Milano-Cortina: avanti tutta nel segno della legacy

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I primi Giochi Olimpici Invernali si sono svolti nel lontano 1924 a Chamonix. Fino ad oggi, ci sono state 24 edizioni, con l’ultima che si è tenuta nel 2022 a Pechino. La prossima, come ben si sa, si terrà a Milano-Cortina e sarà la venticinquesima. 

I preparativi sono in corso, le opere non sono ancora completamente pronte come è naturale che sia e, come spesso accade, ci sono ritardi e costi aggiuntivi. Tuttavia, tra i temi di queste olimpiadi, spicca l’eredità, la cosiddetta legacy. 

Chi si occupa dell’evento, quindi il governo, le città ospitanti e i comitati, ha più volte sottolineato la necessità di evitare che le costose opere pubbliche e non vengano abbandonate o risultino inservibili dopo le olimpiadi.

Del resto, il passato insegna: si può partire dal belpaese e citare la pista da bob di Cesana Torinese, mai più riutilizzata dopo i giochi del 2006 e rimasta in un desolante stato di abbandono. Vi è oggi il progetto di demolire il ‘serpentone’ con uno stanziamento di 9 milioni di euro e il sogno di trasformarlo in uno Ski dome coperto, dove sciare anche in estate. 

Un altro esempio è il Complesso Olimpico di Elliniko ad Atene, costruito per le olimpiadi del 2004, dove molti impianti, come lo stadio di softball, il campo di hockey e il centro di canottaggio, sono stati lasciati senza manutenzione e occupati abusivamente. 

Più recentemente, a Rio de Janeiro nel 2016, molte strutture sono state abbandonate pochi mesi dopo la conclusione dell’evento. Spicca lo Stadio Acquatico Olimpico, costato 30 milioni di sterline, che è stato smantellato e lasciato in uno stato di abbandono, con piscine stagnanti che rappresentano pure un pericolo per la salute. 

Tornando ancora più indietro nel tempo, nel 2008 a Pechino, mentre alcune strutture come il famoso “Nido d’Uccello” sono ancora in uso, altre sono state convertite o abbandonate a causa degli elevati costi di gestione. Diversi edifici, tra cui centri commerciali, non sono mai stati aperti o utilizzati. 

E infine Sarajevo, sede delle Olimpiadi Invernali del 1984. Purtroppo, gli impianti sono stati gravemente danneggiati dalla guerra e molti sono rimasti in rovina, abbandonati per decenni e diventando simboli di degrado.

Nel 2026, l’intenzione è di non ripetere questi errori. Per questo motivo, nel nome della sostenibilità e degli investimenti immobiliari guidati dai criteri Esg, tutto ciò che verrà costruito per Milano Cortina  dovrà essere riutilizzato in futuro.

Un investimento di 3,4 mld di euro

L’investimento complessivo per le olimpiadi invernali è di circa 3,4 miliardi di euro, suddiviso in un piano di 94 interventi che comprendono 44 impianti sportivi e 50 infrastrutture di trasporto. 

A Milano, le due opere principali sono il Villaggio Olimpico nello scalo di Porta Romana, che verrà trasformato in un complesso residenziale per studenti, e la nuova arena coperta nel quartiere di Santa Giulia, destinata a diventare un polo attrattivo per eventi sportivi, concerti e altre manifestazioni. 

Sono anche previsti miglioramenti infrastrutturali, tra cui l’estensione della metropolitana nel quartiere di Santa Giulia e il potenziamento dei collegamenti ferroviari, incluso il collegamento con l’aeroporto di Venezia, strategico sia per Cortina che per Milano.

La nuova sezione della metropolitana Milano-Santa Giulia potrà migliorare i collegamenti urbani, e il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Venezia faciliterà gli spostamenti internazionali anche in futuro. Inoltre, sono previste varianti stradali e rotatorie a Cortina per gestire meglio il traffico.

A Cortina, i lavori più rilevanti riguardano le strutture sportive, come la pista da bob, di cui si è parlato molto, il palazzo del ghiaccio per il curling, e la pista del Tofane per lo sci alpino femminile. 

