Inaugurato a Brescia il Museo Internazionale del Tappeto Antico

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Disegnato dallo studio OBR di Paolo Brescia, Tommaso Principi e Andrea Casetto, con il supporto di Lombardini22 per l’ingegneria, Mita è il Centro Culturale di Fondazione Tassara, proprietaria della più grande collezione privata al mondo di tappeti antichi, provenienti da Asia, Europa e Africa, donati da Romain Zaleski. Promosso per Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il Museo Internazionale del Tappeto Antico ha aperto le porte a ottobre.

“Con il Mita vogliamo promuovere una nuova idea di museo che esce da sé, aprendosi alla città – ha dichiarato Paolo Brescia -. Lo abbiamo pensato come un teatro vivente, che partecipa alla vita urbana, dove succede sempre qualcosa, all’insegna dell’inclusione e della policultura. Più che un edificio isolato, è un sistema aperto, che fa da medium tra la collezione e il suo pubblico, che lavora sul tempo, prima ancora che sullo spazio, sovrapponendo il presente con il passato e il futuro: non è solo un museo, ma una relazione”.

Il centro sorge su un’area di circa 1.300 mq, riconvertendo il sito di una ex fonderia. Concepito come un progetto urbano, l’intervento restituisce al pubblico un nuovo spazio civico: arretrando dalla strada, il museo dona a Brescia una nuova piazza aperta a tutti, un luogo di socializzazione in cui avere il piacere di stare e di ritrovarsi.

La facciata è caratterizzata da un portico che inquadra una sequenza di superfici riflettenti e trasparenti, sovrapponendo frammenti di paesaggio con le opere della collezione. Giocando con la luce naturale esterna e con quella artificiale interna, la facciata assume un effetto cangiante sempre diverso, combinando i colori del contesto urbano riflesso con quelli delle opere all’interno. Realizzato con una leggera struttura metallica, il portico diventa una quinta multimediale della nuova piazza. Scendendo nella piazza gradonata, il visitatore è accolto nella lobby che a sua volta lo introduce nello spazio centrale a tutta altezza, pensato come un palcoscenico balconato, in cui le opere antiche dialogano con video installazioni.

L’allestimento di OBR è pensato per creare una stretta relazione tra le opere e l’architettura, che si valorizzano vicendevolmente. Tutte le parti sono in relazione tra loro: la sala espositiva, la biblioteca, la sala multimediale, il laboratorio di restauro, il deposito, la sala incontri e gli uffici, stimolando un’esperienza percettiva multiforme con diversi gradi di contemplazione e di interazione con le opere e tra le persone (foto Leo Torri Studio).

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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