Il verde fa bene, anche al mercato del lavoro e soprattutto quando si pafla del settore delle costruzioni. Secondo GrenItaly 2016, settimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente, che ha analizzato quanti posti di lavoro sono stati creati grazie ai cosiddetti green jobs, è peraltro il settore delle costruzioni quello che presenta una domanda di lavoro legato alle tematiche dell’ecologia e di rispetto ambientale più intensa.
Nel dettaglio, il settore del green building ha già creato 236mila posti di lavoro e potrebbe arrivare, calcolando l’indotto, a 400mila entro il 2017, soprattutto grazie alle riqualificazioni edilizie e urbanistiche.
I numeri del settore
Secondo i dati diffusi dal rapporto, il settore delle riqualificazioni è il segmento del settore costruzioni che registra un segno nettamente positivo in termini di impiego e soprattutto di lavoro in verde, crescendo negli ultimi due anni del 20% e rappresentando oggi il 70% del mercato complessivo. Un contributo importante in questo senso è arrivato dalle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e quelle per gli interventi mirati all’efficienza energetica, di cui hanno usufruito, in modo diretto o indiretto, quasi la metà delle famiglie italiane.
Secondo le previsioni di GreenItaly questa tendenza è destinata a rafforzarsi in futuro: il mercato del nuovo diminuirà nel tempo, fino a pesare il 2% nel 2050, mentre quello della ristrutturazione sostenibile continuerà a crescere.
Per il 2016 si prevede un nuovo picco degli investimenti da credito di imposta ed Ecobonus, stimato in 29,2 miliardi di euro, il 16% in più rispetto allo scorso anno. Tutto questo porterà a 436mila lavoratori dell’edilizia green, fra diretti e indotto, ben 61mila in più rispetto allo scorso anno.
Edilizia verde e riqualificazione del patrimonio esistente
Secondo il rapporto, inoltre, il settore delle riqualificazioni avrà molte opportunità di crescita in Italia grazie all’età avanzata e alle cattive condizioni delle case: nel nostro Paese oltre il 61% ha più di 40 anni e presenta un elevato consumo energetico (che va dal 40% al 45%).
Inoltre le abitazioni che hanno bisogno di un restayling sono il 55,4% di quelle presenti sul territorio nazionale e diventeranno 65,7 in 10 anni. Il 60% degli edifici è stato realizzato prima del 1976, quando è stata introdotta la legge sull’efficienza energetica, mentre il 25% non è mai stato sottoposto ad alcuna riqualificazione.
Con un intervento pesante, il risparmio energetico di un immobile può andare dal 30 all’80%, ma anche con leggeri miglioramenti, continui e graduali nel tempo, si può arrivare ad un risparmio del 10-20%. Complessivamente, i due miliardi di metri quadrati del patrimonio edilizio italiano che necessitano di riqualificazione energetica potrebbero generare 500 miliardi di euro per il settore dell’edilizia.