La Banca centrale europea, con una decisione ampiamente attesa dai mercati, ha lasciato i tassi invariati al 2% sui depositi e al 2,25% sui rifinanziamenti. Lo comunica la stessa Bce in una nota sulle decisioni di politica monetaria del Consiglio direttivo riunitosi a Francoforte.
La scelta di lasciare la leva monetaria ferma dopo 8 tagli consecutivi da giugno 2024 al mese scorso segue alcuni timori per il futuro dell’ecnomia continentale.
In un comunicato ufficiale il Consiglio direttivo chiarisce la propria decisione sottolineando che “il contesto rimane eccezionalmente incerto, soprattutto a causa delle dispute commerciali. Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine. Adotterà un approccio basato sui dati e sulle riunioni per determinare l’orientamento appropriato della politica monetaria”.
“Il Consiglio direttivo non si impegna in anticipo su un percorso specifico per i tassi”, si legge ancora. “Le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse si baseranno sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione e dei rischi ad esse connessi, alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, nonché della dinamica dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria”, si aggiunge.
Il Consiglio, prosegue la nota, “è pronto ad adeguare tutti gli strumenti di cui dispone nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione si stabilizzi al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il regolare funzionamento della trasmissione della politica monetaria”. Inoltre, lo Strumento di protezione della trasmissione è “disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia alla trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere più efficacemente al suo mandato di stabilità dei prezzi”.