Per far nascere i progetti occorre cogliere il momento di discontinuità e saper guardare lontano, oltre le apparenze. L’edificio all’angolo di viale Jenner e via Bernina era da qualche tempo un cupo ricordo di un passato spento, con facciate tristemente monotone in un contesto urbano in bilico tra il declino e la riqualificazione, giunta a portata di mano grazie anche alla fermata della metropolitana.
Come spesso accade anche quell’edificio nascondeva un segreto: all’interno del lotto c’era un enorme spazio aperto, con tante erbacce al posto delle macchine, ma con tanto potenziale inespresso. Proprio questa grande corte privata di 5mila metri quadri, del tutto inusuale per una città densa come Milano, ha rappresentato il punto di svolta nella visione che ha portato cliente, architetto e consulente immobiliare a concepire la trasformazione dell’edificio per farne un nuovo organismo capace di ospitare un Polo Creativo come quello necessario alla coabitazione dei diversi brand del Gruppo Publicis.
Nonostante l’interesse confermato da parte di un corporate end-user importante, non è stato facile far decollare l’operazione. Il fondo straniero che ne deteneva la proprietà era più interessato a farlo uscire dai libri piuttosto che a cavalcare la valorizzazione e il rischio paese Italia qualche anno fa non aveva ancora iniziato a declinare. Solo la determinazione dell’architetto (Jacopo della Fontana per D2U) che ha comunque portato avanti lo sviluppo del progetto fino alla fase di ottenimento del placet comunale e la conoscenza del mercato del consulente immobiliare (Roberto Nicosia, allora per Bnp Paribas) che ha individuato un nuovo soggetto interessato all’operazione di riqualificazione hanno convinto il tenant (Giorgio Brenna per Leo Burnett e per il resto del gruppo) a rimanere ingaggiato fino al momento cruciale in cui, lo stesso giorno su più tavoli nello studio del notaio, sono stati conclusi di fatto contestualmente tutti i contratti: cessione da Henderson a Generali, affitto da Generali a Publicis, appalto da Generali a Mangiavacchi-Pedercini, negoziazione a BNP Paribas, progettazione a D2U. E poi a conferma di un’operazione e di un progetto validi, il ciclo virtuoso si è chiuso con l’acquisto da parte di Inarcassa.
di Jacopo della Fontana – Architetto D2U