La necessità di raggiungere 600mila posti letto necessari entro il 2035, facendo così fronte alla domanda crescente di assistenza sanitaria nel Paese e agguantare il target di 5% di copertura saranno un potente driver per gli investimenti nel real estate dedicato al settore healthcare in Italia per il 2025 e gli anni successivi.
Secondo l’ultima ricerca di JLL, infatti, il settore sanitario in Italia presenta un rilevante potenziale nell’ambito degli investimenti capital markets. Se nei primi nove mesi del 2024 gli investimenti capital markets nel settore hanno raggiunto circa 110 milioni di euro, per il 2025 è prevista la chiusura di significative operazioni legate in prevalenza all’acquisizione di portafogli healthcare. Una domanda in crescita La popolazione italiana over-65, che rappresenta attualmente il 24% del totale (14,2 milioni di abitanti) è destinata ad aumentare nei prossimi anni, raggiungendo il 34% entro il 2050.
L’Italia è uno dei Paesi con più anziani non solo in Europa, ma a livello mondiale. Il Paese registra la quota più alta di ultraottantenni in Europa (8%), seguito da Germania (7,5%), Grecia (7,4%) e Portogallo (6,9%).
L’offerta sul mercato
Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero della Salute (anno 2022), le strutture di assistenza ospedaliera private accreditate ammontano a 485, mentre il totale di posti letto accreditati è di circa 45.500. Per quanto riguarda le strutture di assistenza residenziale, si contano quasi 8.000 unità, l’85% delle quali è privato, per un totale di circa 270.000 posti letto. La maggior parte di esse (45%) è specializzata nell’assistenza agli anziani, seguita dall’assistenza psichiatrica (25%) e dall’assistenza ai disabili fisici (12%). Il Nord Italia conta il maggior numero di strutture residenziali a livello nazionale con Lombardia, Veneto e Piemonte che insieme ospitano più della metà dei posti letto totali.
A livello nazionale l’offerta è aumentata del 20% negli ultimi 10 anni, ma l’attuale rapporto di copertura per gli over 65 rimane basso, attestandosi all’1,9%, lontano dall’obiettivo ideale del 5%, mentre siamo al 6% di coverage-ratio per gli over- 80. Confrontando i dati italiani con quelli degli altri paesi EMEA, l’Italia presenta uno dei tassi più bassi d’Europa. I Paesi Bassi, ad esempio, hanno una disponibilità quattro volte superiore a quella italiana, mentre solo Croazia, Romania, Polonia, Grecia e Bulgaria presentano un indice inferiore a quello dell’Italia. Previsioni future Confrontando il numero di posti letto esistenti nelle strutture residenziali di assistenza con i posti utilizzati annualmente, il tasso di occupazione in Italia è aumentato all’80%, anche se varia a livello regionale: in 11 regioni su 21 il tasso è superiore all’80%, con Trentino e Lombardia che risultano essere le più sature, rispettivamente con il 96% e il 92%. Negli ultimi anni, il numero di utenti italiani nelle strutture residenziali è aumentato significativamente, superando le 420.000 unità del 2022, con un incremento del 20% rispetto al 2012.
“Le stime suggeriscono una crescita della popolazione anziana, con un incremento importante di over 65 nei prossimi 30 anni – commenta Francesca Fantuzzi, Head of Research di JLL Italia – Per raggiungere un tasso di copertura del 5%, l’Italia dovrà aumentare l’offerta di posti letto a più di 600.000 entro il 2035, raddoppiando l’attuale disponibilità. Il numero di posti letto deve aumentare per ridurre il divario con la domanda futura, soprattutto nelle regioni di Lazio, Campania e Sicilia”.
“Per i prossimi mesi le prospettive generali sono in miglioramento, con tassi di interesse più bassi che favoriscono l’accesso ai finanziamenti che potrebbe migliorare il sentiment del mercato, stimolando il ritorno sugli investimenti – prosegue Alberico Radice Fossati, Head of Capital Markets di JLL Italia – Il settore Healthcare si conferma un asset class emergente, con un crescente interesse da parte degli investitori internazionali e importanti transazioni previste per il 2025. Il mercato dovrebbe vedere l’emergere di portafogli sostanziosi nel prossimo futuro, con un aumento della liquidità. Si prevede una compressione dei rendimenti a lungo termine e un crescente interesse per i portafogli sanitari italiani, con una prospettiva positiva per lo sviluppo del settore”.