giovedì, Aprile 25, 2024

Il design del vetro dialoga con la storia

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Nel 1993 Vittorio Livi, che venti anni prima aveva fondato la Fiam, che diventerà in breve tempo l’azienda più importante al mondo nella produzione di cristallo curvato, acquista Villa Miralfiore nel centro di Pesaro, allora quasi completamente in rovina. Si tratta di una villa di origini antiche: agli inizi del Quattrocento era di proprietà dei Malatesta poi alla metà del secolo viene acquistata da Francesco Sforza, duca di Milano; nel 1513 la signoria di Pesaro passa al Duca di Urbino, nipote di Papa Giulio II Della Rovere.

Fu lui che cominciò ad abbellire la villa e i giardini, opera che continuò suo figlio Guidobaldo Della Rovere: è il momento di massimo splendore della villa, vengono ampliati gli spazi e i viali, a cura dell’architetto pesarese Filippo Terzi, al fine di trasformarla in una residenza di corte e sono realizzati gli affreschi delle cinque stanze al primo piano ad opera dei fratelli Taddeo e Federico Zuccari.

Seguono una serie di vicende che vedono la villa passare dai Della Rovere ai Medici, dal Papato ai Conti di Castelbarco Albani. Tra i danni del terremoto del 1916 e quelli della Seconda Guerra Mondiale, la villa subì ulteriori menomazioni, in particolare fu occupata dagli alleati, fu bombardata e si persero per sempre le grandi tele settecentesche. La villa sarebbe andata sicuramente incontro ad una rovina totale se Vittorio Livi non avesse iniziato un’opera di recupero degli spazi.

Oggi la villa è completamente ristrutturata ed è diventata spazio abitabile e luogo di rappresentanza, showroom e futuro museo. Il restauro ha riportato alla luce il colore e la vivacità dei disegni, grottesche che inquadrano scene di paesaggio, di mano probabilmente fiamminga, e gli emblemi delle imprese di Federico d’Urbino e dei suoi successori. Ma come integrare due cose tanto lontane come gli affreschi di fine Cinquecento e arredi di design di fine Novecento? La risposta è proprio il vetro: lungo tutte le stanze corrono infatti dei basamenti di specchi sui quali sono stati collocati gli arredi Fiam. L’accostamento è tanto ardito quanto sorprendente: gli specchi moltiplicano gli affreschi, il vetro si alleggerisce e diventa pura trasparenza, un caso di perfetta fusione tra antico e contemporaneo.

La villa possiede anche un meraviglioso giardino, diviso in più parti che, viste dall’alto, rivelano l’intricato disegno di un labirinto. Al centro si trovano fontane, vari tipi di alberi e anche una piccola cappella, datata agli inizi del Novecento, che per volere di Livi è stata riconsacrata.

 
di Danilo Premoli – Office Observer
 

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