Riceviamo dall’ufficio stampa di Nomisma e volentieri pubblichiamo
“La notizia del raggiungimento di un accordo con i dazi fissati al 15% allontana una guerra finanziaria e commerciale con gli Usa. Possiamo ammettere che si è evitato il peggio e che i 95 miliardi di contromisure europee e il conseguente botta e risposta con gli USA avrebbe certamente generato un periodo di fortissima instabilità dall’impatto notevole. Se prendiamo alla lettera le parole della Presidente Von Der Leyen, l’applicazione di un dazio massimo al 15% dovrebbe valere anche per quei prodotti agroalimentari italiani, quali il formaggio o la pasta, che pagavano un dazio rispettivamente del 15 e del 16% già prima dell’arrivo di Trump a cui si è aggiunto un 10% a partire dal 2 aprile! Per questi prodotti, se l’accordo sul 15% comprende tutti, l’accordo raggiunto è un risultato molto positivo, ma un giudizio complessivo deve anche tenere in considerazione gli effetti su quei prodotti, come il vino, che prima prevedevano dazi inferiori. Adesso attendiamo anche che venga pubblicata la lista di prodotti a dazio zero di cui non sono ancora state fornite informazioni di dettaglio, ha commentato Paolo De Castro, presidente di Nomisma.
Sebbene questo accordo abbia evitato scenari peggiori per il benessere commerciale e finanziario degli stati membri, ritengo che adesso l’Europa debba proseguire lungo la sua strategia complessiva di negoziazione per risollevare quanto possibile l’instabilità del mercato. Occorre allargare la nostra presenza anche nei mercati meno convenzionali: Giappone, Indonesia, Vietnam e altre importanti economie asiatiche, infatti, stanno già dimostrando un forte interesse verso il Made in Italy. Nomisma ha già condotto diversi studi in questa direzione, indirizzandosi specialmente alle aziende italiane che pagheranno il prezzo più alto e preparandole a un pronto e chiaro intervento”.