio secondario siano sostanziali, i rischi primari rimangono la minaccia maggiore: quando un uragano o un terremoto di forte intensità colpiscono un’area urbana densamente popolata, le perdite assicurate in quell’anno potrebbero essere più del doppio rispetto al trend di perdite a lungo termine.
Il quadro è tracciato da Swiss Re, secondo cui uragani e terremoti potrebbero portare le perdite assicurate globali a 300 miliardi di dollari o più in un anno di picco.
Urs Baertschi, ceo property & casualty reinsurance di Swiss Re, ha dichiarato: “Oltre ad assistere i clienti nel tradizionale trasferimento del rischio, i riassicuratori forniscono anche dati, analisi del rischio e conoscenze sulla localizzazione dei pericoli. Il settore riassicurativo funge da ammortizzatore quando il pericolo si trasforma in un disastro e rappresenta un interlocutore essenziale per la consapevolezza e la prevenzione del rischio”.
Gli anni di picco, dovuti a pochi eventi di pericolo primario o all’accumulo di eventi sia di pericolo secondario che primario, secondo l’analisi non devono essere considerati un’anomalia. L’anno di picco più recente è stato il 2017, causato dagli uragani Harvey, Irma e Maria. Da allora, il rischio di fondo è aumentato costantemente con la crescita economica e demografica, nonché con l’espansione urbana incontrollata, anche in aree vulnerabili alle catastrofi naturali. Inoltre, gli effetti del cambiamento climatico stanno contribuendo ad aggravare le perdite per alcuni pericoli meteorologici e regioni.
Balz Grollimund, responsabile dei rischi catastrofali di Swiss Re, ha affermato: “La nostra recente analisi di oltre 200 modelli interni e l’andamento delle perdite negli ultimi 30 anni mostrano cosa è in gioco: quando un violento uragano o un forte terremoto colpiscono un’area urbana in un paese con un’elevata copertura assicurativa, le perdite assicurate potrebbero facilmente raggiungere i 300 miliardi di dollari in quell’anno”.
Secondo le stime dello Swiss Re Institute, alcuni uragani dell’inizio del XX secolo causerebbero perdite ben superiori a 100 miliardi di dollari se si verificassero oggi.
Ad esempio, l’uragano Andrew, ai prezzi attuali, ha causato 35 miliardi di dollari di perdite assicurate nel 1992. Se un uragano dovesse colpire oggi la stessa traiettoria, causerebbe perdite quasi tre volte superiori, a causa della crescita economica, dell’aumento demografico e dell’espansione urbana.
Nel frattempo, l’uragano Katrina, l’evento con la perdita assicurata più costosa di sempre per il settore riassicurativo, non causerebbe la stessa distruzione di 20 anni fa. Le perdite assicurate ammonterebbero comunque a circa 100 miliardi di dollari a causa dell’aumento dei costi di edilizia abitativa e di costruzione, ma il miglioramento delle difese contro le inondazioni e una diminuzione del 20% della popolazione locale lungo il percorso di Katrina hanno ridotto significativamente l’esposizione.
Sebbene la gravità delle perdite sia in aumento a livello globale, nel 2024 gli Stati Uniti hanno rappresentato quasi l’80% delle perdite assicurate globali, a causa della loro vulnerabilità a forti temporali, uragani, alluvioni, incendi boschivi e terremoti.
Le tariffe dei premi assicurativi sono influenzate da molti fattori, tra cui le normative locali e l’inflazione. Tuttavia, nel lungo periodo e in tutte le aree geografiche, il fattore principale che determina il costo dei sinistri e le tariffe dei premi è l’esposizione ai pericoli naturali. Ciò è evidente in stati come Florida, Texas, California, Louisiana e Colorado, che rappresentano circa il 50% di tutte le perdite per catastrofi naturali negli Stati Uniti.
La Florida si trova ad affrontare ingenti perdite legate agli uragani, con premi per nucleo familiare doppi rispetto alla media nazionale. Analogamente, in California, i premi più elevati si trovano nelle aree con maggiore esposizione al rischio di incendi boschivi.
Con il continuo aumento delle perdite dovute a catastrofi naturali, è fondamentale ridurre fin dall’inizio il potenziale di perdita, sia per ridurre i costi assicurativi sia per preservare la redditività delle attività di trasferimento del rischio. Ad esempio, le forti tempeste possono mettere in crisi i sistemi di protezione locali e causare inondazioni e, sebbene le misure di mitigazione abbiano un costo, un recente studio dello Swiss Re Institute dimostra che la protezione dalle inondazioni mediante argini, dighe e paratoie è fino a dieci volte più conveniente rispetto alla ricostruzione dopo un disastro.
Jérôme Haegeli, chief economist del gruppo Swiss Re, ha dichiarato: “Una stretta collaborazione tra il settore pubblico e quello privato è fondamentale per misure di protezione efficaci volte a ridurre le perdite. Inoltre, un settore riassicurativo ben capitalizzato, supportato da 500 miliardi di dollari di capitale, funge da ammortizzatore essenziale, aiutando le comunità e le economie a riprendersi più rapidamente. Ecco perché è fondamentale che il capitale cresca in linea con l’aumento del rischio, affinché il settore possa svolgere il proprio ruolo nei futuri anni di picco”.