Nell’H1 i mutui ritrovano sprint: richieste +20%, ma l’80% è surroga

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Nel primo semestre del 2025 il mercato dei mutui in Italia registra una netta inversione di tendenza: secondo il Barometro Crif, le richieste di mutui e surroghe segnano un +20% rispetto allo stesso periodo del 2024, con picchi mensili del +26,8% a gennaio e +25,8% ad aprile. Cresce anche l’importo medio richiesto, che si attesta a 152.109 euro (+4,4%).

Il rientro dell’inflazione e gli otto tagli progressivi del costo del denaro da parte della Bce hanno spinto molte famiglie a rinegoziare mutui sottoscritti nel biennio post-pandemico. Le surroghe, infatti, rappresentano oggi l’80% delle richieste e nel primo trimestre 2025 hanno fatto segnare un +63,2% rispetto allo stesso periodo del 2024.

“Il mercato dei mutui sta vivendo una stagione di grande fermento. Dopo anni di attesa, le famiglie tornano a pianificare con fiducia l’acquisto della casa. Come operatori del credito, abbiamo il compito di accompagnarle con soluzioni sostenibili, digitali e personalizzate. Il boom delle surroghe è solo l’inizio: nei prossimi mesi ci aspettiamo una crescita costante anche sul fronte dell’acquisto prima casa”, commenta Angelo Spiezia, ceo di WeUnit.  

Oltre al fattore tassi, incidono due ulteriori driver: la diffusione dei mutui green, sostenuti da banche attente ai criteri Esg, e l’aumento generalizzato dei canoni di affitto, che rende l’acquisto più competitivo, specie per i giovani orientati verso immobili di nuova costruzione.

Si conferma l’interesse per i mutui green, anche per immobili in classe C, D o E, e la disponibilità a finanziare fino al 100% per under 35, anche con contratti non stabili.

L’età media dei richiedenti resta stabile: il 62,9% ha tra i 25 e i 44 anni. I canali digitali per la richiesta di preventivi si sono consolidati dopo il Covid, coinvolgendo trasversalmente tutte le fasce d’età.

Le previsioni restano positive anche per la seconda parte del 2025, salvo shock esterni. I dazi commerciali e le tensioni geopolitiche potrebbero generare nuova pressione inflazionistica, rallentando la discesa dei tassi. Capecchi avverte: “In caso di incertezza, il ricorso al tasso fisso sarà ancora più marcato”.

 

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