giovedì, Marzo 28, 2024

Le tendenze da conoscere per capire i mercati immobiliari globali

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Gli economisti stimano che nel quarto trimestre dello scorso anno l’economia statunitense sia cresciuta a un tasso annuale destagionalizzato del 2,8%, in lieve calo rispetto al 3,2% del terzo trimestre. Mentre le vendite al dettaglio in generale sono diminuite e il mercato azionario è sceso del 20% nel 2022, la spesa per i beni e le esperienze di lusso è cresciuta all’incirca dello stesso importo.

Il boom del 2022 in questo mercato da 1.500 miliardi di dollari è stato guidato quasi interamente dalle Gen Z e Y, che hanno dominato il mercato dei beni personali (compresi abbigliamento di lusso, borse, gioielli, ecc.). Bain prevede che la spesa della Gen Z e anche della più giovane Generazione Alpha crescerà tre volte più velocemente delle altre generazioni fino al 2030. Alla faccia delle preoccupazioni dei giovani per il materialismo dei loro predecessori!

Il 48% delle 25 città statunitensi con la popolazione più anziana si trova in Florida. Il 19% della popolazione della Florida ha più di 65 anni, rispetto al 15% dell’intera popolazione statunitense. Nel 2021, la stragrande maggioranza della ricchezza degli Stati Uniti (78,1%) apparteneva alle generazioni più anziane: i cosiddetti baby boomer possiedono ben il 52,2% della ricchezza del Paese, mentre i loro predecessori, la “generazione silenziosa” ne possiede il 15,2%.

Si prevede che nel 2023 13 delle 30 principali global cities registreranno una crescita dei prezzi immobiliari uguale o addirittura leggermente superiore all’anno precedente. Le principali sono Dubai e Singapore, per le quali si prevede una crescita dei prezzi tra il 6% e il 7,9% nel 2023, in calo rispetto al 12,4% e al 6,8%, rispettivamente, del 2022. Seguono Miami e Milano, con previsioni di crescita tra il 4% e il 5,9% quest’anno. Per Miami si tratta di un calo enorme rispetto al 25,4% registrato nel 2022, pari però alla crescita di Milano, che l’anno scorso è stato il mercato più performante dell’Europa meridionale.

Queste città hanno vissuto una significativo afflusso di individui abbienti e sono destinate a continuare a farlo. Gli individui facoltosi non sono immuni dai venti contrari dell’economia, ma la limitata offerta di qualità protegge i prezzi da un calo eccessivo. Pur rimanendo il mercato residenziale di prima categoria più costoso al mondo Hong Kong dovrebbe registrare il maggior calo del 2023, tra il 6% e il 7,9%, a seguito della perdita dell’8,5% registrata 2022. (Barrons)

A distanza di un paio di settimane dall’incontro avvenuto a Davos, i partecipanti del World Economic Forum sembrano essere concordi nel ritenere che le condizioni economiche mondiali abbiano ormai toccato il fondo e che si possa guardare al prossimo futuro in modo positivo. Molti si aspettavano un 2023 che avrebbe portato con sé i postumi della guerra in Ucraina, la continua debolezza economica cinese e gli effetti devastanti dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari…

Invece, i delegati si sono ritrovati a constatare diversi risultati in controtendenza, come ad esempio:

• La fine delle restrizioni e della politica cinese “zero-covid”. Se la Cina è riuscita a crescere del 3% durante i blocchi…..
• I prezzi del gas all’ingrosso sono crollati dell’80%.
• Transizioni massicce nell’approvvigionamento e nella fornitura di energia.
• Nessuna significativa recessione in Europa (a lungo auspicata), bensì un’aspettativa generale di crescita.
• L’inflazione negli Stati Uniti sembra aver raggiunto il suo picco e altrove sta già girando l’angolo.

Quest’anno al forum hanno partecipato 600 amministratori delegati delle più grandi aziende del mondo, 56 ministri delle finanze e 19 governatori di banche centrali. E aldilà del fatto che un gruppo di ultra potenti si riunisca per discutere anche di cambiamenti climatici dopo aver volato per migliaia di chilometri su jet privati, questo incontro fornisce spunti interessanti sulle condizioni economiche e geopolitiche globali.

Negli Stati Uniti le vendite di immobili residenziali hanno chiuso l’anno a un ritmo destagionalizzato e annualizzato pari a 4,02 milioni di unità, il 34% in meno rispetto al dicembre 2021, il ritmo più lento dal novembre 2010, quando si era nel bel mezzo della crisi immobiliare. Le vendite immobiliari sono scese per 11 mesi consecutivi, a causa dell’aumento dei tassi ipotecari.
Specificatamente, le vendite del settore residenziale, che costituiscono la maggior parte del mercato immobiliare, nel 2022 sono diminuite del 17,8% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 5,03 milioni.

Vai al sito di Riccardo Ravasini Ravarealty

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