Si è conclusa a Riva del Garda l’undicesima edizione di REbuild, l’evento dedicato all’innovazione sostenibile dell’ambiente costruito, organizzato da Riva del Garda Fierecongressi. L’edizione 2025 si è distinta per il suo obiettivo di elaborare una guida concreta per l’evoluzione del Real Estate italiano, gettando le basi per un Manifesto per il futuro delle costruzioni. Questo documento è concepito come una proposta di visione strategica condivisa per accompagnare il settore verso modelli più sostenibili, innovativi e inclusivi.
Il Manifesto è il risultato di uno “sforzo di intelligenza collettiva al servizio della comunità”, frutto del lavoro svolto nei workshop e degli spunti emersi dagli incontri durante i due giorni dell’evento, che hanno visto la partecipazione di oltre 600 persone, tra relatori, partner, start up, enti e media.
Alessandra Albarelli, direttrice generale di Riva del Garda Fierecongressi, ha spiegato che il Manifesto non è uno strumento di marketing, ma un insieme di punti che delineano ciò che dovrà occupare l’attenzione e il lavoro della comunità del Real Estate nei prossimi mesi, in attesa di REbuild 2026. L’obiettivo è aprire un confronto con tutti gli attori del settore e uno scambio con la politica e le istituzioni.
Ezio Micelli, presidente del Comitato scientifico di REbuild, ha sottolineato che si tratta di un impegno sia interno alla comunità di REbuild che esterno, orientato alla generazione di valore e valori alla base di una transizione giusta, equa e sostenibile. Ha evidenziato che il cambiamento del Real Estate italiano deve passare attraverso tecnologia, sensibilità ambientale e inclusione sociale.
Sono stati individuati quattro pilastri fondamentali sui quali si reggeranno i punti del Manifesto:
1. Transizioni integrate: si riconosce che la transizione è plurale – economica, energetica, sociale, demografica, sostenibile e altro – e che è necessario mettere in relazione le diverse transizioni e farle procedere su un unico binario. È emerso che territori diversi hanno priorità differenti; ad esempio, le comunità colpite dallo spopolamento necessitano di uno sviluppo che, pur tenendo conto della sostenibilità, consideri anche le peculiarità del luogo e un’idea di futuro che non prescinda da esse. Il tema centrale è considerare le priorità nelle diverse transizioni e costruire un’idea di sviluppo che trasformi la transizione in valore.
2. Produttività per l’inclusione abitativa: il processo di ammodernamento dell’ambiente costruito non può dipendere solo da slogan o sussidi. La produttività delle costruzioni deve essere riconsiderata non solo per la crescita economica o il profitto, ma come strumento per democratizzare l’accesso al bene primario della casa. L’obiettivo è sostanziare il diritto alla casa, specialmente per le fasce più fragili della popolazione, offrendo abitazioni con valore di mercato commisurato alle possibilità degli italiani. La produttività è vista come un modo per rendere la casa accessibile, e lavorare su questo fronte è un tema ineludibile.
3. IA come leva di cambiamento: l’intelligenza Artificiale (IA), vista da alcuni operatori come fonte di preoccupazione, è stata indagata per il suo potenziale futuro nell’ambiente costruito. È emerso che l’IA potrebbe diventare uno strumento eccezionalmente utile per snellire e velocizzare il complesso quadro burocratico che rallenta lo sviluppo del settore. Liberando gli attori della filiera dalle incombenze formali, l’IA potrebbe restituire efficienza ed efficacia ai processi, permettendo di concentrarsi sulla progettazione in tutte le sue dimensioni, dalla realizzazione di progetti di qualità (decarbonizzati, accessibili, sani, duraturi) alla gestione intelligente del patrimonio. Le start up presentatesi all’evento hanno mostrato soluzioni innovative basate su IA e tecnologie digitali per ottimizzare la progettazione, migliorare l’efficienza energetica e automatizzare processi.
4. Valutazione sociale: la dimensione Sociale degli ESG è stata evidenziata come centrale e ancora poco esplorata. È emersa la richiesta di elaborare un cruscotto di indicatori per misurare il valore sociale generato da nuovi quartieri, interventi immobiliari o rigenerazioni urbane. Similmente a come si misura l’efficienza energetica, si ritiene fondamentale iniziare a considerare e misurare la dimensione sociale come generatrice di valore. Dare numeri e valori alle tante dimensioni del sociale è necessario per chi deve decidere investimenti o progetti, poiché “se non cʼè misura, non cʼè possibilità di miglioramento”. La definizione delle regole per questa valutazione non può essere rimandata.
I messaggi emersi dai gruppi di lavoro di REbuild 2025 costituiscono la base di un impegno collettivo. Essi sono le fondamenta su cui il Manifesto prenderà forma, un documento che sarà il risultato di interazioni e scambi di idee tra gli addetti ai lavori nei settori delle costruzioni, finanza, servizi e progettazione, a diversi livelli e scale. Questo processo si inserisce nel solco del motto “Connecting minds, enable innovation”.