domenica, Aprile 28, 2024

Per combattere il cambiamento climatico ci viene in aiuto la natura stessa

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Per affrontare il cambiamento climatico possiamo applicare diverse soluzioni già disponibili nell’ambiente naturale, come il ripristino del suolo soggetto a frane e smottamenti tramite riforestazione, il taglio selettivo di boschi cedui volto ad aumentare la rigenerazione naturale degli alberi e quindi la capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica o la creazione di aree marine protette e di parchi naturali per consentire il ristabilimento della biodiversità necessaria per ridurre le emissioni di gas serra negli ambienti naturali. Queste soluzioni sono tra le nostre migliori alleate, soprattutto se combinate con l’efficienza energetica, l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili e con altre iniziative per la decarbonizzazione dei sistemi produttivi.

La difesa del suolo – In primo luogo, dobbiamo considerare il suolo. L’uso che facciamo del suolo ha un ruolo fondamentale per promuovere la sostenibilità. Oggi quasi il 25% delle emissioni mondiali di gas serra è legato alla silvicoltura, all’agricoltura e ad altri usi; ma si calcola che implementare pratiche di gestione sostenibile del territorio possa consentire di ridurre di oltre un terzo le emissioni a breve termine che dobbiamo eliminare per mantenere l’aumento della temperatura media entro i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali.

In passato l’azione di conservazione della natura si è focalizzata soprattutto sul rapporto tra la popolazione e l’ambiente. Solo di recente ci si è resi conto di quanto sia cruciale fare le scelte giuste di consumo o conservazione del suolo, ed è un dovere mettere questo tema al centro dell’attenzione. Infatti, oggi, i progressi di tecnologie quali la modellazione biogeochimica, l’intelligenza artificiale, il telerilevamento oggi consentono di creare piani di gestione e mitigazione degli effetti negativi dell’uso del suolo incorporandovi pratiche sempre più sostenibili.

Alcune delle principali attività che contribuiscono al riscaldamento globale e al cambiamento climatico sono la produzione, l’agricoltura, i trasporti e l’edilizia. Esistono alcune scelte trasversali, che possono aiutare a contrastare e mitigare il climate change, che possono essere riportate nel mondo della costruzione e gestione di edifici e nel modo in cui in essi vengono offerti servizi e opportunità alle persone che ci lavorano e vivono dentro. Ad esempio, puntare a piani urbanistici in cui sia premiata la demolizione e ricostruzione invece che la cementificazione di nuovi spazio, oppure il recupero di aree industriali dismesse. Come nel caso di NOI Tech Park, il parco tecnologico di Bolzano, sorto sulla base di una storica fabbrica di alluminio. Anche i vari siti di manifattura dei tabacchi, non più produttivi, sono oggetto di un piano progressivo di riqualificazione urbana.

Ridurre gli sprechi – Scarti e rifiuti sono un problema rilevante per la sostenibilità di ogni settore. Ad esempio, nel mercato della moda molte aziende realizzano prodotti che inevitabilmente presto non sono più alla moda e questo aumenta gli sprechi. Fare scelte di consumo meno “usa e getta” e preferire beni durevoli è uno strumento chiave in questo e altri contesti. Altri esempi di comportamenti efficaci sono le campagne per ridurre l’acquisto eccessivo di cibo, che contribuisce alla sovrapproduzione nell’industria e quindi a generare rifiuti; dal canto loro le aziende possono scegliere di confezionare i beni che non possono essere distribuiti in forma sfusa in confezioni più piccole, aiutando così le persone a non sprecare. Un approccio orientato al riuso e all’estensione del ciclo di vita si può adottare anche nel mondo degli edifici, ad esempio ragionando sulle scelte di acquisto di arredi e altri materiali, o impostando metodiche di risparmio della risorsa acqua come nel caso del protocollo di certificazione LEED.

