sabato, Aprile 27, 2024

Decarbonizzazione e Smart Readiness Indicator (SRI): facciamo chiarezza!

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Nel settore real estate si sente parlare sempre più spesso di Smart Readiness Indicator (SRI), un indicatore che dal 2020 è strumento ufficiale dell’Unione Europea. Si tratta di un sistema di valutazione della capacità degli edifici di accogliere e applicare le tecnologie digitali. Queste sono essenziali per la sostenibilità del patrimonio edilizio continentale, ed infatti il potenziale delle soluzioni smart building è enfatizzato anche dalle iniziative dell’UE come l’European Green Deal e la Renovation Wave.

Le odierne piattaforme digitali, i sistemi e componenti connessi, i servizi innovativi consentono di ottenere in modo rapido efficienza energetica e riduzione dei consumi (e delle emissioni) con la gestione, il controllo e il monitoraggio puntuale dell’edificio e dei sistemi. Le piattaforme digitali, inoltre, consentono anche di migliorare l’efficienza nella fase di costruzione degli edifici contribuendo alla riduzione delle emissioni incorporate.

Capire SRI: fondamentale per il futuro sostenibile degli edifici

Capire oggi come funziona il modello SRI e come sfruttarlo al meglio per disegnare le disegnare le migliori strategie di riqualificazione e decarbonizzazione degli edifici è della massima importanza per tutti gli operatori del settore real estate, commerciale o residenziale che sia, ed anche per le istituzioni pubbliche, che sono chiamate ad assumere un ruolo di guida con l’esempio attraverso la riqualificazione del loro patrimonio immobiliare.

L’urgenza, infatti, è reale: la revisione della direttiva EPBD (Energy Performance of Building Directive) recentemente approvata dal Parlamento Europeo alza ulteriormente l’asticella degli obiettivi di decarbonizzazione degli edifici, richiedendo progressivi miglioramenti della classe energetica negli edifici esistenti – pubblici e privati – entro il 2030; non solo, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.

Questi obiettivi si confrontano con una realtà italiana variegata e complessa, con ampia presenza di edifici di carattere storico e in generale di vecchia costruzione. Come applicare le tecnologie smart building nel 65% degli edifici del parco edilizio nazionale che, come rileva ENEA nel suo ultimo rapporto, ha oltre 45 anni? Non sorprende che il tasso di riqualificazione profonda degli edifici in Italia sia solo allo 0,85% annuo (secondo la STREPIN – STrategia per la Riqualificazione Energetica del Parco Immobiliare Nazionale). Sempre secondo il database ENEA, il 70% degli edifici ha una classe inferiore alla D.

Smart Readiness Indicator: come funziona

Smart Readiness Indicator è uno “schema comune europeo” per valutare la capacità digitale degli edifici. L’indicatore stabilisce quanto un edificio è smart analizzando tre aspetti principali: la capacità di adattarsi alle esigenze degli occupanti (benessere, comfort, salubrità…); l’utilizzo di strategie di controllo per l’efficienza energetica; l’interazione con la rete energetica (flessibilità energetica, gestione della domanda, integrazione dei sistemi).

Valutando la prontezza tecnologica dell’edificio, Smart Readiness Indicator permette di capire quanto ogni edificio è in grado di accogliere le tecnologie che abilitano l’efficienza, la connettività e la sostenibilità. Classifica la prontezza degli edifici sulla base della loro capacità di interagire con gli occupanti, con le reti energetiche e sulla base della loro capacità di funzionare in modo più efficiente e con migliori prestazioni grazie alle tecnologie IoT e ICT, su 9 diversi dominii tecnici che rappresentano i principali sistemi di edificio (raffrescamento, ventilazione, illuminazione, monitoraggio dell’energia ecc…).

I criteri di impatto considerati per calcolare il punteggio di un edificio riguardano otto aree: il tipo di energia che alimenta l’edificio, la flessibilità rispetto all’interazione dell’edificio con la rete elettrica, la capacità di auto-produzione di energia in loco, confort, comodità, salubrità, capacità di servizio basata sulla tecnologia, condivisione delle informazioni con gli occupanti. Su queste otto aree, opportunamente “pesate”, si innestano valutazioni relative alla presenza di una gamma di funzionalità smart (in totale 54).

