Non solo gli aspetti pratici e tecnici, ma anche quelli psicologici devono essere oggetto di studio, di ricerca e di formazione: nella filiera dei professionisti dell’abitare merita un posto di rilievo il coach.
Coach = allenatore, coaching = istruire: così dice il vocabolario. Nella pratica chi è il coach dell’abitare? Parliamo di una figura particolare che parte prima di tutto dalle persone per poi arrivare all’immobile, che aiuta le persone nella scelta di una casa ma anche nella ridefinizione degli spazi. Difficile tradurre il tutto: ci abbiamo provato intervistando Angela Baghino, architetto e interior con grande esperienza nel settore immobiliare che ha investito in formazione e in esperienza proprio per ottenere anche la qualifica di coach dell’abitare.
La pandemia ha stravolto il modo di vivere gli spazi, ci ha obbligati a conoscere la nostra casa che prima spesso era più un servizio che un luogo da vivere. Qualcuno ha avuto la necessità di trovare altri spazi, altri hanno avuto bisogno di ridefinire i propri, trovando soddisfazioni insperate attraverso una nuova consapevolezza.
Il coach dell’abitare accompagna le persone in questo, se ne prende cura, ne individua bisogni e aspettative: Angela ci parla di “ascolto attivo”, della capacità certamente di ascoltare ma anche di sapere domandare le cose giuste e di indurre il cliente a darsi le risposte da solo dopo avergli fornito tutti gli strumenti necessari.
Il coach dell’abitare non è uno psicologo e non ci sono percorsi formativi specifici facilmente identificabili solo per il settore immobiliare. Angela ci racconta di essere partita dall’ascolto di se stessa, dall’individuazione del miglior livello di autostima e dalla consapevolezza, tutte azioni necessarie per poter lavorare poi sul cliente con coscienza e con obiettività. E il cliente non è solo il privato ma anche l’agente immobiliare, il progettista, il costruttore, oppure l’arredatore. Il coaching dell’abitare si inserisce, infatti, nel processo di progettazione e di commercializzazione e di allestimento in modo parallelo, potendo affiancare tutte le fasi del percorso.
Oggi servono competenze sempre più qualificate, grandi capacità di ascolto e di visione: la pandemia ha amplificato queste necessità e l’aspetto psicologico è divenuto ancora più determinante. Pensiamo a un immobile ereditato per il quale è necessario “staccarsi” da oggetti che affettivamente ci sembrano irrinunciabili o a quando si lascia una casa per trasferirsi altrove: ogni distacco dalle cose e dalle case è un processo che a livello psicologico può richiedere un accompagnamento. Stare male nel luogo in cui si vive provoca un malessere generale che va curato: a volte basta davvero ripensare quel luogo per ritrovare equilibrio e benessere.
La casa vive, respira, parla. Per questo in un allestimento non si può spersonalizzarla, omologarla per farne un clone che fa quasi confondere un immobile con un altro. Ogni casa è unica e irripetibile, va valorizzata e raccontata. Angela Baghino racconta la propria esperienza personale, sviluppata anche in anni di consolidata collaborazione con agenzie immobiliari.
Clicca QUI per vedere la videointervista.