martedì, Marzo 19, 2024

L’accesso universale all’energia deve essere un obiettivo globale

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Le tensioni geopolitiche e la risultante crisi energetica hanno avuto un impatto importante, producendo inflazione, interruzioni degli scambi commerciali, aumento del debito pubblico dei Paesi. Sommandosi agli effetti del periodo pandemico, tutto questo ha fermato il progresso, che negli ultimi dieci anni era costante, sul percorso per garantire a tutti gli abitanti del pianeta l’accesso all’energia.

Tra il 2015 e il 2019 il numero di persone senza elettricità era diminuito del 9% all’anno; tra il 2019 e il 2020 si era scesi da 770 milioni a 773 milioni di individui. Il rischio è che quanto guadagnato in passato si possa in parte perdere, anche se vi sono alcuni segnali di speranza: c’è attenzione politica sul tema della diseguaglianza energetica, il costo dell’energia rinnovabile sta scendendo, si diffondono i casi di successo nell’applicazione di modelli innovativi, come la fornitura di energia decentralizzata. Questo potrebbe darci l’occasione, finalmente, di trasformare il sistema energetico che abbiamo ereditato dal passato in un’infrastruttura resiliente, sostenibile e pronta al futuro, che funziona per tutti.

Pensare a lungo termine

Ben prima dei recenti avvenimenti, gli esperti di settore avevano messo in guardia sulla fragilità e sui rischi associati ad un sistema energetico basato sui combustibili fossili. “Siamo stati nel pieno di una crisi energetica per anni” commenta Stefan Bouzarovski, professore di geografia umana presso l’università inglese di Manchester. “Questo è il culmine di un lungo percorso di fallimenti nell’attuare politiche capaci di affrontare le enormi ingiustizie legate all’energia che esistono nel mondo”.

La povertà energetica è il risultato di diseguaglianze sistemiche e complesse, che escludono alcune persone dall’avere accesso a un’energia sicura, affidabile e a costo contenuto. La crisi odierna ha messo il tema in agenda con un’evidenza senza precedenti, come dimostrano le rilevanti misure di supporto messe in campo a favore di consumatori e aziende nei vari paesi europei, Italia compresa. I costi finanziari sono elevati, ma sono stati molti gli errori di un passato in cui non abbiamo investito a sufficienza in misure che avrebbero potuto mitigare le vulnerabilità di oggi, come ad esempio l’isolamento degli edifici.

La diminuzione del costo dell’energia rinnovabile, intanto, dà un altro strumento importante per cambiare rotta: i Paesi possono puntare con più forza che mai su un futuro net-zero e avere ancora più ragione per farlo, nel momento in cui i problemi e i costi nascosti di un’energia legata ai combustibili fossili diventano dolorosamente chiari.

Il punto di partenza: una visione politica

Ottenere accesso all’energia per tutti richiede una visione politica, la collaborazione con il settore privato e un piano di transizione che considera ogni aspetto a livello locale, se non addirittura di quartiere. Gwenaelle Avice-Huet, Chief Strategy & Sustainability Officer di Schneider Electric, evidenzia che “Per progredire in modo sostenibile è importante che governi, aziende private e leader del mondo imprenditoriale lavorino perché l’accesso all’energia rimanga in cima alle priorità delle agende sia dei paesi che delle organizzazioni internazionali, e che sia incluso nei piani di ripresa e resilienza.” Schneider Electric – una delle aziende più sostenibili al mondo – per parte sua porta avanti programmi a supporto delle persone che hanno scarso o nullo accesso all’elettricità.

Tracey Crowe, Senior Director and Chief of Staff di Sustainable Energy for All, una ONG basata a Vienna, afferma che ogni paese dovrebbe stabilire chiari obiettivi quantitativi per orientare le proprie azioni. Come esempio, cita il Rwanda: un paese che per il 2024 si è posto l’obiettivo di dare alla sua popolazione pieno accesso all’elettricità e per il 2030 punta a fare in modo che anche il combustibile necessario per cucinare sia ottenuto da fonti pulite. Anche la Nigeria, il paese che ha la più grande quantità di persone prive di accesso all’elettricità, ha un piano di transizione per il futuro che considera tutto lo spettro di possibilità disponibili – dall’aumentare l’elettrificazione ai combustibili puliti alle tecnologie per la catena del freddo e per cucinare. Il piano, inoltre, considera sia la rete elettrica convenzionale sia i settori delle mini-grid e della produzione di energia off grid. Questo permette al governo e al settore privato di decidere come meglio usare i loro fondi e puntare a ciò che è fattibile nelle singole comunità.

