L’Università Ca’Foscari di Venezia è stata recentemente destinataria di un finanziamento per un importo di 26,9 milioni, da parte del ministero dell’Università e della Ricerca, per la costruzione di una residenza studentesca. Oggetto dei lavori di ristrutturazione sarà l’ex Caserma Pepe al Lido di Venezia.
La realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari è resa possibile dalla Legge 338/2000 sull’edilizia universitaria e l’ateneo veneziano, sulla base di un protocollo d’intesa tra l’Agenzia del Demanio, il Comune di Venezia e la Regione Veneto, ha ricevuto la concessione d’uso gratuito dell’edificio, una collaborazione senza la quale il progetto non sarebbe decollato. Dall’anno accademico 2027/2028 saranno quindi disponibili circa 210 posti letto e una superficie netta complessiva di 5.480 metri quadrati.
In questo momento, riconfigurare un luogo di grande valore e prestigio storico che era destinato all’uso militare, riportandolo a un uso legato agli studenti, simbolicamente fa molto piacere alla comunità universitaria.
La rettrice Tiziana Lippiello, soddisfatta del cofinanziamento ministeriale, ha ricordato che “la presenza degli atenei veneziani è un elemento qualificante della città; per Venezia, essere un importante polo universitario e culturale costituisce una opportunità interessante sia in termini di diversificazione dell’economia urbana che di apporto demografico”.
Requadro ha intervistato il direttore generale dell’Università Ca’Foscari, Gabriele Rizzetto, il quale ha illustrato tutte le peculiarità dietro alla rigenerazione dell’ex Caserma Pepe.
Domanda: Direttore, alla base di questa ristrutturazione c’è il “secondo piano degli interventi per alloggi e residenze per studenti universitari”, di che cosa si tratta?
Risposta: Il piano arriva dalla legge 338/2000, per sostenere gli interventi finalizzati alla creazione di studentati universitari. Quando è uscito il bando, Ca’ Foscari aveva già avviato un percorso di scouting all’interno della città storica di Venezia per individuare delle opportunità, in quanto avevamo ravvisato la necessità di potenziare quella che era la struttura per le residenze universitarie come fattore di attrattività all’interno del nostro piano strategico. Facendo appunto questo scouting, abbiamo individuato la possibilità di riconfigurare la Caserma Pepe in residenza universitaria. Quindi, questo è un bando molto importante che destina finanziamenti alle università e agli enti per il diritto allo studio di ristrutturare, risistemare e rivalorizzare quelle che sono realtà dismesse piuttosto che già utilizzate ma ampliabili.
D: 26,9 milioni provenienti dal ministero, 6 milioni stanziati dall’Università a bilancio. Importi che denotano un particolare interesse da parte di Ca’Foscari nella rigenerazione urbana?
R: Assolutamente, Venezia non ha altre possibilità se non quella di rivalorizzare il patrimonio esistente. Tutte le residenze di Ca’Foscari all’interno della Città storica, rispettivamente San Giobbe (ex macello e poi mulino), Santa Marta (ex aule di laboratorio e magazzini) e ora quella dell’ex Caserma Pepe, sono tutte un esempio di rigenerazione urbana.
D: La notizia circa la ristrutturazione dell’ex Caserma Pepe è stata definita da molti “La prima risposta concreta alle esigenze dovute alla sempre più crescente crisi abitativa”, secondo lei il progetto è sufficiente per far fronte a questa emergenza?
R: Siamo ben lontani dal target necessario per soddisfare le esigenze abitative all’interno della nostra offerta. Grazie ai nostri sforzi, a quelli di ESU Venezia e di IUAV possiamo dire che alla fine del 2026 ed inizio del 2027 arriveremo a duemila posti letto. Uno dei vantaggi del bando, trattandosi di finanziamenti pubblici, è quello di offrire a studenti meritevoli e privi di mezzi il posto a prezzi decisamente calmierati, consentendo un accesso ad un diritto allo studio completo. Per tutti gli altri vi si potrà accedere con prezzi convenzionati. Rispetto al mercato privato, che ha cifre ben diverse a Venezia come nelle altre città universitarie, è un’opportunità molto conveniente. La residenza va anche a differenziare l’offerta, dato che il Lido è differente rispetto al centro storico di Venezia, si pensi ad esempio alla mobilità.
D: Parlando del progetto, questo prevede interventi rivolti alla sostenibilità ambientale? Ci saranno per esempio energie rinnovabili o verranno adottate soluzioni per ridurre i consumi energetici?
R: Nonostante l’ex Caserma Pepe, come la gran parte degli edifici veneziani, sia un bene vincolato dalla Soprintendenza verranno effettuati interventi orientati all’efficienza energetica (la residenza è prevista in classe A2) e al basso impatto ambientale.
D: All’interno dell’ex Caserma Pepe saranno previsti spazi utili per lo studio? Per esempio biblioteche, aule studio o luoghi per eventi culturali?
R: L’ateneo ha fin da subito cercato di pensare non a una residenza del presente, ma a un luogo per il futuro. Tant’è vero che oltre alla residenza, sulla base del protocollo che abbiamo firmato utilizzeremo anche “le casermette”, ovvero quelle costruzioni presenti all’esterno della struttura centrale, che un tempo erano le officine in cui lavoravano i militari. Le abbiamo volute fortemente perché ci consentono di configurare quel luogo come uno spazio finalizzato a promuovere l’imprenditorialità giovanile. Abbiamo quindi deciso di chiamarle Le cavane della cultura e dell’innovazione (la cavana è il ricovero delle barche nella laguna di Venezia, una sorta di garage, che evoca quindi le startup del nord America, ndr) e saranno destinate agli studenti per sviluppare la propria idea imprenditoriale ma anche per ritrovarsi e socializzare. Il progetto della residenza del Lido è dunque quello di una residenza aumentata, pensato per essere un centro polifunzionale attrattivo per studenti fuori sede, in una logica che supera la residenza “dormitorio”. Potrà essere inoltre utilizzata, data la sua naturale configurazione, anche come luogo per ospitare iniziative ed eventi pubblici.
D: Per quanto riguarda invece il fattore trasporti, essendo il Lido di Venezia staccato dall’isola, come pensate di venire in contro agli studenti per raggiungere lo studentato?
R: Gli studenti mediamente sono tutti dotati della Carta Venezia per spostarsi all’interno della città e il Lido è ricompreso nel circuito veneziano. La caserma è molto vicina all’imbarcadero della linea che passa vicino a San Basilio, un nostro grosso polo in quanto ci gravitano circa diecimila studenti, ai quali principalmente sarebbe destinata l’ex Caserma. Ci impegneremo a dialogare con il Comune di Venezia per potenziare la mobilità verso Venezia.