Un linguaggio comune per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’edificio

Utilizzare come riferimento Smart Readiness Indicator permette di creare un linguaggio comune per tutti gli attori della catena del valore del settore immobiliare: dai proprietari ai progettisti, dai fornitori di soluzioni agli attori istituzionali. Un linguaggio da usare per confrontarsi su come rendere gli edifici più intelligenti e capire quali benefici se ne possono trarre, con quali step e quali interventi.

Aumentando la consapevolezza dei benefici derivanti dall’utilizzo delle tecnologie intelligenti, SRI rende più tangibile per tutti il valore aggiunto che possono dare le soluzioni smart building. Un valore che è senza ombra di dubbio rilevante e spesso di rapida realizzazione. Ad esempio, tecnologie digitali come termostati smart e controllo intelligente dell’illuminazione ripagano il costo dell’investimento anche entro solo due anni; soluzioni come il controllo automatizzato dell’ombreggiamento, la gestione della ventilazione in base ai dati rilevati da sensori per rilevare la qualità dell’aria aiutano a rendere più salutare l’ambiente e a renderlo più confortevole; una programmazione intelligente dei consumi energetici dell’edificio (ad esempio la ricarica di veicoli elettrici, i consumi di elettrodomestici ecc) può portare a risparmi importanti e anche contribuire al bilanciamento tra domanda di energia e offerta della stessa sulla rete.

Per tutte queste sue caratteristiche, SRI è uno strumento utile per raggiungere gli obiettivi riguardanti la sostenibilità dell’edificio, promuovendo la riduzione dell’impronta di carbonio, accelerando la transizione digitale ed energetica.

Qual è l’impatto delle tecnologie smart building?

A livello di edificio implementare un “pacchetto” evoluto di tecnologie smart building può portare a ottenere in media un 30% di risparmi sul consumo finale di energia. Alcune delle azioni di ottimizzazione, prese singolarmente, sono facili da implementare e si ripagano molto velocemente: pensiamo ad esempio all’introduzione di valvole termostatiche, all’intervento su pompe di calore o boiler, all’adozione di impostazioni specifiche per le ore notturne ecc.

A seconda di come sarà implementato in Unione Europea da qui al 2040, si è stimato che l’indicatore SRI abbia il potenziale di aiutare a far risparmiare ogni anno fino a 160 TWh di consumi primari di energia, 23 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, 12,5 miliardi di euro in costi energetici e 1,4 miliardi di euro di costi correlati ai sistemi energetici. Inoltre, potrebbe portare a benefici in termini di benessere e salute delle persone pari a un valore di 6,5 miliardi di euro, e contribuire a creare 76.000 nuovi posti di lavoro.

Come iniziare a utilizzare l’indicatore SRI per gli smart building?

L’Unione Europea ha approntato un pacchetto per la valutazione SRI che può essere richiesto da proprietari di edifici, produttori e attori del mondo della consulenza e tecnologie per la sostenibilità, che contiene uno strumento di calcolo SRI e una guida pratica per iniziare. Inoltre, è disponibile un pacchetto di formazione per condurre una valutazione SRI e vengono organizzati anche dei webinar per facilitare la comprensione di questa metodologia.

Gli operatori del real estate che intendano supportare con questo indicatore i loro progetti di riqualificazione immobiliare possono trovare in partner come Schneider Electric un supporto essenziale, attraverso la consulenza di team esperti di consulenza e servizi per la sostenibilità, l’apporto di una rete di partner EcoXpert altamente qualificata sulle soluzioni per l’efficienza energetica negli edifici e la disponibilità di piattaforme digitali come EcoStruxure for Buildings le cui caratteristiche consentono di misurare e certificare le prestazioni di efficientamento energetico ottenute attraverso le soluzioni di monitoraggio e gestione dell’energia e degli impianti, in modo integrato – e di potere utilizzare questi dati per il calcolo SRI.

di Francesco Rossi, Real estate segment manager di Schneider Electric

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