Il 5g è la quinta generazione di tecnologie radiomobili cellulari e dire che la differenza sta solo nella velocità con cui si movimentano i dati è limitante.
Il 5g velocizza l’accesso alla rete, rende più rapidi e affidabili i tempi di risposta (indispensabile in comparti come ad esempio la chirurgia da remoto o la guida autonoma) e aumenta il numero dei dispositivi connessi, aprendo le porte all’IoT, l’internet delle cose per cui ipoteticamente gli apparecchi possono funzionare da soli governati da informazioni trasmesse attraverso la rete (fonte PoliMI).
Si moltiplicano i timori che questa tecnologia sia troppo invasiva e quindi dannosa per il corpo, soprattutto se la propria abitazione è nelle immediate vicinanze delle strutture che la diffondono. E si moltiplicano le informazioni secondo cui la presenza delle strutture necessarie al 5g vada a inficiare sul valore degli immobili.
5G e deprezzamento degli immobili
Negli Stati Uniti sono state fatte delle analisi sull’impatto dei ripetitori telefonici sul valore delle case. Da alcune ricerche come l’Economic impacts to residential real estate from small wireless facilities realizzata dalla società Joint venture Silicon valley emerge che il valore delle proprietà dislocate in aree coperte dal 5G in California è aumentato, soprattutto a causa dell’ottima connessione garantita, fattore richiesto dagli acquirenti più giovani.
In questo caso si tratta però di piccole celle e non di antenne enormi, ovvero di congegni che si inseriscono nel panorama urbano ma che hanno dimensioni contenute.
Un’analisi europea sul tema arriva da Springer Nature ed è stata fatta a Varsavia in Polonia. la ricerca ha rilevato che non vi sono correlazioni tra la presenza di torri telefoniche e diminuzioni dei valori immobiliari residenziali.
Non tutto è positivo, ci sono comunque pareri, soprattutto in arrivo dagli agenti immobiliari, che riportano come la presenza di torri possa minare il valore e la vendibilità di un immobile, raccolte soprattutto dall’Environmental health trust , organizzazione no-profit che lavora per misurare i rischi ambientali negli States.
Infine, la questione della salute si unisce a quella del decoro e del paesaggio. È innegabile che una casa vista antenna sia poco appetibile e non ci sono studi o ricerche che tengano.
Il punto è che la tecnologia corre e, in molte città d’Italia, la connessione ormai vola. Questo è un punto di non ritorno, che coinvolge l’uso di apparecchiature intelligenti e la stessa realizzazione di edifici e città intelligenti, governati da sistemi che possono funzionare solo con una rete rapidissima.
La scelta è quindi tra una tecnologia che sulla carta è sotto controllo, normata e che può aprire le porte a un’edilizia meno dispendiosa di risorse energetiche, o il frenare lo sviluppo tecnologico lavorando e vivendo con una rete che a conti fatti è già diventata obsoleta.
Gli effetti del 5G sulla salute
Gli effetti ci sono, sono minimi e sono stati spiegati da chi di dovere, i ricercatori che hanno dati sottomano. Il più esaustivo per il paese è pubblicato sul portale dell’ISS, l’istituto italiano di sanità e si trova a questo link.
Una parte esplicativa è questa: “Il 5G, come le attuali tecnologie di telefonia mobile di seconda, terza e quarta generazione (2G, 3G e 4G), non richiede segnali elettromagnetici di intensità tale da indurre aumenti significativi della temperatura corporea dei soggetti esposti, per cui non è prevedibile alcun problema per quanto riguarda gli effetti noti dei campi elettromagnetici. Questo è vero anche in considerazione sia della natura particolarmente restrittiva della normativa italiana, sia dei margini di cautela impliciti negli standard internazionali per la protezione dagli effetti termici nell’ipotesi che il quadro normativo italiano venga allineato ad essi per evitare che già esistenti problemi di installazione degli impianti di telecomunicazione mobile possano essere accentuati con l’avvento del 5G. Non solo i livelli di esposizione della popolazione saranno molto inferiori alle soglie per gli effetti a breve termine di natura termica, ma la temuta “proliferazione di antenne” non dovrebbe comportare aumenti generalizzati delle esposizioni in quanto le ridotte dimensioni delle small cells comporteranno delle potenze di emissione più basse di quelle utilizzate per coprire le macrocelle. D’altra parte, come già avviene per le small cells già utilizzate dalle tecnologie attuali di telefonia cellulare, le antenne fisse saranno presumibilmente poste a distanze più ridotte dalle persone di quanto lo sia, per esempio, la distanza di una stazione radiobase posta sulla sommità di un edificio. Inoltre, le tecnologie 5G si affiancheranno, almeno inizialmente, alle tecnologie esistenti, per cui qualche aumento dei livelli di esposizione potrebbe verificarsi in prossimità delle antenne. Sarà comunque compito delle autorità delegate ai controlli delle emissioni verificare il rispetto della normativa.”
Si apre quindi il tema dei controlli e delle norme. L’Arpav Friuli Venezia Giulia chiarisce che i limiti nazionali impongono, rispetto ai valori europei, forti restrizioni ai gestori degli impianti di telefonia mobile. Ciò riguarda attualmente la diffusione della tecnologia 5G, poiché l’installazione dei nuovi impianti avviene in una situazione di quasi saturazione dello “spazio radioelettrico”.
Le preoccupazioni legate alla distanza tra un’abitazione e un’antenna meritano quindi di concentrarsi sull’esposizione piuttosto che sui metri. La legge di riferimento è il DPCM 08.07.2003 ‘Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz’.
L’arpav del Friuli riporta quindi che le Agenzie per l’ambiente operanti in Italia hanno ritenuto che la realizzazione del 5G possa avvenire anche con il mantenimento degli attuali limiti di legge, attraverso la definizione di criteri progettuali efficienti, come, ad esempio, il corretto dimensionamento e posizionamento degli impianti sul territorio.