Il calo demografico rappresenta una sfida significativa per il mercato immobiliare, soprattutto in Italia, con ripercussioni che si estendono oltre i confini nazionali.
Nel Belpaese il cosiddetto inverno demografico rischia di deprimere il valore degli immobili a causa di un eccesso di offerta rispetto alla domanda. In regioni come il Friuli Venezia Giulia, un quarto degli immobili risulta non occupato, e questa situazione potrebbe peggiorare con un’ulteriore diminuzione della popolazione.
Secondo quando affermato da Gianni Torrenti, esperto di demografia, ripreso dall’Ansa, inoltre visto che il risparmio degli italiani sia concentrato per il 70% nelle famiglie e nell’immobiliare, rende il settore real estate e in particolare quello residenziale fortemente vulnerabile alle dinamiche demografiche.
Mentre l’Italia si confronta con questa sfida, altri Paesi affrontano scenari diversi. A livello globale, si prevede un aumento dei costi delle case nei prossimi anni a causa di uno squilibrio tra domanda e offerta. Paesi come i Paesi Bassi, il Canada, il Brasile e il Messico vedranno una crescita dei prezzi, spinta da fattori economici positivi La Cina, invece, sta attraversando una crisi con prezzi in calo a causa del rallentamento economico.
In Europa, in particolare, la maggior parte degli stati membri vedrà un aumento dei costi delle abitazioni, ad eccezione della Francia.
A influire sull’evoluzione posibile del mercato è inoltre importante considerare anche l’impatto del cambiamento climatico, che può influenzare i prezzi e le normative edilizie. Eventi climatici estremi e nuove normative per edifici a emissioni zero potrebbero infatti incidere sui costi finali delle abitazioni puntando da un lato verso il rialzo, ma garantendone parallelamente una maggior tenuta a livello di valori patrimoniali dall’altro.
La situazione, in forte e disordinata evoluzione, impone quindi di monitorare attentamente le dinamiche in corso e adottare politiche mirate per mitigare gli effetti negativi.