Le società immobiliari europee hanno come obiettivo una riduzione delle emissioni del 40%-50% entro il 2030 e questo rappresenterebbe un miglioramento dell’efficienza energetica del 15%-20%, in linea con i nuovi requisiti normativi. Le soluzioni di decarbonizzazione sono già generalmente disponibili, ma le aziende dovranno continuare a rinnovare i propri portafogli per soddisfare le normative e i propri obiettivi.
Questa la visione che emerge dallo S&P global ratings, secondo cui le ristrutturazioni finalizzate a soddisfare i requisiti normativi in termini di efficienza potrebbero costare alle società con rating da 10.000 a 30.000 euro per unità residenziale per le proprietà con le prestazioni più basse e sulla base di una dimensione dell’appartamento di 80-100 metri quadrati (mq).
L’importo dipende dalle condizioni e dall’ubicazione dell’immobile; la ristrutturazione viene indicata come una soluzione complessivamente più economica e rapida rispetto alla nuova costruzione.
Le aziende con portafogli costituiti da vecchi edifici riscaldati da combustibili fossili si trovano ad affrontare le sfide più significative, a causa di un isolamento più scarso e di un elevato utilizzo di energia da combustibili fossili per riscaldare gli edifici, il che implica una maggiore necessità di investimenti. L’impatto complessivo sul credito è stato finora limitato.
Questo perché, in ogni mercato europeo, S&P ritiene che le società immobiliari residenziali con rating dispongano di: capacità finanziaria di investire in interventi di riqualificazione; una strategia per gestire gli edifici meno efficienti dal punto di vista energetico; il potenziale per trasferire parte dei costi risultanti agli inquilini.