Il mobile office “Tony” nasce dalla necessità per la ditta Secchi Carpenteria Tetti e Case in Legno di trovare un luogo dove spostare temporaneamente la sede operativa durante i lavori di ristrutturazione dei propri uffici nonché dal loro desiderio di mostrare le proprie capacità nel mercato, sempre più in crescita, delle case in legno. Da questi punti di partenza nasce la proposta dello Studio Bear dell’architetto Enrico Belotti: “Un edificio in legno da adibire ad ufficio e da poter successivamente mostrare e trasportare facilmente laddove se ne presentasse la necessità per renderlo utilizzabile sul lungo periodo, trasformandolo intrinsecamente in un veicolo pubblicitario!”
L’audacia della proposta ha colpito nel segno ed è stata approvata dal committente. La sfida successiva è stata quella di dimensionare l’edificio affinché potesse essere caricato e trasportato sul loro camion: 8,60 x 2,50 metri di base per un’altezza massima di 2,60; questi i limiti dimensionali.
“Il primo ragionamento che ha mosso le nostre matite – rivela il progettista – è stato di carattere strategico: non volevamo disegnare un edificio dalla forma tradizionale, perché il mercato delle case in legno è già sufficientemente affollato, e riproporre ciò che già gli altri fanno non sarebbe stato un elemento di vantaggio per loro. Il vantaggio, si sa, risiede nel mostrare qualcosa che non è ancora stato fatto da nessuno. Questo spunto ha influenzato anche la scelta del nome: Tony, che nello slang inglese è un aggettivo attribuito ad un oggetto bello, accattivante, insolito ed eccezionale”.
L’edificio, realizzato con struttura a telaio in legno lamellare con isolamento termico in lana di roccia e polistirene, si presenta con grandi vetrate da orientare verso la luce o verso la vista migliore; il resto del volume è avvolto da un manto metallico protettivo colore antracite. All’interno: impianto elettrico, rete dati e illuminazione a led di ultima generazione, una grande scrivania in pino per quattro postazioni pc ed una serie di ripiani posizionati sui lati lunghi della struttura. Non era necessario altro.
di Danilo Premoli – Office Observer