Istat: nel ’23 scende il consumo energetico per industria e famiglie

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Il fabbisogno energetico complessivo dell’Italia, misurato dal consumo di energia delle unità residenti (Net domestic energy use, Ndeu), scende nel 2023 a 6,3 milioni di terajoule (Tj) (-3,1% nel 2022 e ‑4,1% nel 2023), confermando il trend in diminuzione osservato a partire dal 2018.

Lo riporta l’Istat, per cui l’intensità dei consumi energetici rispetto al Pil, pressoché stabile negli anni 2018-2021, registra un forte calo sia nel 2022 (-7,4%) sia nel 2023 (-4,8%), attestandosi a 3,3 Tj per milione di euro (il valore più basso degli ultimi 16 anni) per effetto del diverso andamento tra i dati energetici, in calo, e i dati economici, in aumento (con il Pil che segna +4,7% nel 2022 e +0,7% nel 2023).

La contrazione dei consumi energetici nel 2022 (‑210mila Tj) è stata trainata dalla riduzione della domanda di gas naturale, a sua volta imputabile all’innalzamento dei prezzi connesso al conflitto russo‑ucraino, alle misure di contenimento dei consumi energetici e al clima mite nella seconda metà del 2022. In tutti i settori produttivi è diminuito l’uso di energia (-3,0% in agricoltura, -4,2% nell’industria e ‑0,7% nei servizi), con una riduzione complessiva del 3,1%, corrispondente a 139mila Tj. Anche le famiglie nel 2022 hanno ridotto del 3,2% i consumi energetici (‑71mila Tj), sebbene con andamenti opposti tra uso domestico, che è diminuito (-10,1%, attestandosi a 1.257mila Tj), e uso per trasporto, che è aumentato (+8,3%, arrivando a 908mila Tj, valore superiore a quello pre-pandemia). Il settore dell’Industria è stato quello che ha più contribuito alla riduzione (-125mila Tj), pur con dinamiche molto differenti tra le diverse attività.

In termini assoluti l’industria chimica ha registrato la diminuzione più significativa (-88mila Tj; -24,1%), seguita da metallurgia (-47mila Tj; -16,1%) e da costruzioni (-18mila Tj; -10,7%); in controtendenza, i consumi energetici sono aumentati, in special modo nelle attività di fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (+27mila Tj; +3,0%), raffinazione del petrolio (+26mila Tj; +9,3%) e industria del legno (+19mila Tj; +81,2%). In quasi tutte le attività dei servizi sono calati i consumi di energia (‑9mila Tj); rilevante è stata la riduzione nelle imprese di trasporto marittimo (-14mila Tj; -6,5%) e terrestre (-12mila Tj; ‑4,0%) e nella pubblica amministrazione (-10mila Tj; -16,8%) mentre, con segno opposto, è stato significativo l’aumento nelle attività di trasporto aereo (+41mila Tj; +101,1%).

L’Italia è responsabile dell’11% del Ndeu dell’Ue27, dopo Germania (21%) e Francia (17%); seguono Spagna (8%), Polonia (7%) e Olanda (5%). Solo la Polonia ha registrato un’intensità energetica del Pil superiore alla media Ue27, mentre Italia e Germania hanno rilevato i valori più bassi.

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