giovedì, Maggio 2, 2024

Prologis presenta la più grande opera di arte urbana in Italia all’interporto di Bologna

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Prologis annuncia la nascita all’Interporto di Bologna il primo nucleo di un museo di urban art a cielo aperto. Svelata al pubblico la più grande opera d’arte urbana in Italia: “Panorama vibrante” di Joys, commissionata da Prologis.

L’opera è stata realizzata sulla facciata di un edificio per la logistica e occupa 2.000 metri quadrati di superficie, pari a 5 campi da pallacanestro. “Panorama vibrante” di Joys è stata presentata ufficialmente, in occasione della tavola rotonda tenutasi al MAMbo – Museo di Arte Moderna di Bologna | Settore Musei Civici Bologna, dal titolo “L’Urban Art e la rigenerazione dei luoghi”, che ha visto la partecipazione di: Lorenzo Balbi, Direttore MAMbo; Ilaria Bonacossa, Storica dell’arte, curatrice e direttrice del MNAD – Museo Nazionale di Arte Digitale di Milano; Lucrezia Calabrò Visconti, Capo curatrice della Pinacoteca Agnelli; Pier Luigi Sacco, Professore di Economia all’Università di Chieti-Pescara con la moderazione di Valentina Tosoni.

A dare inizio ai lavori, i saluti istituzionali di Elena Di Gioia, Delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana. L’opera murale di Joys costituisce insieme ad altri tre grandi lavori realizzati dagli artisti Moneyless, Etnik e Zed1 il nucleo di quello che in futuro potrà diventare un vero e proprio museo di urban art a cielo aperto fruibile 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

L’arte urbana si sta affermando come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, frutto di commissioni pubbliche o private, il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità. Le opere realizzate all’Interporto di Bologna si inseriscono in questo contesto e si pongono l’obiettivo di rendere i grandi spazi e magazzini luoghi più confortevoli ed esteticamente appaganti per quanti vi lavorano, promuovendo la socializzazione, la condivisione, diventando dei generatori di comunità.

Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Prologis commenta: “Sotto la direzione artistica di Enrico Sironi in arte HEMO abbiamo promosso all’Interporto di Bologna il nostro terzo intervento di urban art in Italia dopo quelli ai parchi logistici di Lodi e Romentino. Qui abbiamo voluto arricchire l’esperienza di lavoro delle persone realizzando prima un centro sportivo e poi un importante nucleo di opere di arte urbana che intendiamo alimentare nel tempo. Mi auguro che il nostro esempio volto a valorizzare gli artisti e a promuovere il benessere psicologico delle persone che lavorano all’Interporto di Bologna possa essere seguito da altri “mecenati” dell’urban art per giungere alla realizzazione di un museo di arte urbana a cielo aperto. Punto di incontro tra le comunità locali e luogo di lavoro che, a sua volta, potrebbe trasformarsi ospitando anche molte altre forme d’arte”.

Enrico Sironi, Hemo, art director dichiara: “Ho voluto coinvolgere artisti veterani del writing per catturare in una “Polaroid” la loro essenza artistica. Questi artisti, con oltre 25 anni di esperienza, rappresentano le radici del movimento dell’urban art italiana. La rosa inziale è stata scelta con cura per comprendere tutte le sfaccettature dell’arte urbana, dal figurativo all’astratto fino al graffuturism e la selezione mira a mostrare la vastità dell’arte urbana, con artisti come Joys, Moneyless, Zed1 e Etnik. Abbiamo voluto mantenere la continuità tra i parchi logistici, riportando Etnik e Joys da precedenti progetti e introducendo Moneyless e Zed1”.

Di Gioia, delegata alla cultura di Bologna e città metropolitana commenta: “Il progetto di Urban Art promosso da Prologis è di grande interesse per la nostra amministrazione per due caratteristiche principali: si realizza in uno spazio del tutto particolare e unico ovvero nell’ampio spazio del polo della logistica, Interporto e non in uno spazio urbano di quelli che solitamente vengono attraversati dalla rigenerazione urbana in chiave culturale; si realizza su iniziativa di una impresa privata in dialogo con l’amministrazione che ha deciso di investire in cultura e di segnare sulle superfici dei propri grandi magazzini un gesto di cura e di arte. E’ importante che questo intervento si integri con le altre iniziative di carattere sociale e culturale che attraversano Interporto e che riesca ad attenuare la sua separazione e isolamento dal resto del territorio inserendolo in una mappa sempre più vicina e integrata alla comunità anche attraverso questo segno culturale che vogliamo valorizzare”.

Balbi, direttore Museo di Arte Moderna di Bologna dichiara: “Sono felice che Prologis promuova un momento di riflessione sulla rigenerazione dei luoghi e su come le aziende possano confrontarsi con gli artisti contemporanei su come intervenire sui luoghi di produzione e promuovere e commissionare nuove opere d’arte. Il loro è un progetto che merita di essere fruito anche dal pubblico che normalmente non frequenta le zone della logistica dell’Interporto di Bologna. Molto importante che abbiano deciso di entrare a far parte del Trust per l’Arte Contemporanea a Bologna, ribadendo il loro ruolo attivo nel sostegno alla produzione culturale del nostro territorio”.

Bonacossa, direttrice del Museo Nazionale dell’Arte Digitale – Ministero della Cultura, Milano commenta: “L’accelerazione della rivoluzione tecnologica sta cambiando il nostro modo di vivere le città, e l’essere costantemente connessi con una rete di eventi e persone rende la nostra presenza nei luoghi instabile. Serve re-immaginare lo spazio urbano e suburbano creando luoghi di aggregazione e condivisione in cui la cultura possa incontrare i cittadini scendendo dal piedistallo e ingaggiando le persone nelle loro esperienze reali”.

Calabrò Visconti, curatrice capo arte contemporanea Pinacoteca Agnelli, Torino, dichiara: ‘La scelta di Prologis di aprire un tavolo di lavoro insieme ad esperte ed esperti del settore culturale è importante: consente di ragionare collettivamente su possibilità e criticità legate alla trasformazione degli spazi produttivi in luoghi che siano anche spazi aperti per la cittadinanza, assicurandosi una prospettiva inclusiva e consapevole del contesto in cui va ad operare’.

Sacco, professore di Economia Politica dell’Università Chieti-Pescara commenta: ‘L’arte può contribuire alla rigenerazione urbana ma può anche agire, al contrario, come fattore di diseguaglianza sociale e gentrificazione. Imparare dall’esperienza e mantenere un dialogo costante tra intervento artistico e i soggetti sociali più fragili dello spazio urbano sono precondizioni indispensabili per un effetto socialmente giusto ed efficace’.

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