Il livello locale è essenziale per la transizione a un mondo net-zero. La vecchia struttura che conosciamo fatta di un piccolo numero di grandi impianti usati per produrre energia per milioni di clienti è nata nel quadro di sistemi energetici basati sulle fonti fossili. In un mondo net-zero, la produzione di energia e il suo consumo saranno necessariamente più ubiqui e distribuiti.

Abbandonare lo status quo

I paesi in via di sviluppo possono saltare direttamente a una fase successiva, senza passare per la creazione di infrastrutture energetiche convenzionali. Secondo Avice-Houet, l’energia rinnovabile distribuita – ovvero energia generata nel posto in cui viene consumata, o nei suoi pressi, ad esempio con pannelli solari e piccole turbine eoliche – è il segreto per raggiungere molti dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ed è dimostrato che piani di accesso all’energia nazionali, che integrano sia soluzioni centralizzate sia approcci decentralizzati, adattati al contesto locale, hanno già dato dei risultati positivi.

“Per affrontare la questione dell’accesso all’energia, unita allo sviluppo socio economico e nel quadro della crisi climatica, le energie rinnovabili distribuite e le misure per l’efficienza energetica sono potenti alleati – aggiunge Avice-Houet – Permettono di offrire alle comunità locali energia pulita, sicura, affidabile, che sostenga le esigenze individuali e crei nuove opportunità economiche – mitigando, allo stesso tempo, l’impatto del cambiamento climatico e dando anche l’opportunità di far nascere nuovi posti di lavoro legati all’energia green”.
L’accesso all’energia permette alle attività commerciali locali di crescere. Possono stare aperte più a lungo, aumentare la produttività, conservare più a lungo i beni deperibili e migliorare le condizioni lavorative, ad esempio.

In un progetto portato avanti da Schneider Electric, delle pompe di irrigazione alimentate con energia solare sono state connesse a una micro-grid permettendo agli abitanti del villaggio di produrre sul posto l’energia di cui avevano bisogno e fornendo l’energia necessaria per la raccolta del riso e della canna da zucchero. “Il progetto ha aumentato il numero di raccolti da uno all’anno a due, a volte anche tre. Ha reso tutto più affidabile e ha generato nuovo reddito, perché il villaggio può vendere all’operatore di rete locale l’energia in eccesso prodotta dai pannelli”.

Il programma Access to Energy di Schneider Electric sviluppa soluzioni per l’elettricità pulita e accessibile dal punto di vista economico fin dal 2009. Esso si inserisce nei più ampi obiettivi del programma Sustainability Impact di Schneider Electric, che punta a portare l’accesso ad un’energia elettrica pulita a100 milioni di persone entro il 2030. Tra le tante iniziative, nel 2017 la Fondazione Schneider Electric, la Fondazione Mastercard e International Rescue Committee della Costa d’Avorio si sono alleate per formare 1.250 giovani disoccupati (il 60% dei quali donne) e fornire loro strumenti e competenze per avviare attività imprenditoriali nel settore elettrico e dell’energia solare.

La capacità di creare lavoro con l’energia green, del resto, è un trend globale. Recentemente l’International Energy Agency ha pubblicato un report sul mercato del lavoro dell’energia – il primo studio di questo tipo mai realizzato – che ha mostrato che nel settore dell’energia “green” si creano più posti di lavoro di quanti ne nascano nei settori legati ai combustibili fossili.

La crisi che stiamo attraversando ha evidenziato la scarsa sostenibilità anche economica dell’energia a buon mercato, ma “sporca”, che abbiamo usato; oggi sappiamo con certezza che investire in sistemi energetici più puliti, resilienti e sostenibili, che proteggano il futuro del pianeta e dei suoi abitanti, è la scelta giusta. Portarla avanti è una missione collettiva da cui non possiamo esimerci.

di Francesco Rossi, Real estate segment manager di Schneider Electric

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