Firmato a Venezia il protocollo d’intesa tra il Freight leaders council, associazione che riunisce i principali attori della filiera logistica e Uir – Unione interporti riuniti, organizzazione che rappresenta a livello nazionale gli interporti italiani e la loro rete infrastrutturale a servizio della logistica integrata e dell’intermodalità.
L’accordo nasce dalla volontà comune di attivare un dialogo strutturato e programmatico tra due realtà complementari, che condividono la necessità di affrontare con approccio sinergico le grandi trasformazioni che stanno investendo il mondo del trasporto e della logistica: dalla digitalizzazione alla transizione ecologica, dalla riforma normativa al rafforzamento dell’intermodalità.
Flc e Uir intendono così dare vita a un percorso condiviso per contribuire in modo attivo all’elaborazione di politiche pubbliche più efficaci, al rafforzamento della competitività nazionale e allo sviluppo di progetti con ricadute positive per imprese, territori e collettività.
“L’accordo siglato rappresenta un passo fondamentale per costruire una logistica di filiera che metta a sistema competenze, infrastrutture e innovazione – ha dichiarato Massimo Marciani, presidente del Freight leaders council – Gli interporti sono snodi strategici per la mobilità delle merci e collaborare con UIR ci permette di valorizzare pienamente il loro ruolo all’interno della transizione ecologica e digitale del comparto. Insieme potremo incidere in modo più efficace sulle politiche pubbliche. Il nostro accordo prevede infatti attività congiunte di ricerca, formazione, promozione e sviluppo progettuale, con l’obiettivo di costruire le condizioni per un ecosistema logistico realmente integrato, al passo con le trasformazioni in atto e capace di generare valore nel tempo”
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“Siamo particolarmente orgogliosi di aver siglato questo protocollo con il Freight Leaders Council, realtà autorevole e punto di riferimento per l’analisi e la proposta nel mondo della logistica – ha continuato Matteo Gasparato, presidente di Unione interporti riuniti – Questo accordo rappresenta per UIR una straordinaria opportunità per rafforzare il dialogo tra infrastrutture, imprese e istituzioni, con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise per una logistica più moderna, sostenibile e competitiva. La complementarità tra il sapere strategico del FLC e la dimensione operativa degli interporti italiani è un valore aggiunto che ci permetterà di incidere con maggiore efficacia sulle politiche di settore, generando impatti positivi per l’intero sistema Paese.”
Il protocollo sottoscritto a Venezia si configura come uno strumento operativo per avviare nuove attività di studio, analisi, divulgazione e confronto in materia di trasporti, innovazione logistica e infrastrutture.
Le due organizzazioni collaboreranno all’organizzazione di eventi e convegni tematici, allo sviluppo di progetti di ricerca con il coinvolgimento del mondo accademico e dei centri di competenza, alla partecipazione a iniziative italiane ed europee, alla promozione di programmi formativi rivolti ad aziende, enti pubblici e cittadini, nonché all’attivazione di tavoli di confronto con gli stakeholder istituzionali.
Il Freight leaders council intende contribuire a rafforzare il dialogo tra le imprese della filiera logistica e le istituzioni pubbliche, mettendo a disposizione la visione strategica dei propri associati e la capacità di analisi trasversale del comparto, con l’obiettivo di favorire una logistica integrata e rispettosa dell’ambiente. Uir, da parte sua, conferma l’impegno a rafforzare l’interconnessione tra i nodi logistici del Paese e ad accompagnare la transizione digitale e green della rete interportuale italiana.
L’intesa siglata rappresenta quindi l’avvio di una collaborazione concreta e duratura, basata sulla condivisione di obiettivi e valori comuni. Le due organizzazioni si pongono come promotrici di un approccio integrato, sistemico e innovativo alla logistica, capaci di interpretare le esigenze del presente e costruire insieme le condizioni per un futuro in cui la mobilità delle merci sia realmente al servizio dello sviluppo economico, della sostenibilità ambientale e della coesione territoriale.