Con i dazi in stand-by l’arredo ha più tempo per guardare ai mercati secondari

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Dove c’è bellezza c’è spesso made in Italy e il settore del mobile non è da meno, anche se il mercato ha sofferto in termini di fatturato nel 2024. A pesare il minore impatto di Francia e Germania, a cui ora si somma la tempesta dei dazi trumpiani che, seppur rinviati di 3 mesi, incombono come una spada di Damocle sul futuro dell’export.

Export che è lievemente diminuito, anche se il settore nel complesso ha tenuto. 

Se i dazi non saranno oggi saranno tra 3 mesi, o forse prima, ma se è vero che i cambiamenti sono opportunità, l’arredo ha un po’ di più tempo per guardare a mercati finora considerati secondari come l’Asia, gli Emirati e alcune regioni dell’Africa.

Una fase di ridimensionamento

Lato credito, le circa 8.000 società di capitali operanti nel settore del mobile hanno infatti registrato un calo degli importi erogati di circa il -3% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, come possibile conseguenza del trend di decrescita del fatturato a partire dal 2023, che dovrebbe essere confermato anche su base 2024. 

Ciò può essere considerato come una risposta al ridimensionamento della domanda di soluzioni di arredamento, dopo un biennio di tassi di crescita straordinari fortemente influenzati dalla presenza di sistemi incentivanti.

Il dato è frutto dell’analisi Crif, per cui il tasso di default delle società di capitali del mobile a giugno 2024 si è attestato al 2,32%, rispetto al 2,46% del dato medio nazionale. A dicembre 2024 il settore continua ad essere sostanzialmente in linea con il tasso di default medio nazionale (tasso di default settore Mobile circa 0,9x  rispetto alla media), anche in termini di crescita del rischio rispetto a giugno 2024. 

L’evoluzione della rischiosità del settore è stata influenzata, oltre che da una domanda interna in contrazione, anche da un contesto economico e geopolitico a livello globale molto volatile, che ha negativamente impattato i volumi esportati con dinamiche eterogenee a livello di mercati di sbocco dell’export.

 “Il settore del Mobile ha mostrato negli ultimi anni una buona tenuta sia in termini di performance economico-finanziaria che di rischiosità. In particolare, nel 2024 il comparto si conferma in linea con il profilo di rischio nazionale. Tuttavia, l’attuale contesto internazionale, e in particolar modo le scelte dell’amministrazione statunitense in merito all’applicazione di dazi su prodotti importati, rappresenta un elemento che potrebbe fortemente influenzare l’andamento della rischiosità degli operatori di settore. Questo anche alla luce della forte propensione all’export del comparto, che vede negli Stati Uniti uno dei principali canali di vendita. I dazi restano osservato speciale non solo per i potenziali effetti diretti sul mercato statunitense, ma anche per quelli collaterali che potrebbero riguardare l’aumento della pressione competitiva sugli altri mercati o le scelte di politica monetaria in termini di andamento dei tassi di interesse. Di conseguenza, ciò potrebbe determinare un incremento della rischiosità a livello settoriale”, afferma Luca D’Amico, ceo di Crif Ratings.

51,7 mld di fatturato

Il fatturato della filiera legno-arredo ha chiuso il 2024 a 51,7 miliardi di euro, -2,9% che conferma la fase di normalizzazione dopo il periodo Covid, in cui la filiera aveva registrato performance ampiamente sopra la media. Il dato mostra comunque un +19,6% di fatturato sul 2019.

Soffre il mercato interno,  (-3,3%) che con 32,3 miliardi di euro rappresenta il 62% del totale e calano meno le esportazioni (-2,1%) a quota 19,4 miliardi che costituiscono il 38% del fatturato della filiera, e oltre il 52% per il solo macrosistema arredamento.

I dati del centro studi di FederlegnoArredo parlano quindi di un ridimensionamento della filiera italiana, dove la maggior parte delle esportazioni è destinata all’Europa e in particolare al mercato Ue (51%), che vale quasi 10 miliardi di euro sui 19,4 complessivi.

La Francia, primo mercato, registra una diminuzione del 3,3% che coinvolge in particolare il macrosistema arredamento e la Germania, con un -6%, ormai terzo mercato, al momento non sembra dare segni di ripresa. Anche il mercato europeo extra Ue27, che è il secondo sul totale, risulta in flessione del 4% soprattutto per le performance negative di Regno Unito e Russia.

Usa primo mercato extra Ue di riferimento

“La serie storica delle esportazioni della filiera – spiega Claudio Feltrin presidente di FederlegnoArredo – rimarca che il 2024 rimane ben al di sopra dei livelli raggiunti nel 2021, dopo aver toccato il picco più alto nel 2022 con 20,9 miliardi di euro e che nel 2023 la flessione è stata del 4,9% rispetto al 2022, contro un -2,1% del 2024. Si segnala in questo scenario l’andamento positivo degli Emirati Arabi Uniti, che registrano la migliore performance nella Top Ten, posizionandosi all’ottavo posto, e dell’Arabia Saudita.