La mobilità – Poiché la stragrande maggioranza delle opzioni di trasporto ad oggi richiede l’utilizzo di combustibili fossili per funzionare, scegliere il trasporto pubblico quando viene offerto è una scelta più rispettosa dell’ambiente perché sono necessari meno veicoli. Camminare o andare in bicicletta invece di guidare riduce al minimo le emissioni di anidride carbonica e può essere anche più conveniente per le brevi distanze. Si tratta di creare una pianificazione cittadina e regionale che aiuti queste scelte, ma anche di considerare la “ciclabilità” e la mobilità pulita in generale quando si creano nuovi sviluppi immobiliari o quando si riqualificano degli edifici; anche favorire l’uso di auto elettriche, creando i necessari punti di ricarica, può aiutare a diminuire l’impronta di carbonio collettiva.

Riciclare – Le discariche emettono anidride carbonica oltre a distruggere parte dell’ambiente naturale. Attuare programmi di riciclo aiuta a prevenire lo smaltimento di prodotti che possono essere riutilizzati e riduce la domanda di materie prime, e questo è un approccio che nel mondo building si può adottare sia “alla fonte” con una gestione del cantiere adeguata, sia nel ciclo di vita dell’edificio, favorendo i comportamenti virtuosi delle persone con opportuni accorgimenti e servizi. Il caso più eclatante, oggi in uso in molto progetti di rigererazione urbana, è di applicare pratiche di riutilizzo dei materiali di demolizione, seguendo il protocollo di certificazione Cradle to Cradle, come nel caso del progetto Symbiosis a Milano.

Le scelte di consumo – Il comportamento di acquisto dei consumatori ha un impatto sulla sostenibilità e sul cambiamento climatico fondamentale. Acquistare da aziende che producono prodotti non sostenibili in grandi quantità ha un impatto negativo sull’ambiente, mina la sostenibilità sociale e aumenta gli sprechi. L’acquisto di beni usati come abbigliamento, articoli per la casa ed elettronica riduce la domanda di nuovi prodotti e materie prime. Ridurre l’impatto sull’ambiente e sul clima effettuando acquisti da aziende che acquistano i loro materiali in modo sostenibile o utilizzando materiali riciclati è una scelta a portata di mano, che può aiutare a orientare in modo virtuoso il mercato, e che si può applicare anche nella gestione delle facility ad esempio attraverso pratiche di procurement “green”. Si veda ad esempio un’industria della filiera della moda come Antica Valserchio che produce tessuti ad alto grado di sostenibilità grazie ad una gestione altamente sostenibile del processo industriale.

Edifici del futuro che rispettano le risorse

Nel mondo degli edifici l’evoluzione tecnologica – basata sull’elettrificazione dei sistemi e sulla digitalizzazione – può e deve portare alla realizzazione di strutture che rispettano e preservano le risorse ambientali, senza ostacolare l’applicazione delle soluzioni “naturali” per la crisi climatica che abbiamo a disposizione. Nella visione Schneider Electric gli edifici sostenibili, digitali, iper-efficienti e centrati sulle persone sono non solo in grado di raggiungere gli obiettivi net-zero in termini di emissioni, ma anche di risparmiare le risorse idriche e naturali e di massimizzare la circolarità (recupero, riuso).

Ad esempio IntenCity, la struttura che ospita la sede di Schneider Electric a Grenoble, è un edificio “senziente” che sulla base di ben 60.000 punti dati rilevati costantemente è in grado di misurare, monitorare e ottimizzare il consumo di energia con un approccio guidato dall’uso reale che si fa dei suoi spazi, in termini di occupazione, di abitudini delle persone che vi lavorano, di comfort e produttività. IntenCity ha riunito in un unico sito da 26.000 metri quadri diverse strutture riuscendo a usare 10 volte meno energia della media di edifici di questo tipo in Europa, e tutta l’energia usata è prodotta con fonti rinnovabili (solare, eolico) che possono produrre 970 megawatt/ora di energia all’anno. Al risultato contribuiscono anche i risparmi energetici generati riducendo la mobilità “inter sito” dato che diverse strutture sono riunite in una e policy proattive per la mobilità elettrica e dolce, car sharing, trasporto pubblico. Egualmente sono impiegate azioni educative e di supporto a comportamenti responsabili in termini di produzione di rifiuti, spreco di cibo ecc. che contribuiscono a evitare 90 Kg di CO2 pro-capite all’anno per ogni dipendente.

di Francesco Rossi, Real estate segment manager di Schneider Electric

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