Dal rosa della della spiaggia al verde della gioventù. Sarebbe bello se potesse essere questo il prossimo cambiamento, almeno dal punto di vista simbolico dei colori, dell’isola di Budelli. I ragazzi di una scuola di Biella hanno infatti lanciato un crowdfunding per comprare la perla dell’arcipelago della Maddalena, in cerca di un futuro dopo che il magnate neozelandese Michael Harte, che se l’era aggiudicata all’asta, ha deciso di rinunciare all’acquisto.
L’idea di fare una maxi colletta via Internet, dal significativo e molto preadolescenziale nome di “Non si s-Budelli l’Italia” è venuta ad allievi e insegnanti della classe II B della scuola media di Mosso, nel biellese. Gli intraprendenti ragazzini stanno pubblicizzando la loro causa su Internet, tramite una pagina Facebook. Ma non si sono accontentati di lanciare un generico appello nella rete. Hanno già aperto un conto corrente con la causale “Contributo per l’acquisto dell’isola di Budelli” e hanno già fatto i calcoli di quanto ci vorrebbe per accaparrarsi l’isola. “Abbiamo calcolato che se ogni studente delle scuole italiane mettesse 50cent, avremmo subito i fondi necessari – si legge sulla pagina Facebook – Naturalmente accettiamo contributi anche da chi non è studente”, ci tengono a precisare. L’obiettivo è di raccogliere 3 milioni di euro necessari per vincere la prossima asta.
L’isola degli studenti
E in caso di vittoria? Cosa vorrebbero farci gli studenti biellesi con quest’isola? “Rispettarne l’ambiente e preservarla dalle speculazioni di privati senza scrupoli”, dichiarano. “Sarebbe davvero bello se Budelli diventasse l’isola dei giovani. Pubblica, cioè patrimonio di tutti”, scrivono i ragazzi.
La notizia ha fatto in fretta il giro dei social network e da questi è rimbalzata su media più tradizionali. Giuseppe Paschetto, professore di scienze della classe e patrono dell’iniziativa, ha dichiarato in un’intervista che “alla radice di questo progetto apparentemente ambizioso c’è la consapevolezza che se ci si impegna a qualcosa con determinazione nessun obiettivo è troppo alto. Una bella lezione per i giovani”.
Un’ottima lezione, e pure una di quelle notizie che suscitano allegria, speranza e tenerezza. Ma al di là dell’improbabile riuscita degli intenti, il bel racconto di un’idea rischierebbe poi di scontrarsi con forte delusione contro le barriere di una burocrazia e di istituzioni poco favorevoli a piani di sviluppo, nemmeno se ambientali, conservativi o culturali. E nemmeno se portati avanti con ingenuità ed entusiasmo da giovani studenti italiani.