Gli Stati Uniti, primo mercato extraeuropeo di riferimento, nel 2024 registrano un miglioramento (+1,5%) dopo il -10,6% del 2023. L’America nel suo complesso vale 2,8 miliardi di euro e cresce del +1,9%: l’America Settentrionale cresce, sia con gli Stati Uniti (+1,5%) che con il Canada (+6%).

Attendiamo i dati sulla produzione di gennaio 2025 per avere, ci auguriamo, conferma di un sentiment fra gli imprenditori che sembra registrare un andamento positivo nel primo mese dell’anno che potrebbe coincidere con un segno positivo sia dell’export che della produzione di mobili. Sarebbe un segnale indubbiamente confortante che, seppur relativo soltanto a un mese, potrebbe farci ben sperare per il 2025.

Resta inteso che dopo l’annuncio di Trump sull’introduzione di dazi del 20% su tutti i prodotti europei, ogni scenario potrebbe essere stravolto trattandosi, come ha detto anche la premier Meloni, di una misura sbagliata che non conviene a nessuno. Attendiamo comunque di conoscere nel dettaglio come verrà implementata la misura Usa e di capire anche quali saranno le contromisure che intende mettere in atto l’Europa: il nostro auspicio è che si eviti lo scenario peggiore, ovvero quello di una prova muscolare, in cui a farne le spese sarebbero entrambe le economie.

Ma voglio provare a intravedere qualcosa di positivo in una situazione tanto complessa. L’Europa ha l’occasione di agire come tale, con compattezza e determinazione, come sottolineato anche dal presidente Mattarella, in difesa del mondo produttivo.

Gli imprenditori del settore, come sempre, sono pronti a fare la propria parte, il Salone del Mobile.Milano sarà ancor più strategico anche in ottica di sondare e aprirci a mercati considerati fino ad ora secondari e riaffermare il valore di qualità e innovazione che solo il nostro design può vantare.

La flessibilità e i veloci cambi di rotta a cui le nostre piccole e medie imprese sono abituate, saranno le chiavi per affrontare una situazione così complessa”.

Per il macrosistema arredamento un mercato da 27,5 mld di euro

Il macrosistema arredamento – che ha chiuso il 2024 con un calo del fatturato alla produzione del -2,3%, per un valore pari a oltre 27,5 miliardi di euro – raccoglie oltre 20.700 imprese, mentre il numero di addetti è di poco sotto le 139.600 unità.

A determinare il risultato complessivo, su livelli comunque superiori a quelli pre-pandemici, concorrono sia le vendite sul mercato interno (-2,9%) sia, in misura minore, l‘export (-1,8%), che subisce una modesta flessione dopo quella del -4% registrata l’anno precedente.

La contrazione del fatturato accomuna tutti i sistemi (arredamento, arredobagno, illuminazione e ufficio), pur con intensità differenti: dal -5,5% del sistema ufficio alla stazionarietà del sistema arredobagno (-0,5%). Positivo il trend degli arredi didattici.

Nel 2024 le esportazioni del macrosistema arredamento valgono poco meno di 14,4 miliardi di euro, in modesta flessione (-1,8%) rispetto al 2023. Sulla diminuzione incidono le minori esportazioni verso la Francia (primo mercato con oltre 2,3 miliardi di euro, -3,6% sul 2023) e la Cina (che scende dalla settima posizione del 2023 all’ottava del 2024, con vendite per 393 milioni e una flessione del 17,9%).

Tra le prime dieci destinazioni, significativa anche la diminuzione di Germania (-3,2%, determinato in particolare dall’andamento nel primo semestre) e Regno Unito (-3,7%); giù anche i Paesi Bassi (-5%).

Tra i primi cinque mercati, segno negativo ma di entità più contenuta per gli Stati Uniti (secondo, -0,8%, con un rallentamento a fine anno) e la Svizzera (-1,4%). A contenere invece l’andamento negativo contribuiscono tra i primi mercati in particolare gli Emirati Arabi Uniti (che registrano un trend positivo per il quarto anno consecutivo, guadagnando la settima posizione dalla nona del 2023 con una variazione del +22,2%) e la Spagna (sesta, +4,1%).

Fuori dalle prime dieci destinazioni, significativi gli incrementi in valore assoluto di Polonia (+9,7%) e Arabia Saudita (+14,6%).

Illuminazione, un sistema da 2,3 miliardi di euro

Il fatturato alla produzione del sistema illuminazione nel 2024 tocca i 2,3 miliardi di euro e registra una contrazione del -2%, determinata sia dalle minori esportazioni – che registrano un -1,3% – che valgono poco meno di 1,9 miliardi di euro e costituiscono l’80% del valore complessivo, sia dalla flessione delle vendite sul mercato interno (-4,6% per un valore di poco inferiore al mezzo miliardo di euro).

I dati del 2024 sono negativi, ma in termini lievi, il che dimostra un ridimensionamento fisiologico a cui anche le associazioni erano preparate. Resta quindi il grande nodo dei dazi Usa, che potrebbero portare le aziende a delocalizzare negli Stati Uniti, oppure a guardare con più insistenza a mercati che si trovano dall’altra parte del mondo.

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