Come già detto, si tratta di 94 interventi complessivi e, a un anno dall’evento, solo il 10% delle opere sarà stato finora completato. 

Dopo le Olimpiadi, gli impianti sportivi saranno accessibili alle associazioni sportive locali e alle scuole, con un modello organizzativo che prevede il riutilizzo di circa il 90-95% delle strutture esistenti e temporanee, per evitare il rischio di impianti inutilizzati, come accaduto in passato. 

Per comprendere l’avanzamento dei lavori relativi alle opere olimpiche, il sito di riferimento ideale è proprio quello di Simico, la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026. Su questo sito è possibile scaricare i dati, che vengono aggiornati regolarmente ogni 45 giorni. 

Questo garantisce un certo livello di trasparenza nella fornitura delle informazioni. Dai dati disponibili, è possibile capire quali opere sono state completate e alcune hanno già una finalità di tipo legacy. Ad esempio, i servizi di allestimento del villaggio olimpico di Cortina d’Ampezzo sono già destinati a una finalità legacy, in questo caso student housing.

Legacy infrastrutturale 

Legacy significa anche migliorare aree di accesso e ottimizzare la viabilità verso stadi e strutture sportive. Inoltre, riguarda anche la riqualificazione di edifici, che possono includere appartamenti, piazze e spazi pubblici in diversi comuni come Borneo, Livigno e Trento. 

Questi posti, inizialmente, ospiteranno attività di supporto per le olimpiadi, fornendo servizi logistici e di ospitalità, e successivamente verranno restituiti al territorio come interventi di Legacy destinati a uso residenziale agevolato. 

La lista di interventi di legacy è lunga, cii sono progetti di Bus Rapid Transit nelle valli, come la Valle di Fiemme e la Valle di Fassa, oltre alla sistemazione delle stazioni, la realizzazione di varianti stradali, riappalti e modifiche stradali, gallerie e collegamenti ferroviari. Un intervento significativo è il collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto intercontinentale di Malpensa e la linea Rfi del Sempione. 

Questi lavori comprendono anche la risoluzione dei problemi di traffico, la costruzione di gallerie artificiali, nuovi svincoli e molto altro, tutto sotto il segno della legacy.

Non a caso, alla fine del documento, dopo la terza o ultima colonna, viene indicata la fase dell’intervento, specificando se è concluso o in esecuzione. Successivamente, si trova la certificazione dell’opera, seguita proprio dal tipo di legacy, che può essere stradale, ferroviaria o di altro genere. 

Legacy per i giovani

 Il comune di Milano ha appena lanciato ‘Generazione sport’ e ‘Fuori campo’, due iniziative per costruire una legacy olimpica duratura, all’insegna dell’inclusione, dell’educazione e del benessere.

I progetti nascono grazie a una solida rete di realtà pubbliche, private e del terzo settore impegnate da anni nel mondo dello sport e dell’educazione. L’obiettivo è quello di offrire opportunità sportive ai giovani in situazione di vulnerabilità educativa e di contrastare l’abbandono della pratica sportiva, anche fornendo strumenti formativi aggiornati alle società sportive attive sul territorio.

Circa il 70% dei ragazzi italiani sotto i 14 anni pratica regolarmente attività sportiva ma a partire dai 15 anni il tasso di abbandono aumenta notevolmente: solo il 56% dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni continua a praticare sport con regolarità e la quota di sedentari arriva al 35%, con una concentrazione particolare nelle periferie e nelle aree più fragili. Tra le cause principali dell’abbandono figurano la mancanza di tempo, l’aumento del carico scolastico, le esperienze negative in ambito sportivo e le difficoltà economiche delle famiglie.

I due progetti mirano quindi a finanziare la partecipazione ad attività sportive, ma anche a creare i luoghi adatti in città, con azioni come l’abbattimento delle barriere architettoniche, la co-progettazione con il terzo settore di format sportivi e l’utilizzo di kit mobili e allestimenti temporanei per animare piazze, parchi e playground. L’obiettivo è rendere più attrattivi gli spazi pubblici e coinvolgere attivamente la comunità, anche oltre la durata del progetto, attualmente prevista fino a dicembre 2026.

 

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