Dialogo architettonico tra storia e contemporaneità

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Lo studio Asti Architetti ha rivisitato nel corso degli anni diversi palazzi milanesi, ma la sfida raccolta nel caso dell’intervento sul lotto compreso tra le vie Torino, della Palla e Lupetta, oggi completato, è stata un’esperienza del tutto diversa. Si è trattato infatti di risanare una ferita rimasta aperta nel cuore di Milano per quasi settant’anni mediante la ricucitura di due ambiti totalmente opposti: la calma e colta piazza Sant’Alessandro da una parte, e la caotica e commerciale via Torino dall’altra, passando attraverso i ruderi di un importante palazzo settecentesco e la landa desolata di un parcheggio.

La compresenza di interventi di restauro e di nuova costruzione, su di un lotto gravato da doppio vincolo monumentale e ambientale, restituisce un’idea della complessità dell’intervento realizzato. Situato all’interno di un tessuto urbano fortemente storicizzato, l’isolato in questione è connotato da forti caratteri architettonici e urbanistici in cui sono ancora visibili le stratificazioni delle epoche storiche ed i gravi danni subiti nel corso della Secondo Guerra mondiale.

Carattere distintivo è l’alta qualità architettonica richiesta per la ridefinizione dell’intero lotto attraverso la realizzazione di un nuovo edificio e la ricucitura con ricostituzione della continuità formale sul fronte delle vie della Palla e Lupetta, in particolare con il restauro della facciata esistente lungo quest’ultima. Gli elementi storici fuori terra da salvaguardare, appartenenti al palazzo originario tutelato con vincolo monumentale (la facciata su via Lupetta), le porzioni di muratura superstiti e le sale voltate dell’edificio storico del XVIII secolo sono stati tutti preservati e valorizzati mediante opere di restauro concordate con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano.

La facciata del nuovo fabbricato su via Torino, di cinque piani fuori terra destinati in parte a ospitare attività commerciali e in parte a uffici direzionali, è stato invece il frutto di un’analisi compositiva che ha preso spunto dalle relazioni intercorrenti tra le architetture limitrofe delineandosi come un elemento di continuità con la cortina stratificata della via, nel tentativo di risolvere in chiave contemporanea il suo disegno rispettando linee, ritmi e rapporti degli edifici ed instaurando in tal modo un dialogo con l’immediato intorno urbano. La facciata storica su via Lupetta, restaurata e consolidata fino al terzo piano fuori terra, presenta una sorta di ricucitura dei piani mancanti, mentre la facciata restaurata su via della Palla, sviluppata per i soli piani terra e primo, rappresenta una pura quinta scenica, rivisitata nel linguaggio formale attraverso la ridefinizione dei rapporti tra vuoti e pieni.

di Danilo Premoli – Office Observer

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