Mutui, il variabile batte il fisso a luglio

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Il mercato italiano dei mutui ha registrato un cambiamento a luglio: i mutui a tasso variabile hanno superato quelli a tasso fisso. Questo sorpasso avviene dopo la fine delle promozioni primaverili che avevano caratterizzato il primato del tasso fisso negli ultimi anni, fino a fine giugno.

L’attuale situazione di mercato presenta una concreta opportunità di risparmio per le famiglie. Secondo le rilevazioni, nei primi due anni di vita di un mutuo da 150.000 euro, il tasso variabile potrebbe far risparmiare oltre 1.000 euro. Per una simulazione di mutuo da 150.000 euro, della durata di 30 anni, su un immobile non green, il miglior tasso fisso disponibile ha un TAN del 3,00% con una rata di 632,41 euro. Il miglior variabile, invece, mostra un TAN del 2,58% e una rata di 599,23 euro, che è destinata a ridursi ulteriormente fino a un massimo di altri 17 euro entro la primavera del 2026. In sostanza, questo si traduce in un risparmio di circa 1.050 euro nei primi due anni del mutuo a tasso variabile.

Il differenziale a favore del tasso variabile è più marcato per i mutui green, destinati a immobili di classe A e B, dove il tasso fisso registra Taeg superiori di almeno 25 punti base rispetto al variabile. Questo divario è previsto aumentare entro la primavera 2026, con le previsioni sui tassi variabili che indicano un ulteriore calo di una ventina di punti base. Per gli immobili meno efficienti, la differenza attuale è di circa 50 punti base, destinata a salire a quota 70. Le proiezioni indicano che l’Euribor dovrebbe mantenere un andamento favorevole almeno fino a metà 2026, per poi iniziare una lenta risalita verso i livelli attuali intorno alla primavera del 2027. Un possibile rallentamento del ciclo economico in Europa, legato anche a fattori come l’introduzione di dazi USA senza contromisure europee, potrebbe raffreddare ulteriormente l’inflazione e creare spazio per ulteriori tagli del costo del denaro da parte della BCE, portando a un calo dei tassi maggiore rispetto alle attese per i futuri mutuatari o chi ha un tasso variabile.

L’incremento del costo dei mutui a tasso fisso ha avuto un impatto immediato sulla domanda di surroghe, la cui quota sul totale si è ridotta al 32% a inizio luglio. Anche la domanda di mutui acquisto da parte dei giovani con meno di 36 anni ha visto ridurre il proprio peso al 40%. Ciononostante, la domanda di mutui ad elevato loan to value, che finanziano oltre l’80% del costo di acquisto, da parte dei giovani under 36 è salita al 54%. Il mercato delle compravendite residenziali ha registrato una crescita del +11.2% nel primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le compravendite sostenute da un mutuo sono aumentate dal 38,6% al 45,8% del totale nei primi tre mesi di quest’anno. Parallelamente, le erogazioni di mutui hanno avuto una crescita ancora più consistente, pari a +52,6%. Un costo del denaro più favorevole e politiche di erogazione più accomodanti stanno incentivando gli italiani a considerare l’acquisto della casa con il supporto di un mutuo, confidando nella sostenibilità delle rate almeno nel breve periodo.

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